Cronaca

A Cremona la tassa rifiuti
meno cara d'Italia

Nel 2025 le famiglie italiane spendono in media 340 euro per la Tari, ma Cremona si afferma come la città più economica con soli 196 euro

La spesa media delle famiglie italiane per la gestione dei rifiuti urbani è in salita rispetto al 2024. Secondo l’Osservatorio Prezzi&Tariffe contenuto nel Dossier Rifiuti di Cittadinanzattiva nel 2025 una famiglia di tre persone (che abitano in una casa di 100 metri quadrati) ha speso per la Tari 340 euro in media.

Ma Cremona è in controtendenza: è il capoluogo di provincia meno caro in Italia, con una spesa media di 196 euro.

La raccolta differenziata è arrivata al 66,6% a livello nazionale ma rimane molto sbilanciata a livello geografico tanto che al Sud il costo medio è del 33% in più rispetto al Nord con l’importo di Catania che arriva a 602 euro, tre volte più caro dei 196 di Cremona.

“Un grande risultato – commenta il sindaco di Cremona Andrea Virgilio – che premia il lavoro fatto in questi mesi, per contenere gli aumenti previsti per legge, dall’assessore Simona Pasquali e dal Settore Area Vasta Ambiente e Transizione Ecologica del Comune. Tutto questo grazie al recupero dell’evasione, a un’ottimizzazione del servizio e all’applicazione della TARIP, la tariffa puntuale, che premia chi differenzia: si paga in base ai rifiuti indifferenziati realmente prodotti, non solo ai metri quadri o ai componenti della famiglia”.
“Un impegno condiviso – precisa il primo cittadino cremonese – che ci consente di puntare a superare l’80% di raccolta differenziata: un percorso virtuoso che rende la nostra città ancora più attenta all’ambiente e capace di ottenere risultati importanti quando cittadini e istituzioni vanno insieme nella stessa direzione”.

“A incidere sulla gestione dei rifiuti non è solo la quantità della raccolta, che viene misurata da questi dati – spiega Tiziana Toto, responsabile delle politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva -, ma anche, per esempio, la qualità degli scarti. Va creato un ponte tra raccolta e riciclo che in alcuni casi, come quello del settore tessile, non esiste ancora”.

Federica Bandirali

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