Cronaca

Siti sessisti chiusi, Pugnoli:
"Fatti gravi, da denunciare"

La Consigliera di Parità di Cremona Cristina Pugnoli

Prima il gruppo Facebook “Mia Moglie”, dove sono state pubblicate le foto di mogli, compagne, amiche senza il loro consenso, solo per soddisfare il voyeurismo dei 32 mila uomini iscritti. Poi il sito web “PHICA.EU”, dove tra immagini pornografiche si trovavano anche donne ignare, comprese parlamentari e giornaliste televisive. Ora queste pagine elettroniche sono state chiuse, ma rimane la violenza che ancora una volta le donne coinvolte hanno subito, vedendo violata la loro dignità. È il risultato di una società deviata, dice la Consigliera di parità della provincia di Cremona, Cristina Pugnoli:

“È un atteggiamento e un comportamento sicuramente conseguenza della nostra cultura, della nostra società. Una società che spesso e volentieri sessualizza il corpo delle donne, che considera come oggetti. La cosa sicuramente più grave di tutta questa vicenda è che alcune immagini siano state diffuse da compagni, mariti e persone nei confronti delle quali le donne avevano fiducia e dalle quali si aspettavano rispetto. Dopodiché bisognerebbe fare un ragionamento, forse anche a più ampio respiro, sull’educazione digitale. Anche perché spesso ci dimentichiamo che nel momento in cui postiamo nostre fotografie sui social, in un modo o nell’altro non ne siamo più proprietari. Non dovrebbe essere così, ma accade sovente che le immagini non solo di donne ma anche di bambini vengano poi utilizzate in altri contesti, evidentemente per altri fini non consentiti e assolutamente illeciti”.

Il governo promette un monitoraggio più attento. La ministra Roccella parla di barbarie da terzo millennio:

“Non posso che essere d’accordo con quanto dichiarato dalla ministra, posto che dobbiamo sicuramente ricordare in prima battuta che la diffusione illecita di immagini intime o comunque sessualmente esplicite costituisce un reato. Quindi questo sicuramente è un aspetto da considerare e da non tralasciare quando si commenta questa vicenda. Sicuramente un’attenzione maggiore è indispensabile e anche una denuncia poi alla polizia postale”.

Lei è un avvocato oltre che Consigliera di parità. Come si devono comportare i soggetti coinvolti?

“Sicuramente il suggerimento, come ha detto correttamente lei, non solo da consigliera di parità ma anche da avvocata, è quello di non fare spallucce, non considerarlo un atteggiamento che è solo, ripeto, la conseguenza dei nostri tempi. È un fatto grave che merita di essere denunciato e le donne una volta di più meritano di avere tutela”.

Giovanni Palisto

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