Cronaca

Chat e incontri sadomaso con 14enne
"Ho scoperto solo dopo la sua età"

A processo un architetto di 65 anni, ex funzionario comunale

“Se lei era minorenne?. Non ci siamo detti subito le nostre età. Che aveva 14 anni me lo ha detto, ma non subito”. Così, in aula, l’imputato, 65 anni, per 10 anni ex funzionario di un Comune dell’Abruzzo, di professione architetto, finito a processo per violenza sessuale ai danni di una ragazzina, 14enne all’epoca dei fatti. I due si erano conosciuti nell’agosto del 2020 su Omegle, una piattaforma di messaggistica anonima. “Collegava persone casualmente a seconda degli argomenti in comune”, ha spiegato l’imputato. “Nel nostro caso c’erano delle parole chiave, come ‘dominatore’ e ‘sottomesso’. Tra noi in chat si parlava di questo rapporto, come ognuno lo vedeva e che esperienze aveva avuto”. I due, successivamente, si erano spostati su Kick, un’altra piattaforma social. Lei era già iscritta, mi ha dato il suo nickname”.

I contatti tra l’uomo e la ragazzina erano andati avanti fino all’estate del 2021. “Per un periodo avevo smesso di chattare”, ha raccontato il 65enne, “ma poi lei mi ha cercato e abbiamo ricominciato. Ci chiamavamo per soddisfazioni sessuali, e ci siamo detti che quelle cose dovevamo metterle in pratica”. Nel maggio e nel giugno del 2021 i due avevano deciso di vedersi di persona, e si erano incontrati a Cremona, dove lui aveva affittato una stanza. Lì avevano praticato del sadomasochismo.

Nel frattempo la madre della ragazza aveva iniziato a sospettare qualcosa. “Ricordo che era giugno del 2021, ultimo giorno di scuola”, aveva raccontato in aula la donna. “Mia figlia mi aveva detto che sarebbe andata a mangiare la pizza con i compagni di scuola, ma la cosa mi è sembrata strana, visto che con loro non aveva un grande rapporto. Poi mi aveva mandato un messaggio dicendomi che era a casa di amici e che sarebbe arrivata tardi. In casa c’era il suo iPad che era collegato al cellulare e sono riuscita a trovare la sua posizione. Era in un luogo dove non doveva essere.

Avevo già guardato il telefono di mia figlia e ho trovato chat molto strane. Dall’iPad, mentre lei era a scuola, vedevo che qualcuno le chiedeva delle foto. In una, c’era mia figlia mezza nuda. La persona le mandava dei messaggi pesanti in cui diceva che era il suo padrone, il suo dominatore, che non aveva mai avuto delle sottomesse come lei e che sarebbe stata punita se non gli avesse inviato delle foto.

Lui ne aveva mandata una in cui era in intimo vicino al box della doccia. ‘Se fai la brava, questo è tutto tuo’, le aveva scritto. Tu non sai cosa farei se ti togliessi quel maglioncino‘”. “All’inizio”, aveva raccontato la mamma, “mia figlia mi aveva detto che si trattava di un ragazzo. Solo dopo ho scoperto la sua vera età”. Un giorno, ad una telefonata dell’imputato, al posto della figlia aveva risposto lei. “Gli ho detto di smetterla, che doveva vergognarsi, e che se voleva giocare doveva farlo con un adulto”.

Eppure la ragazza, così come raccontato dalla donna, continuava a “difenderlo a spada tratta“. “Mia figlia”, aveva spiegato la mamma, “non aveva rapporti con suo padre. Io e lui siamo separati e lei viveva con me. Stava cercando una figura paterna, ma poi si è accorta che in quella persona di paterno non c’era nulla“. “Del rapporto con il padre, lei non me ne ha mai parlato”, ha invece raccontato l’imputato. “So comunque che i genitori erano separati e che lei frequentava il padre abitualmente”.

I due si erano incontrati a Cremona due volte. “Mi ha convinto a fare certe cose“, aveva riferito a suo tempo la vittima ai giudici, “e abbiamo avuto un rapporto completo“. L’11 giugno del 2021 era scattata la denuncia.

Oggi, tra i testimoni chiamati dal pm Francesco Messina, c’era la figlia della proprietaria della casa turismo dove l’imputato, il 7 giugno del 2021, aveva prenotato una stanza. “Ha prenotato con il suo nome”, ha ricordato la donna, “chiedendo la stanza tra le 9 e le 10. Gli abbiamo detto di sì, anche se il check in è fissato a dopo le 14. Lui si era presentato come architetto. Nel corso della mattina l’ho visto salire in camera con una ragazza giovane“. Oggi la testimone lo ha riconosciuto in aula. A riconoscerlo è stato anche il titolare di una pizzeria di Cremona dove la coppia aveva pranzato. Durante le indagini, i carabinieri gli avevano mostrato una foto dell’imputato. “Ricordo che era con una donna giovane“, ha detto il testimone, “ma non ho notato da parte loro comportamenti particolari”.

Sentito anche il maresciallo Ornella Celletti, all’epoca in servizio presso i carabinieri di Cremona, che aveva ricevuto mamma e figlia per stilare la querela. “Abbiamo effettuato una verifica sui luoghi frequentati dalla coppia il 12 maggio e il 7 giugno del 2021“, ha riferito il maresciallo, che insieme ai suoi uomini aveva effettuato anche una perquisizione a casa dell’imputato. “Abbiamo sequestrato dispositivi telefonici, tablet e trovato materiale sadomaso“.

In conclusione di udienza, il pm Messina ha chiesto ai giudici di valutare una perizia psichiatrica sulla ragazza per accertare eventuali condizioni di inferiorità psichica della stessa, ma il collegio, non essendoci una storia sanitaria pregressa, hanno rigettato la proposta.

Si torna in aula per la sentenza il prossimo 13 gennaio. L’imputato è assistito dall’avvocato Vincenzo Di Girolamo.

Sara Pizzorni

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