Le testimonianze dei genitori giunte in redazione. La prima è del 28 novembre e in pochi giorni se ne sono aggiunte a decine
1 – Lucia Tononi Salve, scrivo in merito alla recente delibera regionale inerente il declassamento della Terapia Intensiva Neonatale dell’ASST di Cremona, affinché la mia testimonianza possa, in qualche modo, suscitare l’interesse di coloro i quali vogliono ridimensionare, ingiustamente, un reparto che mi ha restituito il sorriso quando credevo che tutto fosse perso.
Il giorno 2 giugno c.a., sono stata trasportata d’urgenza in ambulanza dall’ospedale di Desenzano (Bs) all’ospedale di Cremona a seguito di una lacerazione del sacco amniotico e conseguente fuoriuscita di liquido per il quale vi era la minaccia di un parto fortemente prematuro. Per tale motivo era richiesto un ospedale che avesse la strumentazione e le competenze tali da ovviare a tale emergenza.
Giunta in pronto soccorso all’ASST di Cremona, venivo subito ricoverata al reparto di Ginecologia e Ostetricia. In tale reparto, ho avuto per la prima volta contatti con i dirigenti medici dell’Utin, i quali, vista la minaccia di parto antecedente le 32 settimane, hanno avuto la premura, oltre che la professionalità necessaria, di mettermi al corrente circa tutte le difficoltà al quale la mia bimba poteva andare incontro se fosse nata di lì a breve.
Il giorno 26 giugno c.a., nonostante i vani tentativi di raggiungere quantomeno le 32 settimane di gestazione, nasce la piccola Rebecca di 30+1 settimane, fortemente prematura con un peso di circa 1,350 kg, a seguito di parto cesareo d’urgenza. Purtroppo, per una mamma, interrompere un rapporto con la propria figlia, portata in grembo con gioia e dedizione, è una delle cose più difficili da superare, ancor di più il fatto di non sapere in che condizioni potesse versare. Comincia quindi un lungo calvario per me e mio marito, in cui abbiamo avuto modo di interfacciarci con un mondo del tutto sconosciuto, ma per il quale porteremo sempre un bellissimo ricordo, per la professionalità e la passione con il quale è stato portato a termine un percorso lungo e pieno di insidie come racconterò in seguito. Causa un calo fisiologico nei successivi giorni al parto, Rebecca, era arrivata a pesare circa 1,100 kg, motivo per il quale il morale non era sicuramente dei migliori e la preoccupazione aveva preso il sopravvento su di noi neo-genitori. Pur tuttavia venivamo rassicurati dal personale dell’UTIN e invogliati ad aver fiducia in quanto le condizioni della piccola Rebecca erano stazionarie. Comincia così un lungo via vai da Carpenedolo (Bs), paese in cui risiediamo, a Cremona, per far visita alla nostra piccola e portarle quel poco di latte materno, fondamentale per la salute e la crescita di Rebecca.
Da premettere che gli oltre 60 km di strada non sono mai stati un peso, sia perché si andava a vedere la nostra piccola sia perché venivamo accolti all’UTIN sempre con cortesia e disponibilità a fornirci qualsiasi tipo di chiarimento in merito alle condizioni di Rebecca.
Man mano che passavano i giorni le speranze di poter abbracciare un giorno la nostra piccola aumentavano sempre di più; poi finalmente la marsupio-terapia dove sia io che mio marito abbiamo avuto modo di stabilire un contatto pelle contro pelle con nostra figlia, naturalmente sotto la supervisione delle infermiere e delle dottoresse le quali ci fornivano tutte le indicazioni in merito a quel tipo di terapia, ma soprattutto l’importanza per me, in qualità di mamma, di ristabilire un contatto perso con mia figlia il giorno in cui è nata.
Poi arriva uno dei giorni più belli, giunti in reparto come di consueto, constatiamo, tra la gioia di tutto il personale Utin che Rebecca finalmente era libera da sonde, sondini e quant’altro e quel cicalino che suonava ogni qual volta i suoi parametri vitali andavano sotto la soglia di ammissibilità era solo un lontano ricordo. Era stata finalmente spostata in culla come tutti i bambini nati a termine. Il nostro calvario volgeva al termine.
Dopo qualche settimana in cui, con l’ausilio delle infermiere e delle dottoresse, abbiamo perfezionato tutte le misure di precauzione verso Rebecca arriva finalmente il giorno tanto atteso. Dopo circa 80 giorni, tra la commozione generale di tutti lasciamo l’Utin di Cremona, ma per noi non sarà mai un addio in quanto Rebecca avrà tante zie che hanno reso possibile questo miracolo di circa 3.270kg. Grazie di cuore Utin di Cremona, e lunga vita a te!
