Politica

Cantieri, servizi e cultura:
il 2026 nei progetti del Comune

Dallo stato dei lavori al ponte del Morbasco e al cimitero, passando dal trasporto pubblico locale e dal futuro del gattile, fino alla candidatura di Cremona Capitale italiana della cultura 2029. Il punto degli assessori Carletti, Pasquali e Bona sui principali dossier aperti.

La giunta durante la conferenza stampa di fine anno
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Opere pubbliche, mobilità, servizi e cultura. Nel bilancio di fine anno dell’amministrazione comunale emergono diversi temi destinati a segnare il 2026. Gli assessori Paolo Carletti, Simona Pasquali e Rodolfo Bona fanno il punto sui principali progetti in corso e sulle prospettive future.

PONTE SUL MORBASCO E CIMITERO

A fare il punto su cantieri e manutenzioni è l’assessore ai Lavori pubblici Paolo Carletti.

“Il progetto per il ponte sul Morbasco è in Sovrintendenza” spiega. “Ci hanno chiesto delle integrazioni sul primo progetto, ne è stato inviato un secondo con le integrazioni e ora attendiamo il parere positivo, con assoluta fiducia. Peraltro il termine è tra poche settimane e da lì si cantierizza immediatamente, perché i denari sono già stati stanziati dall’ente. Abbiamo stanziato 220 mila euro”.

Per quanto riguarda il cimitero, quali sono gli interventi in programma?

“Andiamo avanti su quello che ci siamo prefissati, cioè far diventare il cimitero un luogo degno della cultura della nostra città: un luogo ben ordinato, che possa invitare alla meditazione e che sia accogliente per tutti i cittadini. I lavori da fare sono tanti: proseguiamo con le luci votive, che abbiamo fornito anche ai campi dove non c’erano mai state; continuiamo con l’inghiaiamento dei viali per mantenere il massimo ordine; va recuperata l’orditura dei canali di scolo e dei pluviali. È ovvio che in questi casi la Sovrintendenza è particolarmente attenta al nostro bellissimo cimitero”.

Ci sono interventi specifici anche sul multipiano e sul Famedio?
“Sul multipiano abbiamo stanziato fondi per l’antisfondellamento, per verificare e togliere quei ponteggi dove è possibile. Un altro punto importante è il Famedio: ci auguriamo che il prossimo anno il nostro vescovo venga a celebrare la messa del giorno dei morti proprio lì. Auspico che ritorni ad essere agibile con i lavori che eseguiremo quest’anno”.

Lei ha parlato anche delle lastre storiche…

“Un’altra cosa che mi sta a cuore sono le lastre storiche frutto delle estumulazioni, risalenti tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, veramente interessanti. Sarebbe bello avere un’esposizione permanente. Il mio sogno è realizzarla nelle quinte dello scalone monumentale, con l’ultimo tratto della Cremonella aperto: immagino il sovrappasso del cimitero, artisticamente bellissimo come arte industriale, con sotto e di fianco le lastre. È un sogno che speriamo si possa realizzare”.

TRASPORTO PUBBLICO E OASI FELINA

Mobilità e servizi sono invece al centro dell’intervento dell’assessore Simona Pasquali. “Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, quest’anno sarà il momento del bando” sottolinea. La gara verrà espletata dall’Agenzia del Trasporto Pubblico sull’intero sottobacino Cremona-Mantova. Chiaramente noi ci rivolgiamo a quello che è il sottobacino di Cremona”.

Restano difficoltà nei collegamenti con i quartieri…

“Non dipende tutto dal Comune. La parte finanziata del trasporto pubblico è una parte statica, che prevede un numero definito di chilometri. Vorrebbe dire avere più finanziamenti dal Fondo nazionale trasporti per aumentare i chilometri e quindi anche i collegamenti. Detto questo, che è un problema strutturale, si può comunque cercare di ottimizzare i chilometri che si hanno”.

State lavorando in questa direzione?

“Sì. Con il potenziamento della linea U vogliamo rafforzare la linea E, quindi sistemare alcune linee già esistenti e ottimizzare i chilometri a disposizione. Il grande taglio del 2013, che portò a togliere i collegamenti dal quartiere Maristella e a ridurli sugli altri quartieri, è un taglio che ancora oggi pesa”.

Un altro tema aperto è quello dell’oasi felina…


“Abbiamo ricominciato il giro istituzionale di incontri per capire come intervenire. Tra il primo e il secondo bando è intervenuto un cambiamento legislativo e quindi abbiamo adeguato l’oasi felina anche a gattile rifugio, prevedendo un numero di stalli. Questo cambia la modalità di gestione, perché un’oasi felina ha una gestione più leggera rispetto a un gattile o a una struttura polifunzionale come quella nuova che abbiamo costruito”.

Cosa comporta questo cambiamento?


“Vuol dire rifare le analisi, verificare se quanto stanziato è sufficiente dal punto di vista economico, verificare la parte strutturale e se sono necessari ulteriori adeguamenti. Fortunatamente la struttura è stata progettata in maniera molto solida. Con Ats cercheremo di capire come procedere e come organizzare la gestione, tenendo conto che un gattile rifugio richiede un direttore sanitario e quindi costi che cominciano a lievitare”.

CREMONA CAPITALE DELLA CULTURA 2029

Sulla candidatura di Cremona Capitale italiana della cultura 2029 interviene l’assessore Rodolfo Bona. “Si è chiuso il periodo di presentazione delle domande da parte dei soggetti professionali specializzati che seguiranno l’intero iter durante il 2026″ spiega. “Sono arrivate 11 domande, ora al vaglio degli uffici, che dovranno verificare i titoli e poi decidere sulla base di criteri qualitativi legati anche all’esperienza maturata in altre circostanze”.

Quali saranno i passaggi successivi?

“Una volta che Cremona parteciperà, la domanda dovrà essere vagliata da una commissione di esperti nominata dal Ministero”.

Che tipo di progetto culturale state immaginando?


“Punterà su una cultura cittadina sostenibile e largamente partecipata. Pensiamo a un mix di tradizione, asset culturali consolidati ed elementi innovativi. Tra gli asset consolidati ci sono il sistema liutario e musicale, il sistema museale, quindi Cremona Musei, il sistema della lettura, le manifestazioni legate all’universo giovanile e altre proposte costruite nel tempo. Un altro asset importante è il fiume, tratto inconfondibile della nostra cultura, che ci mette in relazione anche con i territori vicini”.

Silvia Galli

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