Cronaca

Storie di fragilità: "Viviamo con
300 euro al mese. Insostenibile"

La coppia si era sposata nel carcere di Como dove lui era detenuto

La coppia con l'avvocato Pasquali

Lei è Barbara, 53 anni, cremonese, lui il marito tunisino Ouerdane, 40 anni. Vivono, anzi, “sopravvivono” con 300 euro al mese. “Una situazione insostenibile”, dice la coppia, che nel 2011 si è unita in matrimonio in carcere a Como, dove lui era detenuto per una rissa.

Nel 2019, dopo aver accusato dolori alla schiena e alla gamba, Barbara, che prima di finire sulla sedia a rotelle faceva le pulizie di notte, aveva fatto domanda di invalidità, ottenendo, proprio a causa dei problemi di salute e delle sue difficoltà motorie, un’invalidità del 100%, percependo 700 euro al mese. Dopo un anno e un’operazione alla gola, al termine dei consueti controlli di revisione è stata dichiarata invalida non più al 100%, ma all’80%, e i 700 euro sono diventati 300.

Un anno e mezzo fa alla coppia il Comune ha assegnato una casa Aler con un affitto simbolico di 4 euro. “Ma le utenze le paghiamo noi”, hanno sottolineato Barbara e il marito, che sono monitorati dai servizi sociali. “Ci sono le bollette e il gas che costano”, hanno spiegato. “E poi bisogna mangiare”.

Un aiuto economico arriva dalla Tunisia dalla famiglia di Ouerdane, ma non basta. Il 40enne, in possesso di un regolare permesso di soggiorno, lavorava come addetto alla sicurezza in alcune discoteche cremonesi, ma poi si è dovuto fermare per assistere la moglie, che a fatica riesce solo a fare qualche passo.

Gli sposi il giorno del loro matrimonio in carcere

“E’ una situazione che si trascina da anni”, ha detto il loro legale, l’avvocato Gianluca Pasquali. “Il Comune li ha aiutati, ma l’invalidità della signora le rende impossibile lavorare. Questa è una delle tante storie di fragilità sociali che andrebbe affrontata. Questa coppia prende troppo poco per vivere”.

Quando si sono conosciuti, nel 2009, per tutti e due è stato un colpo di fulmine. Lui era ai domiciliari per una rissa, e lei, che abitava vicino, lo vedeva dal balcone e se n’era innamorata. Ricambiata. Lui, che alle spalle ha qualche precedente penale, era poi tornato libero, ma dopo qualche tempo era tornato in carcere. Detenuto a Como. Proprio lì la coppia è stata unita in matrimonio dal sindaco. Come testimone, lei aveva la mamma, mentre lui i suoi compagni di cella.

“Quando potremo”, hanno detto i due coniugi, “vogliamo organizzare una bella festa in Tunisia“.

Oggi marito e moglie erano in tribunale per un processo che vede Ouerdane sotto accusa per lesioni. Un episodio accaduto nel settembre di 5 anni fa al Sax Pub di via dei Mille. Quella sera il 40enne, che era seduto fuori con la moglie e una coppia di amici, avrebbe lanciato un boccale di birra addosso a un uomo che girava per i tavoli a vendere fiori. “Era molesto e insistente“, ha ricordato oggi uno dei clienti. “Sembrava alticcio e non aveva l’aria del venditore di rose“. Troppo molesto, per l’imputato, che aveva perso la pazienza quando aveva visto quell’uomo insistere troppo con l’amica seduta al suo tavolo. Il lancio del boccale lo aveva colpito allo zigomo. “Gli ho dato solo uno schiaffo“, ha spiegato Ouerdane fuori udienza. Il processo è stato aggiornato al prossimo marzo per sentire la testimonianza della vittima.

Sara Pizzorni

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