2 – Daniela Ribolla. “Sono una mamma bresciana che due anni fa ha conosciuto la terapia intensiva neonatale di Cremona… dove la mia piccola è rimasta per un mese”, scrive la donna. “Tutto – prosegue – è cominciato un giovedì sera: forti dolori allo stomaco, la corsa al Poliambulanza di Brescia, dove ero seguita. Arrivata in pronto soccorso, con 250/120 di pressione, vengo portata subito in reparto, dove mi dicono: ‘Stia tranquilla adesso vediamo cosa fare…’. Dopo un’ora circa vengo messa in una stanza, con la diagnosi di plenclasia. Io continuo a lamentare forte mal di testa, ma mi dicono di stare tranquilla. Arriva la mattina del venerdì, e verso mezzogiorno entra in stanza un dottore che mi dice: ‘Signora per le tre la trasferiamo a Cremona perché noi qua non abbiamo posto per la sua bambina’. Scopro dopo, tramite conoscente che lavorava lì, che il posto c’era ma avevano una gestante in attesa di tre gemelli ed era più importante un trigemellare che una plenclasia.
“Vengo trasferita a Cremona – prosegue – dove io e mio marito, disperati, non conoscevano il posto, non avevamo contatti ed eravamo lontani un’ora da casa. Ma il dottore che era con me in ambulanza mi dice di stare tranquilla, che ero la terza che veniva portata a Cremona quella settimana. Arrivo a destinazione verso sera, aspettano mio marito, e quando arriva entra il primario, il dottor Aldo Riccardi, che mi dice che la situazione è grave e deve portarmi subito in sala operatoria. La mia piccola nasce e viene portata subito giù in Utin, mentre io vengo trasferita in rianimazione. La vedo dopo 4 giorni. La prima persona che ho conosciuto in quel reparto è stato propio il dottor Poggiani, una persona dal cuore d oro. Visto che vedevo mia figlia per la prima volta dopo 4 giorni, ha detto alla dottoressa di turno di spiegarmi cone stava: fortunatamente era solo piccola di peso, 1,250 kg, ma stava bene. Siamo stati un mese in Utin e abbiamo visto bimbi lottare tra la vita è la morte, ma abbiamo anche visto medici infermiere (le amate zie) che con amorevole cura dolcezza li hanno aiutati. Noi possiamo dire grazie a Cremona e grazie alla Utin se la nostra piccola ed io siamo ancora qua”.
3 – Laura Lucini. Sono Laura mamma di Alessandro che é nato alla 34esima settimana di gestazione. E’ stata una gravidanza tranquilla e senza problemi, ma nella notte tra il 18 e 19 marzo 2018 mi sono svegliata completamente bagnata: avevo rotto il sacco, siamo corsi in ospedale dove mi hanno tenuto in osservazione e abbiamo aspettato due giorni con punture per far sì che i polmoni del mio bimbo fossero pronti. Il giorno del cesareo è salita la dottoressa Telli, pediatra della Utin, e mi ha spiegato che il bimbo alla nascita avrebbe avuto bisogno di essere intubato oppure indossare una maschera per aiutarlo a respirare. La dottoressa è stata gentilissima e carinissima nel rassicurarmi. Il 20 marzo Alessandro viene al mondo, fortunatamente ha respirato subito da solo senza aver bisogno di nessun aiuto, anche se era un po’ piccolino 2,395 kg. Siamo passati per la Utin solo per 8 giorni, ma tutto il personale è stato carinissimo: si sono presi cura del mio bimbo con molto amore, le infermiere poi…delle fantastiche zie. La Utin è il fiore all’occhiello dell’ospedale di Cremona e non merita assolutamente il declassamento. Non smetterò mai di ringraziarli.
4 – Luana. Sono una mamma bresciana che la sera del 21 ottobre di 2 anni fa fu trasferita a Cremona dalla Poliambulanza di Brescia per una preeclampsia severa e un’epatopatia gravidica: ero di 34 settimane, le mie analisi erano peggiorate e in Poliambulanza mi dissero che si era occupata l’ultima culla termica disponibile, per cui fui portata in ambulanza a Cremona dove, verso le 2 di notte mi fecero un taglio cesareo d’urgenza in anestesia totale. Quando Gioele nacque era cianotico, ipotonico e areattivo: il mio piccolo di 1,493 kg, venne rianimato, intubato e trasferito in Utin, dove rimase per 23 giorni, mentre io rimasi ricoverata per due settimane. Il Dr. Poggiani e la sua equipe, così come il personale del reparto di ostetricia, sono sempre stati molto disponibili e rassicuranti. Pertanto ringrazio tutti coloro che ci hanno ‘preso per i capelli’ e tutti quelli che ci hanno assistito in quel periodo, anche perché, a distanza di due anni da quei momenti così drammatici, l’11 ottobre di quest’anno ho potuto diventare di nuovo mamma di una splendida bambina, nata di 38 settimane.
