Cronaca

Il sindaco Virgilio: "Le sfide
di Cremona città universitaria"

Uno scorcio del campus dell’Università Cattolica a Cremona

Cremona città universitaria: alta l’attenzione dell’amministrazione comunale con una serie di progettualità. Abbiamo incontrato il sindaco di Cremona Andrea Virgilio per una intervista a tutto campo sul tema.

Signor sindaco, si può dire che Cremona sia ormai diventata una città universitaria. Il Comune che cosa promuove per i giovani, quali sono le attività che state facendo e farete per loro in funzione di chi giunge qui a studiare?

“Noi abbiamo un servizio importante che riguarda la città, ma è un servizio anche territoriale che è l’Informagiovani. Mercoledì fra l’altro ne abbiamo parlato all’interno della ATS per la definizione del masterplan, abbiamo recentemente proposto un tavolo periodico che vede il Comune come soggetto di raccordo di tutte le realtà universitarie della città. La prima attività fondamentale è la funzione di accompagnamento e di orientamento dei ragazzi; è importante informare, accompagnarli rispetto alla scelta della facoltà e dell’università”.

 

Il sindaco Virgilio

“Sappiamo che Cremona nel corso di questi anni ha aumentato la sua offerta. Lo ha fatto anche grazie a due interventi importanti da parte di Fondazione Arvedi Buschini che di fatto sono andati a recuperare una parte importante del nostro patrimonio: Santa Monica e l’Ex caserma Manfredini. E accanto a questo intervento di rigenerazione urbana c’è però anche stata la possibilità da parte del Politecnico e dalla Cattolica di collaborare, di istituire nuovi corsi di laurea. Abbiamo due grandi concorrenti: da una parte l’inverno demografico che si apre, c’è sempre più carenza di giovani e poi c’è tutto il tema della concorrenza dell’università online e Cremona deve predisporsi a queste criticità, lo deve fare attraverso una capacità attrattiva quindi il tema dell’orientamento”.

“L’ente poi deve fare da cerniera fra quello che è l’offerta formativa e il mondo imprenditoriale. Noi abbiamo delle filiere produttive che sono un’eccellenza: abbiamo la necessità di mettere in raccordo fra i ragazzi, le studentesse, gli studenti che studiano, che decidono di formarsi a Cremona e il nostro sistema imprenditoriale. E lo facciamo attraverso delle convenzioni, dei protocolli d’intesa, lo facciamo attraverso anche dei contributi importanti che l’ente , il comune, la Camera di commercio, la provincia forniscono all’università perché vanno sostenute. Organizziamo anche degli eventi importanti in connessione con le categorie economiche, col mondo imprenditoriale”.

C’è un tema relativo agli spazi studio sollecitato dai giovani che arrivano a Cremona a studiare ma anche per chi risiede qui

“Su questo ci stiamo muovendo anche su scale temporali diverse, perché c’è una risposta immediata che abbiamo fornito, che è quella dell’Informagiovani che mette a disposizione anche il fine settimana i suoi spazi per gli studenti. La prospettiva futura invece riguarda il progetto di Giovani in centro che metterà a disposizione delle ragazze e dei ragazzi di questa città ulteriori spazi per lo studio”.

Per essere attrattivi verso le giovani generazioni cosa serve?

“Questa è una città che ha bisogno di rilanciarsi sul linguaggio giovanile, sulla cultura giovanile, l’esperienza che stiamo facendo sull’arte contemporanea va in questa direzione. Il fatto di aprire le nostre istituzioni culturali, di fare in modo che siano più flessibili, più aperte, va nella direzione di essere una città capace di guardarsi anche attraverso la lente dei giovani, non soltanto di noi adulti. E questo è un altro aspetto, il progetto Giovani in Centro è un progetto che apre alla cultura giovanile e quindi dobbiamo essere da questo punto di vista attrattivi”.

”Infine c’è un altro aspetto che ho sottolineato nella risposta all’interrogazione che mi hanno posto i colleghi della minoranza. Dobbiamo costruire una comunicazione di sistema, non basta che siano le singole università a promuoversi, deve essere il sistema cittadino, il sistema territoriale che si autopromuove attraverso un brand unico di Cremona città universitaria. Ci stiamo lavorando da questo punto di vista, abbiamo istituito un tavolo di lavoro al quale partecipano le università, la Diocesi, Fondazione Arvedi Buschini, che è al nostro fianco dentro questo percorso. Penso che sia bello una sorta di sollecitazione reciproca rispetto ai temi articolati che riguardano la città universitaria”.

