Cronaca

Jazz, improvvisazione e jukebox:
Stefano Bollani incanta Cremona

Chiusura elettrizzante venerdì sera per la decima edizione di CremonaJazz: ad esibirsi in Auditorium c’era Stefano Bollani, straordinario compositore e pianista che ha registrato il tutto esaurito con il suo Piano Solo.

Partecipare ad un concerto di Stefano Bollani non è soltanto un’attività percettiva di ascolto: è un’esperienza immersiva nella galassia musicale di un artista così favoloso da sovvertire lo spazio e il tempo, portando il pubblico a spasso fra le pietre miliari della musica in un concerto di due ore volate via in un lampo.

Lo sa il pubblico che venerdì sera ha riempito l’Auditorium Giovanni Arvedi di Cremona per l’evento conclusivo della rassegna CremonaJazz, promossa da Museo del Violino e Unomedia con il sostegno di Fondazione Arvedi Buschini e MdV friends. La decima edizione, curata nella direzione artistica da Roberto Codazzi, ha visto alternarsi in scena Al di Meola, Ana Carla Maza, Petra Magoni, Fabrizio Bosso, Francesca Tandoi e Stefano Bollani, in un ventaglio di declinazioni del genere jazz.

Il pianista milanese classe ’72 ha incluso in scaletta brani originali e pezzi di altri autori, famosi ma pure insoliti, dando libero sfogo all’improvvisazione: da Paul McCartney a Nino Rota fino a Edipo e il Suo Complesso, parodistico gruppo in voga nella Prato Anni Novanta. Particolarmente apprezzato il “momento jukebox”, quando Bollani ha invitato i presenti a gridare dieci titoli che poi avrebbe eseguito in un medley.

Qualche momento di dialogo per raccontare aneddoti e infine, tra il serio e il faceto, dare appuntamento al prossimo anno – Bollani era già era approdato nella città del Torrazzo nel 2024 con il Danish Trio, ora si è esibito in Piano Solo e per il 2026 sembra intenzionato a tornare con altre sorprese.
Stavolta ad applaudirlo in sala c’erano anche il cantautore Blanco con il produttore cremonese Michelangelo.
Federica Priori

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