5 – Elisa Grandi, Ivan Puerari. Siamo genitori delle gemelline Linda e Lucia nate a 34 settimane premature, in seguito a rottura del sacco a 30 settimane. Le mie gemelline sono state ricoverate un mese in Tin, dove noi genitori siamo stati accolti, confortati, supportati e rassicurati da tutti. Abbiamo trovato una professionalità estrema da parte di tutta l’equipe medica. Ho trovato supporto e conforto da tutto il personale per una mamma che non ha potuto prendere in braccio le sue bimbe per diversi giorni. La cura, la dolcezza e l’amore che ho visto dare nel reparto da tutti i medici e dalle infermiere a tutti i bimbi rimarrà per sempre impressa nel mio cuore. Non finirò mai di ringraziare tutto il reparto per aver lottato con noi.
6 – Michela Mattarozzi. Mi chiamo Michela, mia figlia Sofia ha quasi 15 anni ed è stata un’ospite dell’Utin di Cremona. Era il 2004, avevo 17 anni. Il 29 dicembre, a 28 settimane, il mio piccolo miracolo decide di nascere, 1.089 grammi di donnino. Calata subito a 887 grammi, operata al cuore, piena di tubicini. Mi hanno accudito e coccolato come se fossi loro figlia. Mi hanno sempre spiegato tutto, sia le cose belle che quelle meno, sempre umani e professionali, a volte anche più della norma, per tutta la sua permanenza, cioè 2 mesi e mezzo. Se non ci fosse stato questo reparto, con questo personale e questa strumentazione, mia figlia Sofia non sarebbe sopravvissuta e ora non sarebbe quella splendida ragazza che è e ora non sarei qui a raccontarvi una storia a lieto fine.
7 – Gaia. Sono Gaia, mamma di Samuel nato alla 33esima settimana di gestazione. E’ stata una gravidanza tranquilla fino a quando la mia pressione si è notevolmente alzata con conseguente arresto di crescita del mio piccolo. Così il 23 ottobre 2014 con un cesareo programmato Samuel nasce. Il suo peso è di 1420kg viene messo in incubatrice e trasferito in terapia intensiva neonatale. Qui grazie alla tempestività, professionalità e umanità dei medici e degli infermieri riceve per ben 35 giorni le cure necessarie, tante coccole e tanto amore. Non smetterò mai di ringraziare tutti i medici e gli infermieri di quel reparto in particolare l’infermiera Maria Torresani che essendo del mio paese mi ha supportato e consigliato anche dopo il nostro ritorno a casa. In Utin lavorano dei veri e propri angeli che hanno aiutato e lottato con Samuel affinché si aggrappasse alla vita. La terapia intensiva neonatale di Cremona é il punto di forza dell’ospedale non può e non deve essere declassata.
8 – Valeria. Ciao sono Valeria e questa è la mia testimonianza. La mattina del 21 marzo 2018 mi sono recata dalla mia ginecologa per un controllo di routine, ero alla 33esima settimana.
I miei valori erano tutti sballati quindi mi consigliò di andare all’ospedale di Cremona per avere un parere medico più accurato… lì mi dissero che tempo due giorni e mi avrebbero fatto un cesareo d’urgenza. Erano le 11:50 del 23 Marzo 2018 e nasceva Alessandro a 33settimane, 43cm e soltanto 1 chilo e 470 grammi.
Mio figlio è salvo grazie ai medici della TIN che hanno fatto il possibile per tenerlo in vita e io non li ringrazierò mai abbastanza.
9 – Barbara. Era il 2 maggio di 2 anni fa. Gravidanza gemellare monocoriale monoamniotica 34+5 quando alle 8.43 e 8.45 son nate le mie gemelline con un cesareo molto sereno e senza complicazioni. Le mie piccole, dopo aver conosciuto il papà son andate in tin 21 giorni. In quei giorni abbiamo trovato ragazze pronte ad insegnarci ogni piccolo ‘truchetto’ per neogenitori, a farti sorridere in un momento di sconforto, ma soprattutto a donare amore alle tue creature affezionandosi e ricordandosi di loro nonostante il tempo passi. Ho fatto 5 giorni in ospedale con le mie bimbe e, ad oggi, li rifarei tutti perché in un momento così delicato (di lontananza dalle mie bambine) han saputo spronarmi per far sì che io potessi esser pronta al rientro a casa dandomi conforto e forza per il domani.
