Cultura

"La distanza necessaria" in mostra
con il mondo sospeso di Gradella

Una distanza che non allontana, ma suggerisce. Un vuoto che non isola, ma invita alla riflessione. Si apre con questa premessa la mostra La distanza necessaria, personale di Giuseppe Gradella inaugurata alla Mangano Galleria d’Arte di Cremona. A cura di Walter Borghisani, l’esposizione – visitabile fino al 26 settembre – raccoglie una selezione di immagini che attraversano oltre quindici anni di lavoro del fotografo mantovano, noto per uno stile onirico e pittorico, sospeso nel tempo.

Un percorso espositivo che invita a rallentare lo sguardo, a soffermarsi. “La distanza di cui parlo – ha spiegato Gradella – è quella tra me e i soggetti che fotografo, un intervallo che non è solo tecnico ma anche emotivo e simbolico. In un’epoca in cui si fa molto chiasso, in cui tutto viene mostrato e raccontato con insistenza, sento il bisogno di silenzio, di pacatezza, di immagini che suggeriscano anziché spiegare”.

Una delle caratteristiche più intense della mostra è proprio questa: l’invito a un dialogo intimo e silenzioso con i volti e gli spazi ritratti. “I miei soggetti non comunicano nulla di diretto a chi li guarda – prosegue Gradella – ma piuttosto invitano l’osservatore a guardarsi dentro. C’è sempre un filtro, un vetro, un velo, a separare, a creare quella ‘distanza necessaria’ che dà il titolo alla mostra”.

Dalla fotografia di moda al ritratto, dall’architettura alle superfici d’acqua, Gradella costruisce un linguaggio visivo personale, in cui tutto – palette cromatica, taglio dell’immagine, luce, spazio – contribuisce a generare un effetto sospeso, quasi pittorico. Un’atmosfera che richiama tanto la scuola fiamminga quanto la malinconia contemporanea.

Per il curatore Walter Borghisani, La distanza necessaria è anche il risultato di un’indagine sul carattere stesso dell’autore: “Giuseppe è una persona riservata, che comunica poco, ma che riesce a esprimere molto attraverso la fotografia. Questa distanza che impone tra sé e il soggetto non è un limite, bensì la sua cifra poetica. L’abbiamo voluta valorizzare anche nell’allestimento, attraverso dittici stampati in grande formato e disposti con precisione millimetrica per esaltare la loro presenza scenica”.

Le stampe, in tiratura limitata, sono state realizzate su carta fine art, montate su dibond con profilo in alluminio. Una scelta di qualità, pensata proprio per questa mostra, che pone Cremona al centro di una proposta culturale raffinata, capace di raccontare non solo immagini, ma anche visioni.
Cristina Coppola

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