Truffato e preso in giro. "Non
ritiro la querela neanche morto"
“Se ritiro la querela?. Neanche morto”. Così ha risposto alla domanda posta come prassi dal pm onorario Silvia Manfredi. Francesco, vittima di una truffa, non si è costituito parte civile, ma vuole che l’imputato sia condannato. “Sì, perchè per questa cosa ho visto il mio fratellino disperato“.
Cinque anni fa Francesco aveva visto un annuncio su instagram sulla vendita “a prezzi stracciati” di biciclette elettriche, un monopattino, quattro telefoni cellulari. “Tutto a 400 euro l’uno”. Francesco, che aveva da parte 3.000 euro e che voleva fare dei regali, soprattutto al suo fratellino di 17 anni, pensava fosse una grande occasione, e ha acquistato tutto ciò che c’era in vendita. “Sembrava tutto regolare, sito bello, perfetto, facevano vedere i prodotti nel dettaglio”. Costo complessivo: 1920 euro.
“Ho scritto subito e mi hanno risposto che dovevo contattare un numero su WhatsApp. Ho parlato con un uomo con cui mi sono messo d’accordo e in giornata ho fatto la ricarica con i dati intestati alla persona con cui avevo parlato“. “Ho effettuato più transazioni”, ha ricordato Francesco, che però, una volta pagato il tutto, non si è visto arrivare nulla, scoprendo anche che il negozio elettronica con sede a Capri a cui il sito rimandava non esisteva. “Quando ho chiamato la persona con cui avevo parlato mi sono sentito ridere in faccia e quello ha iniziato a insultarmi in napoletano“.
Disperato e arrabbiato, Francesco si era rivolto alla polizia postale presso cui aveva sporto denuncia. Le indagini hanno portato ad identificare Antonio, napoletano, come presunto autore della truffa. Nei confronti dell’imputato, che non si è presentato, la sentenza sarà emessa il prossimo 6 febbraio. Francesco non si è costituito parte civile, non vuole il risarcimento, ma la condanna di chi l’ha preso in giro. Il giorno della decisione ha promesso che sarà in aula.
Sara Pizzorni