Abbracci e baci a scuola: bidella
accusata di violenza sessuale
Apprezzamenti, abbracci, attenzioni particolari e messaggi in chat. Per un’ex bidella di una scuola superiore di Cremona l’accusa è quella di violenza sessuale aggravata nei confronti di due studenti di 16 anni. I fatti risalirebbero all’anno scolastico 2022-2023. Per la procura, oggi rappresentata in aula dal pm Alessio Dinoi, l’imputata, in veste di collaboratrice scolastica, avrebbe indotto uno dei ragazzini a recarsi all’interno dello stanzino riservato ai collaboratori scolastici dove avrebbe cercato di abbracciarlo e di baciarlo.
A lanciare l’allarme all’interno dell’istituto era stata una delle professoresse: la donna aveva visto l’imputata che non lasciava uscire il giovane dallo stanzino, e si era insospettita. La voce si era sparsa all’interno della scuola anche relativamente ad un altro studente che sarebbe stato oggetto delle attenzioni particolari dell’imputata.

Ad un professore, uno dei minori aveva confidato di essere perseguitato dalla bidella e di non poterne più. “I due ragazzi erano in difficoltà nel gestire il rapporto con la collaboratrice scolastica”, ha riferito in aula il docente. Uno, in particolare, era turbato da quanto stava succedendo”. Il testimone ha parlato anche di alcune chat che l’imputata avrebbe inviato ai ragazzi: “Costa stai facendo?, io sono appena uscita dalla doccia”, avrebbe scritto. Oggi in aula sono stati sentiti altri testimoni, come la preside e la vice dell’istituto che all’epoca avevano convocato i genitori dei ragazzini.
Nel processo, una sola delle presunte vittime si è costituita parte civile, mentre l’imputata è assistita dall’avvocato Consuelo Beber, che oggi ha depositato una perizia psichiatrica che attribuisce alla donna “fragilità emotive importanti”. Secondo la difesa, nessuno dei testimoni ha avuto mai modo di assistere a comportamenti equivoci da parte dell’imputata, mentre in merito alle chat la difesa si riporta a quanto era stato verificato durante le indagini dei carabinieri: e cioè al fatto che “non erano stati trovati contatti telefonici tra i due ragazzini e la bidella”.
“Si tratta di una vicenda estremamente delicata“, ha comunque spiegato l’avvocato Beber, che non si è spinta oltre”. “Una vicenda che impone rispetto e cautela nei giudizi. La difesa confida che il processo, condotto con equilibrio e rigore, permetterà di chiarire i fatti nel pieno rispetto della verità e della dignità di tutti i coinvolti”.
Sara Pizzorni