10 – Giada e Nini. Siamo due genitori cremonesi fortunati! Siamo genitori di tre gemelli, nati a Cremona il 1 maggio 2019 a 31+5 con cesareo d urgenza… Inutile stare a spiegare tutto, ma ci teniamo ad unirci a tutti i genitori che devono la vita al nostro reparto di Unità Terapia Intensiva Neonatale! Non possiamo credere come si possa solo pensare una cosa del genere! Ci sorge una domanda spontanea: avete mai visto un bambino prematuro? Questo reparto salva la vita a tanti piccoli guerrieri e ai loro genitori! Non smetteremo mai di ringraziare il reparto di ostetricia e ginecologia per essersi preso cura di me e all Utin per essersi preso cura dei nostri guerrieri di 1,8 kg 1,6kg e 1,4 kg! Grazie alle “zie” e ai medici! Un reparto eccellente e fondamentale che giorno dopo giorno ci ha ridonato il sorriso e la vita!
11 – Novella. Sono Novella, mamma di Luca di 12 anni e di Mattia 10, entrambi sono nati a termine nell’ospedale Maggiore di Cremona. Luca, nato il 5 marzo 2007, ha avuto bisogno del reparto di terapia intensiva perché nato con parto naturale ma molto difficoltoso. In seguito i medici del reparto hanno avuto il sospetto di una malattia genetica rara, la sclerosi Tuberosa, confermata dopo diversi esami. Luca è rimasto 28 giorni in Utin, accudito con cura dal personale, e io andavo 3 o 4 volte al giorno per allattarlo. E’ stato un mese duro, in cui abbiamo dovuto cambiare la nostra idea di Luca, abbiamo dovuto parlare quasi ogni giorno coi medici, e non immagino minimamente come sarebbe stato se il reparto non ci fosse, e Luca fosse stato mandato a Brescia. Non ha un lieto fine la nostra storia, perché ancora dopo 12 anni lottiamo per la cura di Luca, ma il reparto di terapia intensiva è stato fondamentale in quei giorni.
12- Elena. Ciao a tutti! Anche io voglio dare la mia testimonianza per salvare questo reparto. Mi chiamo Elena ho 37 anni e abito in provincia di Cremona. In data 17 settembre 2012 io e il mio Tommaso siamo stati ” salvati” dai dottori del reparto ginecologia e utin. Ebbene si. Già dalla 11 settimana di gravidanza mi è stata riscontrata la placenta bassa centrale. Avevo gia subito un cesareo con la nascita del primo figlio. Sono rimasta a letto per ben 5 mesi. Il mio Tommaso è nato alla 36 settimana ; la mia diagnosi : emoraggia per placenta previa centrale accreta e successiva embolizzazione delle arterie uterine. Quella del mio piccolo Tommaso nato prematuro: riscontro di pneumotorace bilaterale con problemi di respirazione. Ora lo racconto come un lieto fine ma devo dire Grazie!!! Grazie alla professionalità dei dottori e tutti gli infermieri di questo reparto oltre a quello di ginecologia. Non deve essere declassato un reparto che funziona bene!! E che salva delle piccole vite!!
13 – Matteo. Il 30 gennaio è nato mio figlio Lorenzo. Durante il parto ha avuto un problema respiratorio è prontamente, dopo i primi soccorsi ne “l’isola neonatale”, è stato trasferito in Utin, dove è rimasto ricoverato per una settimana. Disponibilità, cordialità e professionalità del personale medico e infermieristico ineccepibile! Come prima esperienza da padre mi hanno insegnato a prendermi cura di mio figlio (cosa di cui non avevo la minima idea di dove si dovesse iniziare). Già il fatto che appena entrato ti chiamino “mamma” e “papà” fa si che l’ambiente sia davvero informale e accogliente! Mio figlio Lorenzo dopo le loro cure non ha avuto più problemi. Sono state programmate visite di controllo per valutare i miglioramenti del bambino e si sono presi in carico della sua salute in maniera impeccabile. Da infermiere che lavora nell’ospedale di Cremona credo che sia davvero un azzardo chiudere un reparto di “emergenza/urgenza”. Un errore che vedrà costrette le famiglie in attesa ad andare a Brescia o Parma per farsi seguire durante la gravidanza.