”C’è un tema di attrattività e di servizi per i giovani, spesso e volentieri le ragazze e i ragazzi che vengono qua a Cremona ci dicono che magari non sono a conoscenza dei tanti eventi che organizziamo. Noi da aprile a settembre siamo “full” rispetto all’offerta musicale, agli eventi, quindi è necessario fare in modo di utilizzare una comunicazione fruibile nei loro confronti. Come ultimo aspetto c’è il tema di un lavoro importante, che stiamo facendo con la consulta inter-universitaria, nel senso che tutto quello che ho detto fino adesso è costruito insieme ai ragazzi e alle ragazze attraverso i loro organismi di rappresentanza, quindi anche questo lavoro è importante”.

“Abbiamo cominciato a farli partecipare ad alcuni tavoli di lavoro, per esempio all’interno di ACSU con il Politenico c’è il rappresentante della consulta universitaria, all’interno dei tavoli dell’ATS che si pone come obiettivo quello di costruire un progetto strategico per le università, ci sono i rappresentanti della consulta inter-universitaria”.

Lei ha parlato di servizi, uno dei temi è quello della mobilità e delle infrastrutture. Come ripensare a una città meno isolata, soprattutto per quegli studenti che arrivano da fuori, ma anche per i docenti, insomma per tutto ciò che ruota attorno al mondo delle università?

“Sulla parte relativa alla mobilità i temi sono due. Un’attenzione alla mobilità interna: ci stiamo lavorando, c’è una navetta che riguarda proprio il passaggio e il trasporto dei ragazzi dalla stazione ai contesti universitari; c’è il tema dei parcheggi, credo che il parcheggio Massarotti finalmente funzioni perché è a servizio di quel contesto. C’è un tema di mobilità lenta, l’investimento che abbiamo ottenuto sull’area della stazione per tutelare ciclisti e pedoni va in questa direzione”.

”L’altro è il tema ovviamente di collegamenti con l’esterno che è il tema per eccellenza del nostro territorio e noi ci stiamo lavorando. In atto c’è il percorso relativo al raddoppio della tratta con Cremona-Milano e questo è fondamentale perché avere un collegamento su ferro veloce con Milano ci consente in qualche modo di essere attrattivi verso quel mondo e poi c’è ovviamente sempre il tema della Cremona-Mantova. Noi ci muoviamo su questi due filoni, c’è attenzione alla mobilità interna e attenzione ovviamente alla mobilità esterna”.

Invece come evitare la fuga dei laureati, una città come Cremona cosa dovrebbe offrire?

“Serve sempre di più la collaborazione con il sistema delle imprese e serve coniugare la domanda con l’offerta. Noi abbiamo delle eccellenze importanti in città e nel territorio soprattutto nell’ambito della filiera agroalimentare ma non solo, se pensiamo a tutto l’ecosistema della musica credo che sia un altro aspetto importante e rilevante. Da questo punto di vista il nostro compito come istituzione è quello di garantire e facilitare l’incontro fra questi due mondi. Ci sono già in atto fra l’altro delle attivazioni da parte delle nostre categorie economiche e c’è un’attenzione che sta sempre più crescendo, io ho un po’ questa impressione che ci sono tante azioni, tanta sensibilità e che tutto questo però non può essere frammentato e parcellizzato ma deve essere in qualche modo messo al sistema”.

Un’ultima domanda: giovani equivale anche a locali, movida, spesso però viene demonizzata dai cremonesi, come ente come avete intenzione di muovervi?

“Movida ed eventi: favorire i locali che fanno musica dal vivo, è ovvio che c’è sempre il tema di un equilibrio fra queste iniziative e i residenti e noi siamo lì in mezzo, cerchiamo ovviamente di mediare, però vogliamo favorire queste iniziative. Ecco, poi c’è, una “mala” movida che va contrastata, ma c’è anche un divertimento sano e contesti aggregativi che in qualche modo consentono di passare la serata in compagnia”.

“Secondo me uno degli obiettivi che dobbiamo porci come città è quello di favorire tutto questo, favorire una città che vive sugli spazi aperti, che li vive bene, li vive favorendo momenti di relazione, di incontro e di divertimento, ovviamente mettendo degli ostacoli e dandoci un po’ degli anticorpi a quelle che sono le degenerazioni di tutto questo”.

Silvia Galli

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