Cronaca

Boom truffe telefoniche
Vademecum della Polizia di Stato

La questura di Cremona

Boom di truffe telefoniche, anche in territorio cremonese. A segnalarlo è la Questura di Cremona, dove nei giorni scorsi un uomo si è presentato per denunciare un tentativo di truffa, nel quale ha rischiato di perdere 30mila euro. Il raggiro si era concretizzato attraverso telefonate provenienti, in apparenza, dalla sua banca e dalla Questura stessa.

La vittima, Insospettita dalla richiesta di un bonifico da parte del presunto poliziotto, si è presentato subito in questura per chiedere conferma e aiuto. Così facendo, è stato facile per gli Agenti della Polizia di Stato smascherare il truffatore e salvare i risparmi che la vittima ha rischiato di perdere.

“L‘evoluzione tecnologica favorisce, purtroppo, la nascita di nuove e sempre più insidiose forme di criminalità” fa sapere la questura in una nota. “La Polizia di Stato si impegna da sempre ad aggiornare costantemente i propri strumenti e ad affinare le tecniche investigative necessarie a reprimere le innumerevoli modalità con cui viene consumato questo delitto, ma la migliore strategia di contrasto rimane la prevenzione”.

La situazione come quella denunciata, evidenziano dagli uffici di via dei Tribunali, “è possibile grazie a tecniche di manipolazione informatica dei dati trasmessi, consistenti nella falsificazione del dato visibile (indirizzo IP, user name, account, numero telefonico, ecc.) per rendere irriconoscibile la sorgente”.

Questa tecnica, denominata spoofing, “è molto insidiosa e può essere contrastata solo dalla prudenza”. Per accertarsi se una chiamata proveniente dal numero di telefono fisso della banca o delle forze dell’ordine è reale, “basta dire all’interlocutore che riagganciate e sarete voi a ricontattarli. Occorre poi controllare in internet il numero fisso dell’interlocutore (banca o forze dell’ordine) e chiamare quel numero. Si avrà in tal modo certezza sul reale interlocutore” evidenzia la questura.

Analogo discorso vale per i messaggi fasulli che appaiono sul telefono della vittima, come provenienti dalla propria banca, addirittura nella stessa chat dove sono conservati i messaggi originali inviati dall’istituto di credito.

I CONSIGLI PER PREVENIRE LE TRUFFE

– MAI cliccare su un link contenuto in un messaggio che sembra provenire dal nostro istituto di credito!

Diffidare dalle chiamate con toni ultimativi o intimidatori che sembrano provenire da operatori del vostro istituto di credito che ci prospettano la chiusura del conto bancario, il blocco della carta di credito o eventuali sanzioni se non si dovessero compiere subito certa azione, oppure da persone che si presentano come appartenenti alle Forze dell’Ordine e vi chiedono di interagire con i vostri conti correnti.

Sono subdole strategie per spingere il malcapitato a fornire informazioni e dati personali senza rifletterci troppo. Gli operatori telefonici hanno normalmente un atteggiamento cortese nei confronti dei clienti e sono disponibili. Invitiamo chi ci sta contattando a riagganciare dicendo che chiameremo noi direttamente la nostra banca per avere informazioni più dettagliate. A quel punto si può decidere di chiamare il proprio istituto di credito all’utenza affidabile e avere certezza della reale situazione.

Non fornire mai a nessuno dati e informazioni personali, codici di accesso, PIN, OTP, dati bancari e della carta di credito. È importante tenere presente che le banche e le aziende fornitrici di carte di credito conoscono già determinate informazioni sensibili sul nostro conto e risulta anomalo che ci chiedano proprio quelle informazioni che, di solito, esse stesse ci invitano a mantenere riservate.

Questi e altri consigli per prevenire le truffe e le frodi online potranno essere trovati nella praticissima guida creata dalla Polizia Postale e scaricabile in formato PDF dalla pagina ufficiale della Questura di Cremona, sul sito della Polizia di Stato, all’indirizzo https://questure.poliziadistato.it/statics/42/guida-truffe-online—definitivo.pdf

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