Cronaca

Violenza contro moglie, lui nega
accuse: “Mai picchiata, solo litigi”

Nuova udienza, questa mattina, nel processo a carico di un 40enne rumeno, accusato di maltrattamenti nei confronti della moglie, sua connazionale. In aula sono stati ascoltati diversi testimoni, tra cui amici di famiglia e lo stesso imputato, che ha fornito la propria versione dei fatti.

Secondo i testimoni della difesa, amici dell’imputato, “la moglie non avrebbe mai manifestato segni di paura né mostrato lividi”. Insomma, per chi li frequentava, i due “avevano un rapporto normale”.

I testimoni hanno rimarcato come Angela (nome di fantasia, ndr) fosse “una persona molto decisa” e come lui l’avesse “aiutata ad aprire il negozio di parrucchiera”. I due, secondo il racconto degli amici, “avevano un tenore di vita sopra la media, uscivano spesso a cena”.

In aula si è parlato anche della relazione extraconiugale del marito, che avrebbe provocato una grande rabbia nella moglie. “Era molto arrabbiata con l’amante del marito” ha raccontato uno dei testi. “Una volta ho visto lui in bicicletta e lei che gli urlava dietro in rumeno. Lì abbiamo capito che stava succedendo qualcosa”.

Anche un terzo testimone, titolare di un bar tabacchi frequentato dalla coppia, ha riferito di non aver mai notato segni di violenza sulla donna. “All’inizio uscivano insieme, poi lei ha scoperto che lui aveva un’altra. Era molto agitata, veniva al bar e voleva sapere dove fosse lui e dove fosse l’altra”. L’amante, peraltro, era titolare di un negozio vicino al bar.

Nel corso dell’udienza è stato ascoltato anche l’imputato, che ha ricostruito la sua storia personale e familiare. “Sono venuto in Italia e lei mi ha raggiunto dopo”, ha raccontato. “Ha iniziato a lavorare come donna delle pulizie, poi nel 2010 abbiamo comprato casa. Le ho pagato corsi di formazione e, con i soldi guadagnati in un cantiere, le ho aperto il negozio di parrucchiera”.

L’imputato ha negato di aver mai picchiato la moglie, sostenendo che gli episodi di tensione in casa fossero dovuti a litigi reciproci. “Una sera sono rientrato con delle mutande di marca e mi ha accusato di averle comprate per andare con altre donne, quindi le ha tagliate, e io le ho tagliato le scarpe. C’erano spesso urla e discussioni, ma non l’ho mai picchiata. Una volta l’ho colpita per sbaglio con il tagliere, ma non era stato un gesto intenzionale”.

Il 40enne ha negato, davanti alle incalzanti domande del giudice, anche gli episodi legati a due referti del pronto soccorso, uno del 2012 e uno del 2023, in cui emergevano, a danno di Angela, contusioni e fratture: “Non ne so nulla, non mi sono mai accorto di niente” ha detto.

L’imputato ha poi spiegato che, dopo la fine del matrimonio, si sarebbero verificati reciproci dispetti: “Ho preso alcune cose dal suo negozio, ma erano mie, perché le avevo pagate io. Poi gliele ho riportate. Lei invece mi minacciava di farmela pagare e che non mi avrebbe più fatto vedere i figli” ha detto al giudice.

Il processo è stato rinviato al 17 febbraio per la discussione finale.

Laura Bosio

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