Cronaca

Animalisti: "No al ddl sparatutto"
Presidio davanti alla Prefettura

Il presidio davanti alla Prefettura

Dopo il presidio di settembre alle Colonie Padane, oggi i rappresentanti delle associazioni Lav, Lipu e Legambiente si sono riunite questa mattina davanti alla Prefettura di Cremona per dire no alla caccia e no al decreto legge Lollobrigida, definito ddl “Sparatutto”.

Secondo le associazioni, il testo “trasforma i territori in una arena di caccia senza regole, favorisce l’ingresso di cacciatori stranieri senza controlli e amplifica il pericolo di bracconaggio“.

Tra gli emendamenti più contestati ci sono quelli che eliminano ogni riferimento alla protezione animale, che ampliano le specie cacciabili, che riaprono la pratica dei richiami vivi o permettono l’uso di silenziatori. Si denuncia inoltre la possibilità di cacciare in spiaggia, in barca, su terreni ghiacciati e nei valichi montani, anche durante il periodo della migrazione prenuziale, aspetti che secondo gli esperti violano la Direttiva Uccelli dell’Unione Europea.

Per le associazioni, la caccia non è solo una minaccia per gli animali selvatici, ma anche un pericolo per la popolazione umana. Ogni anno, in Italia, si contano decine di feriti e morti causati da incidenti venatori.

“Le campagne”, sostengono, “diventano impraticabili per escursionisti, famiglie, sportivi e amanti della natura. Intere aree verdi pensate come spazi di pace e biodiversità si trasformano in zone a rischio“. E tutto questo, sottolineano gli animalisti, solo per il “diletto” di una minoranza armata.

“L’idea di questo Governo è di ampliare il bacino economico della caccia, permettendo ad esempio alle aree di caccia private di diventare attività commerciali a tutti gli effetti, così da poter garantire il turismo venatorio. Inoltre, si vuole consentire la vendita della carne degli animali abbattuti ai proprietari terrieri come risarcimento dei danni subiti.

Tutto ciò porterà inevitabilmente a un aumento degli abbattimenti e a un incremento della violenza nei confronti degli animali. Ma le conseguenze non si limiteranno solo agli animali, poiché questa normativa comporterà anche una significativa restrizione alla libertà di movimento dei cittadini, limitando il diritto di fare una semplice passeggiata in campagna, di intraprendere un’escursione nei boschi o semplicemente di spostarsi liberamente fuori città per godere della natura. Si creerà di fatto una situazione simile a un coprifuoco diffuso o a zone interdette alla circolazione, dove i cittadini dovranno rinunciare alla fruizione pacifica degli spazi naturali per timore della presenza di cacciatori armati“.

“Il Ddl”, concludono gli animalisti, “cerca di legittimare la caccia con il concetto di cultura e tradizione, ma noi crediamo fermamente in un futuro in cui non esista cultura che porti violenza e morte. Affinché ci possa essere un futuro, la strada non può essere che quella della convivenza pacifica, del rifiuto della violenza oltre ogni diversità, oltre ogni confine, compreso quello di specie”. “Ed è anche per questo che oggi siamo qui”, ha detto Mariapia Superti, responsabile della sezione di Lav Cremona, come sempre dalla parte degli animali”.

Sara Pizzorni

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