Cronaca

Ossessionato dal controllo, l'ex:
"Mi sentivo col fiato sul collo"

Marito a processo per maltrattamenti

Mi controllava sempre, contava i minuti che ci mettevo dal lavoro a casa. Un mio ritardo era sempre motivo di discussione. Io gli facevo vedere i cartellini del lavoro, ma lui mi faceva sentire come se fossi una bugiarda“.

Non solo violenze psicologiche, ma anche fisiche, quelle contestate nel processo contro Enrico (nome di fantasia), accusato di maltrattamenti nei confronti della ex moglie Clara (nome di fantasia). Dal sud, la donna era venuta a lavorare a Cremona nel 2014 dopo aver vinto un concorso. Un lavoro molto delicato, il suo, in ambiente ospedaliero. L’anno dopo l’ha raggiunta la sua famiglia, ma i rapporti con il marito si erano già deteriorati. “Lui era geloso e ludopatico“, ha raccontato oggi in aula la vittima, che contro l’ex marito non si è costituita parte civile. Lui è assistito dai legali Marco Fantini e Alessandro De Nittis.

A causa della sua gelosia, a detta dell’ex moglie, lui non voleva che uscisse con amici o colleghi. “Una sera sono stata ad una festa di carnevale con i colleghi”, ha ricordato lei. “Quando sono tornata a casa mi aspettava sveglio. Era arrabbiato perchè non gli avevo risposto al telefono. Non l’avevo sentito suonare. Lui mi ha messo le mani al collo, voleva strozzarmi. Mi ha detto che ero una poco di buono e mi ha dato due pugni in testa. Quando c’era una discussione lui batteva i pugni sul tavolo e faceva cadere gli oggetti. Mi metteva sempre questo terrore su tutto quello che facevo. Voleva sempre avermi sotto controllo, compresi  il telefono e i social, mi sentivo il suo fiato sul collo“.

Gli avvocati De Nittis e Fantini

Una sera la donna voleva uscire a mangiare una piadina, ma lui l’aveva presa per le spalle e costretta a sedersi. “Mi ha dato due schiaffi in faccia con forza e io mi sono chiusa in camera da letto insieme ai miei figli. Lui mi ha detto che mi avrebbe uccisa, che non mi avrebbe fatta uscire viva da casa e che mi avrebbe sotterrata in giardino. Dava calci e pugni alla porta, i bambini erano spaventati e lo supplicavano di smettere”.

Un giorno, dopo una discussione, lei lo aveva sentito andare in cucina e aprire uno dei cassetti. Impaurita, convinta che volesse farle del male, era uscita a chiedere aiuto alla vicina. In quell’occasione era intervenuta la polizia.

Esasperata, nell’ottobre del 2022 Clara aveva fatto i bagagli e se n’era tornata al sud a casa dei suoi genitori. “Lui mi ha chiesto scusa”, ha continuato a raccontare la donna. “Voleva recuperare il rapporto, e io ho ceduto e sono tornata a vivere con lui. All’inizio tutto bene, ma poi sono tornati i problemi. Avevo l’impressione di essere seguita“. “Certo che hai un bel vestito”, mi aveva detto una volta al telefono, “ma io non l’avevo visto”. A giugno Clara lo aveva lasciato definitivamente.

L’udienza è stata aggiornata al prossimo 20 gennaio per sentire i testimoni.

Sara Pizzorni

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