T-shirt diffamatorie: il
giudice ordina nuove indagini
Colpo di scena nel caso delle magliette indossate nel maggio del 2024 dal presidente della Baldesio e da otto consiglieri all’assemblea della società canottieri cremonese, su cui compariva la frase: “Dove l’ignoranza urla, l’intelligenza tace. È una questione di stile: signori si nasce, sto… si diventa”.
Frase che, secondo l’accusa, sarebbe stata rivolta ad Alberto Corazzi, storico socio, che aveva quindi querelato per diffamazione presidente e soci.
Ma se il pm Davide Rocco aveva chiesto l’archiviazione, il giudice ha invece rigettato tale richiesta, chiedendo invece al pubblico ministero di effettuare nuove indagini sulla vicenda.
“Se la forma espositiva impiegata nella pubblicazione datata 2 maggio 2024 (un articolo comparso sul sito internet della Baldesio), benché contenga una terminologia forte e suggestiva al fine di richiamare l’attenzione del lettore; non appare né sovrabbondante, né gravemente infamante o inutilmente umiliante […] ciò non può dirsi quanto alla ulteriore condotta oggetto di censura, certamente biasimevole e, in questo caso, inutilmente dileggiante” scrive il giudice, secondo cui “che il bersaglio di detta esternazione fosse il Corazzi era circostanza nota quantomeno all’interno della cerchia dei soci che hanno partecipato all’assemblea, come si evince sia dal tenore dei commenti postati a seguito degli articoli che hanno dato risalto alla notizia, sia dalla circostanza di notoria conoscenza per cui, anche in limine all’assemblea, il Corazzi si fosse profusamente esposto in commenti e censure all’operato del consiglio“.
Per il giudice, quindi, è necessario approfondire le indagini, in modo da chiarire “se efettivamente detta maglietta riportante la scritta ritenuta diffamatoria sia stata indossata all’esito dell’assemblea dei soci e da chi sia stata indossata, se da tutti e da ciascuno dei consiglieri”.