Cronaca

Kebab: per il pm cade la rapina
Chiesta pena di 9 mesi per lesioni

Per il pm Francesco Messina, non c’è la prova che la sera del 26 febbraio scorso, all’interno del negozio di kebab di via Guarneri del Gesù, sarebbe stata commessa una rapina ai danni del titolare, un 40enne pakistano. L’accusa ha quindi chiesto l’assoluzione per la rapina, mentre ha chiesto la condanna a nove mesi di reclusione per le lesioni riportate dall’esercente e per essere stato minacciato con un coltello. A processo ci sono due gemelli albanesi di 18 anni, ristretti ai domiciliari con il braccialetto elettronico. Erano stati arrestati la stessa sera del fatto insieme ad un 15enne italiano. I due maggiorenni, il minorenne e altri amici, tra cui una ragazza, stavano tornando da una festa di compleanno. Avevano bevuto molto. Poi erano entrati nel locale dove c’era stata una discussione con il commerciante che si era rifiutato di fare andare in bagno il minorenne.

Il pm Messina

Secondo il pm, le dichiarazioni “coerenti, lineari e precise” rese dalla persona offesa nel corso delle indagini (tre dichiarazioni, una denuncia e un verbale di chiarimento), non sarebbero state tali durante il processo. L’uomo, che ieri aveva rifiutato il risarcimento di 600 euro offerto dalla difesa per le lesioni riportate, è stato sentito oggi con l’aiuto di un’interprete. E per l’accusa, non è stato così “netto e chiaro” come nelle precedenti dichiarazioni. “Non è sicuro”, ha detto il pm nella sua requisitoria, “che gli avessero chiesto dei soldi. Dal video si sentono gli imputati offrirgli dei soldi in modo provocatorio per poter accedere al suo bagno. Il titolare non parla bene l’italiano, e non è escluso che abbia capito male“.

L’avvocato Priori

Oggi davanti ai giudici il pakistano è tornato con la memoria a quella sera, ma non tanti non ricordo. L’uomo ha detto che i ragazzi erano entrati nel locale per chiedergli di andare in bagno. “Venivano spesso a usare il bagno senza comprare niente, e ho detto di no”. A quel punto l’avrebbero aggredito in due, poi qualcuno aveva staccato la corrente e al buio era spuntato un terzo ragazzo che gli avrebbe chiesto i soldi. “Dammi i soldi”, è la frase ricordata dal commerciante, che ha escluso un’offerta di denaro da parte dei giovani per andare in bagno, ma che nello stesso tempo non ricorda la richiesta di consegnare loro l’incasso. “Ero confuso“, ha detto, avevo il sangue sulla fronte, ero stato picchiato e poi minacciato con un coltello”.

L’avvocato Soldi

L’uomo ha riferito di essere stato malmenato da due o tre persone e che l’aggressione era durata dai due ai cinque minuti. All’interno del kebab era entrata anche la ragazza che era con il gruppo. Sarebbe stata lei ad aprire il frigorifero e a portare via alcune bottiglie di birra. “Ha sentito una voce femminile che durante l’aggressione incitava i ragazzi?”, è stato chiesto al commerciante. “Non ricordo” è stata la risposta.

La difesa dei due gemelli, rappresentata dagli avvocati Guido Priori e Marco Soldi, ha parlato di “assenza dell’elemento soggettivo del reato. C’è stata un’azione veemente, ma non violenta. Gli imputati si sono comportati male, ma non hanno commesso la rapina“. “Fumoso” è stato invece definito l’aspetto della presunta sottrazione della birra dal frigorifero”.

La sentenza sarà emessa il prossimo 13 ottobre.

Sara Pizzorni

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