Non maltrattò la sua ex: assolto
Ma condanna per lesioni
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Non maltrattò la sua ex compagna, ma è stato giudicato colpevole di due episodi di lesioni. Un 42enne residente nel cremonese è stato quindi assolto dall’accusa di maltrattamenti, e condannato per lesioni a un anno di reclusione e a 2.000 euro di risarcimento alla parte civile. Per entrambe le accuse, il pm aveva chiesto una pena di cinque anni. Dal 5 luglio del 2024 agli arresti domiciliari, l’uomo, difeso dagli avvocati Cristina Pugnoli e Marco Bencivenga, tornerà libero sabato prossimo. La sua ex, una 41enne, era parte civile attraverso l’avvocato Mimma Aiello. La motivazione sarà depositata entro 90 giorni.

Per l’accusa, dal 2021 la donna sarebbe stata sottoposta a violenze fisiche e psicologiche da parte dell’ex compagno, talvolta sotto l’effetto di stupefacenti, anche alla presenza del loro figlio minorenne. Per la procura, l’uomo, che non accettava la fine della relazione, in preda a scatti d’ira, aveva distrutto e messo a soqquadro intere stanze della casa, controllava continuamente la 41enne nei suoi spostamenti, chiamandola ripetutamente e inviandole messaggi in cui le chiedeva dove e con chi fosse, minacciandola di morte, sottraendole le chiavi dell’auto per impedirle di andare al lavoro.
Per l’accusa, l’aveva anche picchiata, strattonata, colpita con calci e pugni su tutto il corpo. Il 13 febbraio del 2023, in uno scatto d’ira, le aveva lanciato addosso, colpendola sul viso, un bottiglia di plastica della Coca Cola.

“Sì, litigavamo”, aveva ammesso l’imputato nel corso del suo esame. “Perchè lei faceva uso di alcol. Beveva tutti i giorni, spariva per godersi il suo sballo, e quando era a casa la trovavo svenuta in camera. Stavo male a vederla così. Ciò che ho fatto è stato solo per il suo bene”. L’uomo, ex tossicodipendente, si era curato ed era tornato “in carreggiata”. “Volevo solo ricostruire la nostra famiglia”.
Nel giustificare i suoi comportamenti, l’uomo aveva spiegato di aver tolto le chiavi delle porte da quando aveva dovuto buttarne giù una perchè lei era svenuta con la porta chiusa dall’interno e non rispondeva. “L’ho fatto per lei, come una sorta di tutela. Mi dava la colpa della sua reclusione in casa, ma io le portavo via le chiavi della macchina perchè non era nelle condizioni di guidare”.

L’uomo aveva anche negato la sua ossessività nel voler controllare la compagna, che lo accusava di aver installato un gps nella sua auto e una telecamera in camera da letto. “Il gps in macchina c’è sempre stato, e lei lo sapeva”, aveva spiegato l’imputato. “E la telecamera non era attiva e non era puntata sul letto”.
Sulle violenze fisiche, il 42enne aveva sostenuto di essere stato lui la vittima della sua ex: “Sono stato spinto, colpito alle spalle e preso per il collo”. Ma aveva ammesso di averla colpita con la bottiglia della Coca Cola. “Ero arrabbiato per tutti i motivi che ho spiegato”, si era difeso. “Di quel gesto mi pento”.
Sara Pizzorni