Cronaca

Rapporti sadomaso con 14enne
dopo la chat: 65enne a processo



Lei, Marta (nome di fantasia), all’epoca dei fatti 14 anni; lui, Daniele (nome di fantasia), 65 anni. Si erano conosciuti nell’agosto del 2020 online. La ragazza si era iscritta in una chat perchè cercava un partner “dominante”. “Pensavo che dall’altra parte ci fosse un ragazzo di 18/20 anni”, ha spiegato la giovane nell’udienza del processo che vede Daniele accusato di violenza sessuale. “Ho saputo solo più tardi la sua età”.

I due avevano continuato a chattare, e nel tempo si erano spostati su altre piattaforme, come ad esempio Telegram, inviandosi foto e video intimi. “Lui ha approfittato di un mio momento di debolezza per avvicinarsi a me”, ha spiegato la ragazza. Mi ha detto di spostarmi su altre chat perchè più comode e sicure, e io ho accettato”.

Consensualmente, nel maggio del 2021 i due avevano deciso di vedersi di persona, e si erano incontrati a Cremona, dove lui aveva affittato una stanza. Lì avevano praticato del sadomasochismo.

Nel frattempo la madre della ragazza aveva iniziato a sospettare qualcosa. “Ricordo che era giugno del 2021, ultimo giorno di scuola”, ha raccontato la mamma. “Mia figlia mi aveva detto che sarebbe andata a mangiare la pizza con i compagni di scuola, ma la cosa mi è sembrata strana, visto che con loro non aveva un grande rapporto. Poi mi aveva mandato un messaggio dicendomi che era a casa di amici e che sarebbe arrivata tardi. In casa c’era il suo iPad che era collegato al cellulare e sono riuscita a trovare la sua posizione. Era in un luogo dove non doveva essere. Era un palazzo dove si affittano stanze”.

La donna sapeva che nella vita di sua figlia c’era qualcuno. “Avevo già guardato il telefono di mia figlia e ho trovato chat molto strane. Dall’iPad, mentre lei era a scuola, vedevo che le chiedeva delle foto. In una, c’era mia figlia mezza nuda. Lui le mandava dei messaggi pesanti in cui diceva che era il suo padrone, il suo dominatore, che non aveva mai avuto delle sottomesse come lei e che sarebbe stata punita se non gli avesse inviato delle foto. Lui ne aveva mandata una in cui era in intimo vicino al box della doccia. ‘Se fai la brava, questo è tutto tuo’, le aveva scritto. Tu non sai cosa farei se ti togliessi quel maglioncino'”.

“All’inizio”, ha raccontato la mamma, “mia figlia mi aveva detto che si trattava di un ragazzo. Solo dopo ho scoperto la sua vera età”. Un giorno ad una telefonata dell’imputato, al posto della figlia aveva risposto lei. “Gli ho detto di smetterla, che doveva vergognarsi, e che se voleva giocare doveva farlo con un adulto”.

Eppure la ragazza, così come raccontato in aula dalla donna, continuava a “difenderlo a spada tratta“. “Mia figlia”, ha spiegato la mamma, “non aveva rapporti con suo padre. Io e lui siamo separati e lei viveva con me. Stava cercando una figura paterna, ma poi si è accorta che in quella persona di paterno non c’era nulla“.

Prima di dire basta una volta per tutte, e di interrompere tutti i rapporti, sia in rete che di persona, l’imputato e la ragazzina si erano incontrati ancora a Cremona, sempre in una stanza affittata da lui. “Lì mi ha convinto a fare certe cose“, ha raccontato la vittima, “e abbiamo avuto un rapporto completo“.

L’11 giugno del 2021 era scattata la denuncia. Il prossimo 25 novembre l’imputato, oggi presente in aula, si difenderà.

Sara Pizzorni

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