Test di copertura radio
su Area Est 28 volontari impegnati
Nel pomeriggio di sabato 26 luglio, otto Organizzazioni di Volontariato di Protezione Civile del territorio provinciale sono impegnate in un importante test di copertura radio, finalizzato al progetto di estensione della rete di comunicazione radio provinciale di 3° livello nell’area Est del territorio cremonese. In caso di emergenza, la rete telefonica potrebbe andare in tilt. È fondamentale che i gruppi di protezione civile siano comunque in grado di comunicare.
Per questo anche la provincia di Cremona sta costruendo una sua rete radio. Al momento occorre decidere dove installare le antenne. Oggi sono stati effettuati dei test. 28 volontari divisi in 11 equipaggi hanno testato 81 punti sul territorio illuminati dall’antenna installata temporaneamente sulla Torre Civica in centro a Cremona con un segnale su frequenze VHF irradiato a 360°
Coinvolti i seguenti gruppi e associazioni: Gruppo Comunale Bonemerse; Gruppo Comunale Cremona; Gruppo Comunale Lo Stagno; Gruppo Comunale Sospiro; Associazione Nore; Associazione Padus; Associazione Lo Sparviere; Associazione Volontari Olmesi.
Un totale di 28 volontari, suddivisi in 11 equipaggi automuniti, si muoveranno sul territorio per la verifica puntuale della qualità del segnale radio, valutandone l’efficacia in 81 punti specifici selezionati secondo criteri di pianificazione della protezione civile: sedi di COC (Centri Operativi Comunali), punti di ammassamento della popolazione, argini golenali, chiaviche e altre infrastrutture sensibili.
Per garantire la sperimentazione, sarà temporaneamente installato sulla Torre Civica del Comune di Cremona il ripetitore radio mobile provinciale di 3° livello, grazie alla preziosa collaborazione con l’Amministrazione Comunale e i funzionari comunali del Servizio di Protezione Civile. Il segnale sarà irradiato a 360 gradi, con particolare attenzione ai territori situati a sud e a est di Cremona, per valutare l’effettiva copertura nelle seguenti direzioni: a nord sino a Robecco d’Oglio, a ovest sino a Sesto ed Uniti, verso l’area golenale del Po, da Spinadesco a San Daniele Po, fino al fiume Oglio a nord-est, sino a Gabbioneta-Binanuova. L’intera attività sarà coordinata sul campo dal dott. Daniele Corbari, referente provinciale per le telecomunicazioni (TLC) di Protezione Civile.
Proprio Corbari spiega l’importanza di questi test e della tecnologia moderna: “Le radio che utilizziamo oggi sono dotate di tecnologia digitale, per cui oltre alla fonia, cioè al segnale radio audio che sentiamo, possiamo avere altre informazioni. Per esempio la posizione dell’operatore radio, che ci dà anche una garanzia di sicurezza per l’operatore stesso. Noi sappiamo esattamente dove l’operatore sta parlando. E queste radio sono anche in grado di trasmettere dei messaggi di tipo di test che possono essere ricevuti in sala radio. Per cui in qualche modo assomigliano alla tecnologia dei cellulari, ma molto più affidabile”.
I test sono stati coordinati dal CTM, il Centro Trasmissione Mobile, piazzato nella sede della protezione civile di Cremona, nella palazzina che un tempo ospitava gli uffici del Servizio Verde e Serre Comunali, nei pressi del centro commerciale Cremona Po.
“È un mezzo che fa parte della colonna mobile della provincia di Cremona – continua Corbari – che fa parte della più ampia colonna mobile regionale. La regione ha fornito alle province mezzi di questo tipo, in modo che ogni provincia abbia le risorse per poter gestire anche un’emergenza di tipo radio. Questi mezzi si possono muovere liberamente sul territorio e se necessario uscire anche dalla provincia e dalla regione stessa”.
La rete radio della protezione civile di Cremona potrebbe essere pronta entro il 2026, conclude il referente provinciale: “Il progetto finale a cui stiamo lavorando vede la copertura di tutto il territorio della provincia di Cremona. Noi ipotizziamo che dalla zona più ovest rivolta dalla zona più est a Casalmaggiore sarà necessario installare fissi sul territorio dai sei agli otto ripetitori. I test di oggi servono appunto per capire meglio dove posizionare questi ripetitori e quale numero è effettivamente necessario. Cioè passare da modelli teorici dove si simula a un test di verifiche effettive di quale segnale è presente sul territorio nel momento in cui andiamo ad attivare uno di questi ripetitori”.