Cicloturismo, ecco i "bike hotel"
Ma la VenTo è ancora senza gestore
Leggi anche:
Cremona ancora molto lontana dagli standard del nord Europa, ma il cicloturismo è uno dei settori di spicco per attrarre sempre nuovi visitatori sul territorio. E se la rete ciclabile in città e provincia è stata molto implementata negli anni, quello che sembra ancora carente è la rete di servizi di contorno: basti pensare all’assenza di fontanelle lungo la ciclabile VenTo e alle critiche per l’erogazione riservata ai soli utenti di Padania Acque nella Casa dell’Acqua sull’argine di Gerre de Caprioli, al centro del parco sovracomunale del Po e del Morbasco.
“Stiamo facendo molto sul fronte del cicloturismo”, chiarisce Luca Burgazzi, assessore al Turismo, “certo non possiamo paragonarci a realtà che hanno una lunga tradizione come nel nord Europa, ma anche per noi questo è un punto di forza. Sul fronte della promozione siamo presenti in tutte le fiere del settore e abbiamo vinto un bando riservato proprio alla mobilità lenta: a settembre, per tutte le domeniche, ci sarà l’iniziativa “Bici e Barca Po Experience”, in cui i cicloturisti potranno esplorare il fiume Po a bordo della motonave Mattei, per poi proseguire in bicicletta lungo gli argini e i sentieri della pianura padana, tra scorci naturalistici e degustazioni”.
E poi, fa sapere ancora l’assessore, ci sono buone risposte dagli albergatori per attrezzare le strutture ricettive per i cicloturisti, mettendo a disposizione spazi adeguati per la custodia dei mezzi e piccole manutenzioni. Anche a Cremona quindi stanno sorgendo i “bike hotel”, ad esempio nelle stutture più decentrate come il Visconti in via Giuseppina, il B&B di via Mantova ma anche il centralissimo Astoria sta muovendosi in questa direzione con vari servizi per la clientela giovane, che vanno oltre la ricettività.
Chi organizza tour in bicicletta però lamenta la mancanza di servizi lungo le ciclabili. “Le ciclovie funzionano se ci sono i servizi – ha rilanciato pochi giorni fa Filippo Bonali di Beega Cycling Tour – stiamo cercando di promuovere il cicloturismo, ma sarà difficile finché non ci sono servizi annessi e connessi attorno alle ciclovie – penso anche a panchine all’ombra e colonnine multiattrezzi funzionanti e non vandalizzate”.
E dal canto suo Burgazzi, affermando che “il ragionamento ha senso” e ricordando gli eclatanti abusi che ci sono stati nel passato alle Case dell’Acqua, puntualizza quello che è il problema principale della VenTo: “Non abbiamo ancora un ente di gestione per questa ciclovia che attraversa quattro regioni. I comuni cercano di occuparsi dei tratti che li attraversano, ma la manutenzione non sarebbe di loro competenza”. gb