Cronaca

Al via il processo a Giovannini,
imprenditore dei gelati

L'imprenditore Alberto Giovannini

Una start-up nel campo della produzione di gelati con macchine innovative per ottenere un prodotto naturale, con più di 50 gusti. Un marchio che Alberto Giovannini, imprenditore di Orzinuovi di 58 anni, aveva pubblicizzato in tutto il mondo, ottenendo diversi finanziamenti da privati e dalle banche a cui avrebbe fatto credere di avere aumenti di capitale, in realtà, per l’accusa, fittizi. Su di lui hanno indagato gli uomini della guardia di finanza di Cremona coordinati dal sostituto procuratore Andrea Figoni.

Oggi nei confronti del professionista e di altri tre coimputati è partito il processo che lo vede sotto accusa per i reati di bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio e indebita percezione di finanziamenti bancari per 2,182 milioni.

A Cremona Giovannini amministrava la Argonice, una srl con sede in via del Sale, messa in piedi nel 2016 e portata al fallimento nel 2022. Il 58enne avrebbe coinvolto risparmiatori privati con la promessa di facili guadagni legati alla sottoscrizione di un prestito obbligazionario finalizzato all’avvio della start-up innovativa per la produzione di gelati. Come una coppia di risparmiatori cremonesi che gli aveva consegnato 40mila euro dei propri risparmi. All’inizio marito e moglie avevano ricevuto le prime cedole di rimborso, ma quando avevano chiesto di rientrare dal prestito, avevano ottenuto solo la promessa della restituzione delle somme investite, mai riavute indietro.

Contro l’imprenditore era partita una denuncia per truffa, poi archiviata, sulla quale i finanzieri, come ha spiegato in aula il maresciallo della guardia di finanza che ha seguito il caso, hanno indagato, effettuando accertamenti bancari per verificare l’origine dei fondi accreditati sui conti bancari ed il loro successivo utilizzo, scoprendo che i 2,182 milioni di finanziamenti, il 58enne li avrebbe ottenuti gonfiando gli aumenti di capitale e con false poste di bilancio, dimostrando una solidità della srl. In realtà tutto il denaro lo avrebbe messo in un’altra società, la EV04, di cui Giovannini è stato amministratore unico da febbraio del 2009 a metà dicembre del 2021 con un’attività di commercio via internet di autoveicoli nuovi ed usati.

In udienza, oltre alla finanza, è stato sentito anche Giovanni Baldi, il commercialista che si era occupato del fallimento della Argonice.

A processo, Giovannini è assistito dagli avvocati Andrea Balzarini e Massimo Nicoli. “Sono emerse lacune investigative”, hanno commentato, “perchè la finanza e anche il curatore fallimentare hanno omesso di confrontarsi con una serie di evidenze probatorie. Hanno omesso di verificare una serie di cose assolutamente rilevanti: ci sono molte supposizioni non supportate da riscontri“.

Si torna in aula il 18 novembre con le testimonianze degli investitori privati.

Sara Pizzorni

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