Russia-Ucraina: per Gastone Breccia
strada ancora lunga e in salita
1273° giorno di guerra in Ucraina, dopo il vertice alla Casa Bianca con Trump, Zelensky e i leader europei, si punta a un bilaterale con Putin entro la fine di agosto. Si è parlato di un incontro a Ginevra, Putin avrebbe suggerito Mosca per ospitare l’incontro, Zelensky ha già posto il veto. La strada è in salita, lo stesso Trump ha avanzato l’ipotesi che Putin non voglia raggiungere un accordo.
Sulle trattative per la fine del conflitto Russia-Ucraina si nota un ottimismo eccessivo, per il professor Gastone Breccia, docente alla sede cremnese dell’Università di Pavia ed esperto di geopolitica. Per Breccia uno degli aspetti più critici è legato ai territori contesi:
“Credo che oggi ci sia un po’ troppo ottimismo. Distinguiamo due aspetti. Per quanto riguarda le garanzie di sicurezza per l’Ucraina forse è l’aspetto dove sono stati compiuti più passi avanti, e in questo caso bisogna essere ottimisti. Non si apre all’ingresso nella Nato, ma a garanzie offerte anche dagli Stati Uniti, che è essenziale perché l’Europa da sola non avrebbe abbastanza forze, per garantire la sicurezza dell’Ucraina. Quindi su questo stiamo facendo dei passi avanti.
Resta il nodo dei territori. Zelensky lo ha detto chiaramente: ne parleremo io e Putin se e quando ci incontreremo. E’ veramente il nodo difficile da sciogliere, perché Putin vuole mantenere tutto quello che ha preso fino ad oggi, addirittura qualcosa in più”.
Ancora tanti ostacoli sulla via della pace, a cominciare dal fatto che non sia stata dichiarata una tregua sui campi di battaglia:
“Avviare il dialogo sarebbe fondamentale, ma anche qui hanno ragione gli europei: ci vuole una tregua bisogna fermare i combattimenti e iniziare a parlare come si fece in Corea nel 1953, si comincia a parlare, si comincia a dire che cosa dai tu a me, cosa io sono disposto a cederti, ma senza che continuino i combattimenti”.
L’Europa ha ritrovato il suo ruolo?
“Sì, io sono abbastanza convinto che l’Europa stia facendo quello che può, nel senso che sta mantenendosi fedele alla linea, a mio avviso giustissima, di sostegno militare all’Ucraina, certamente, è inutile illudersi, l’Europa militarmente ancora non sarebbe in grado di fare da sola come sostegno all’Ucraina, quindi può far sentire il suo peso politico se ha un’unica voce”.
Giovanni Palisto