Politica

Stop Diesel Euro5, Patto per
il Nord: "Scelta infausta"

Il blocco della circolazione per i veicoli diesel Euro 5, previsto a partire dal 1° ottobre 2025 in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto, avrà conseguenze dirette anche sul nostro territorio, colpendo duramente pendolari, lavoratori autonomi e piccole imprese che ogni giorno si muovono per esigenze di lavoro o familiari.

Il provvedimento viene contestato da “Patto per il Nord” il parrtito giodato da Paolo Grimoldi e a livello provinciale dall’ex Lega Alessandro Carpani.

“Non si tratta di una misura improvvisa o imposta da altri – dichiara il Patto per il Nord – ma dell’effetto di un decreto del Governo. È importante che i cittadini siano informati con chiarezza: il blocco non è ‘piovuto dal cielo’, e chi oggi alza la voce nei territori dovrebbe rivolgerla anche al proprio partito di riferimento, che guida i ministeri chiave, primo fra tutti il Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti”, ossia il leader della Lega Matteo Salvini.

Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha espresso preoccupazione per le ricadute economiche e sociali del provvedimento, ma – sottolinea il Patto per il Nord – “farebbe bene a discuterne con il suo stesso partito e con il suo Segretario Federale, nonché Ministro dei Trasporti, che ha avuto un ruolo diretto nell’attuazione del blocco.”

Nel nostro territorio, migliaia di cittadini utilizzano ancora veicoli diesel Euro 5, acquistati solo pochi anni fa, in piena conformità con le normative in vigore al momento. “Imporre ora uno stop così drastico – aggiunge il Patto – significa colpire chi non ha alternative immediate, senza un piano di accompagnamento reale alla transizione.”

Il Patto per il Nord chiede che la questione venga portata immediatamente al tavolo della Conferenza Stato-Regioni, unico luogo dove si possa affrontare con serietà l’impatto reale di questa misura. “È inaccettabile che il Governo imponga dall’alto scelte che ricadono sulle spalle di cittadini e imprese, senza alcun confronto preventivo e senza strumenti concreti di supporto. Serve una presa di posizione chiara da parte delle Regioni del Nord, che non possono continuare a fare da parafulmine alle contraddizioni del Governo centrale.

Ed è ancor più grave – è la conclusione – che proprio il ministro delle infrastrutture e dei trasporti – lo stesso che fino a pochi anni fa tuonava contro Bruxelles in nome della sovranità delle regioni – oggi si limiti ad accettare i diktat europei, scaricando la responsabilità sulle amministrazioni locali e lasciando intere categorie produttive senza soluzioni né alternative”.

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