Sesso al Tabù: accusati in tre
di favorire la prostituzione
Con l’accusa di favoreggiamento della prostituzione sono a processo l’ex proprietario, l’ex direttore di sala e l’ex cassiere della discoteca Tabù di Vescovato, chiusa nel novembre del 2022 per sfratto dopo il Covid. Gli imputati avrebbero “tollerato abitualmente che più ballerine, loro dipendenti, all’interno dei privé esercitassero attività di prostituzione mediante rapporti sessuali completi, o comunque prestazioni sessuali con i clienti”.
In quello stesso anno c’erano stati dei sopralluoghi dei carabinieri in seguito alla denuncia di una delle ballerine del locale. “Sì, mi è capitato di avere rapporti sessuali con clienti“, ha detto oggi in aula una ex dipendente: nome d’arte, Chanel.
La donna, oggi 33enne, ha riferito di essere stata assunta tramite regolare contratto. Per il privé, il cliente pagava 50 euro, la metà andava a lei che passava l’incasso a fine serata.
“Con i clienti si ballava, si beveva, si chiacchierava, ci davano le mance, e capitava anche di fare sesso. Ma era una cosa che succedeva spontaneamente, e il cliente non pagava di più“. Secondo la testimone, c’era il divieto, da parte della proprietà del locale, di consumare rapporti sessuali e droga. “Ce lo dicevano anche alle riunioni”, ha spiegato la donna. “Ma qualcuna di noi lo faceva lo stesso. I responsabili del Tabù mi hanno sempre rispettata. Quando un cliente mi aveva messo le mani addosso ed era troppo insistente, loro lo avevano mandato via”.
In seguito alla denuncia di una delle ballerine (attualmente irreperibile) per questioni di soldi, gli inquirenti avevano effettuato diversi accessi all’interno del Tabù. Chiamati oggi a testimoniare, i militari che all’epoca avevano svolto le indagini hanno riferito che nella discoteca erano installate una trentina di telecamere, sia a vista che nascoste, di cui tre nel privè, dove c’era anche un letto matrimoniale, e una nel bagno delle donne, nascosta dietro il cassetto che copriva i cavi elettrici.
“Nei privè numero 7 e 10 e nelle toilettes femminili c’erano delle microtelecamere“, ha riferito il maresciallo che si era occupato di visionare i contenuti registrati dalla fine di agosto a ottobre. “Le immagini del privè numero 7 erano di cattiva qualità, mentre quelle del numero 10 si vedevano bene”. In una delle sequenze analizzate si vedevano una delle ballerina e un cliente appartarsi. Dopo le effusioni, tra i due si era consumato un rapporto sessuale. Nelle sequenze non sono mai stati visti passaggi di denaro tra clienti e ballerine.
I tre imputati sono assistiti dagli avvocati Filippo Colombani, di Cremona, e Danilo Pichierri, di Parma. Tutti negano le accuse di favoreggiamento della prostituzione, sostenendo di aver sempre vietato di consumare rapporti sessuali nel locale. “Se ce ne sono stati”, hanno spiegato i legali al termine dell’udienza, “sono avvenuti a loro insaputa e solo su iniziativa delle dipendenti“.
Il processo è stato aggiornato al 20 gennaio. In quella data saranno sentiti otto testimoni, tra cui altre ballerine che all’epoca lavoravano nel locale”.
Sara Pizzorni