Cisl a Roma, sul palco la 23enne
Diana Calin dell'Asse del Po
«Guardate questa piazza, guardatela davvero. Questa è la CISL. Siete voi. Siamo qui perché vogliamo cambiare il domani, non subirlo». Con queste parole della segretaria generale Daniela Fumarola si è aperta oggi a Roma, in Piazza Santi Apostoli, la manifestazione nazionale della CISL, promossa per sostenere le richieste di modifica alla legge di bilancio e rilanciare il “patto sociale” su lavoro, crescita, coesione. Una mobilitazione pensata come proposta concreta per migliorare la manovra economica e costruire soluzioni condivise capaci di dare stabilità al Paese.
All’iniziativa ha partecipato anche l’Asse del Po, con una rappresentanza di oltre cinquanta sindacalisti e delegati provenienti dalle province di Mantova e Cremona. Presente a Roma anche il segretario generale Ivan Zaffanelli.
Al centro della manifestazione la richiesta di un nuovo patto sociale, inteso come un impegno chiaro tra Governo, parti sociali e istituzioni per affrontare le grandi trasformazioni in corso. Per la CISL questo patto serve a rimettere al centro il lavoro di qualità, a difendere il potere d’acquisto di stipendi e pensioni, a contrastare il lavoro povero, a tutelare chi vive condizioni di precarietà e a sostenere la genitorialità e la conciliazione tra vita e lavoro.
Dal palco di Piazza Santi Apostoli è intervenuta, a nome della Lombardia, la ventitreenne sindacalista dall’Asse del Po Diana Calin, operatrice della FeLSA Cisl, la categoria che rappresenta i lavoratori somministrati e atipici. Il suo intervento ha portato al centro della piazza una storia concreta, capace di raccontare con semplicità e forza le difficoltà che molte donne e molti giovani incontrano oggi nel mondo del lavoro.
Diana ha ricordato la sua esperienza come operaia metalmeccanica in fabbrica, con un contratto a tempo indeterminato tramite agenzia interinale, un lavoro che a vent’anni rappresentava una conquista e la possibilità di costruire un futuro. Un equilibrio che si è spezzato con la gravidanza e la nascita del figlio, quando l’azienda utilizzatrice ha deciso di interrompere la missione, lasciandola senza occupazione proprio nel momento più delicato della sua vita.
Senza lavoro, con un figlio appena nato e poche certezze davanti, Diana ha raccontato di aver vissuto una fase di grande difficoltà. È in quel momento che ha incontrato la CISL, che l’ha accolta, ascoltata e accompagnata, aiutandola a ritrovare consapevolezza dei propri diritti e fiducia nel futuro. Un incontro decisivo, che l’ha spinta a scegliere l’impegno sindacale per dare voce a chi lavora e spesso si trova ad affrontare situazioni di fragilità in solitudine.
Dal palco ha ribadito che «non vogliamo più subire, ma partecipare con responsabilità al cambiamento», sottolineando come la partecipazione dei lavoratori, e in particolare dei giovani, sia una risorsa fondamentale per costruire un lavoro più giusto e inclusivo. La sua testimonianza ha richiamato con forza i temi della dignità del lavoro, della tutela della maternità e del valore della contrattazione collettiva.
La manifestazione di Roma è stata, dunque, l’occasione per il sindacato di ribadire che crescita, produttività e coesione sociale sono priorità assolute, ma anche che nella legge di bilancio resta un vuoto clamoroso: il mancato rifinanziamento del fondo per la legge n.76 sulla partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese.
«La partecipazione non si umilia», ha ammonito Daniela Fumarola, rivolgendo alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni una richiesta chiara: rifinanziare presto e rifinanziare tutto. Diversamente, ha concluso, la CISL saprà alzare le proprie bandiere in ben altro modo.