Da infermiere mi metto anche nei panni dei miei colleghi che si vedono tolta la possibilità di lavorare nel reparto che hanno scelto con amore e passione solo per burocrazia e politica da 4 soldi! La salute va protetta.
14 – Antonio e Tiziana. Siamo Antonio e Tiziana, siamo genitori di due gemellini Alex e Andrea nati alla 28esima settimana con un peso inferiore al Kg (940g e 980g). Ora hanno 9 anni e tutto questo solo grazie all’esistenza di questo meraviglioso reparto. I nostri amori sono rimasti due mesi in terapia intensiva, due mesi nei quali potevamo vederli, ma non toccarli e stringerli tra le braccia. Un periodo lungo e alquanto difficile, anche Perché una mamma sa cosa vuol dire partorire i propri figli ma non poterli stringere tra le proprie braccia. La professionalità e l’umanità del personale della UTIN ha fatto sì che questo periodo difficile diventasse più lieve, ci sono sempre stati vicino e hanno sempre saputo affrontare anche le varie problematiche che si sono riscontrate. Mi hanno anche insegnato molto, soprattutto nella gestione a casa di due gemelli contemporaneamente. Ne saremo sempre riconoscenti x quello che hanno fatto per noi ma anche x molte altre famiglie che hanno aiutato. Grazie UTIN.
15 – Mauro. Filippo nacque 40 giorni prima del termine, perché la sua mamma aveva quella che allora si chiamava “gestosi”, termine ora sostituito da uno più incomprensibile: “preeclampsia”. Dentro la sua mamma lui stava soffrendo e così lo fecero nascere. Pesava 1.580 grammi e il pannolino che gli misero, pur essendo della misura più piccola, aveva un pesante risvolto sotto le ascelle, da tanto che lui era piccino.
Rimase lì 40 giorni e noi andavamo a vederlo più volte al giorno, rallegrandoci quando leggevamo la tabella e vedevamo una crescita di qualche grammo. Ogni pasto era una vittoria di pochi grammi e altrettanti centilitri di latte. Ce lo restituirono al raggiungimento dei 2,5 chili ed era la data nella quale avrebbe dovuto nascere, il giorno prima del mio onomastico. Per portarlo a casa gli facemmo indossare un piumino porta enfant, eravamo a metà gennaio, ma anche questo era troppo grande per lui e ci scompariva dentro.
Così legammo con un nodo le gambe del piumino, affinché Filippo ci potesse star dentro senza sprofondare. Fu anche la prima volta in 40 giorni che potei entrare anche io in reparto e quando lo presi in braccio, piansi di commozione. Non ricordo i nomi dei medici e delle infermiere di quel fantastico reparto, son passati tanti anni ma se Filippo fra pochi giorni potrà compiere 29 anni è sicuramente merito loro e della voglia di vivere di quel piccolo esserino.
16 – Marco Bragazzi. Esattamente nove anni fa incrociavo lo sguardo del dott. Poggiani nel suo studio presso l’unità di Terapia Intensiva Neonatale del nosocomio di Cremona. Era uno sguardo sincero e compiaciuto, uno sguardo che sapeva trasmettere quella sicurezza e quella tranquillità di chi, come il dott. Poggiani e tutti i suoi collaboratori, avevano saputo applicare al meglio la scienza medica per tutelare ed aiutare la vita di una neonata. Il referto lasciava con tranquillità, a distanza di una settimana dal ricovero di mia figlia appena nata, la possibilità a due neo genitori di tornare a casa con la loro bambina. Tornare a casa con la propria bambina è il fine ultimo per ogni genitore che è stato costretto ad abbracciare la propria figlia solo ad orari predefiniti o ad osservarla attraverso un vetro. Quello sguardo aveva lasciato dentro di me la consapevolezza di aver trovato una realtà e delle persone che avevano seguito passo per passo quel valore unico che è la tutela di un paziente, un team di medici e collaboratori il cui lavoro, già di per se difficile, è messo ancora più a dura prova dall’età del paziente. Quel gruppo di persone rappresentava la speranza per dei genitori, speranza che era accompagnata dalla professionalità di medici e assistenti in grado, prima di tutto, di spiegare cosa era successo e come lo avrebbero affrontato. A distanza di nove anni esatti mi risulta impossibile non ringraziare ancora il team di quella unità, così come non riesco a dimenticare quello sguardo, quel significato di gioia profonda trasmessa a chi, come me, aveva passato i primi giorni dalla nascita della propria figlia con il solo fine di seguire con attenzione le spiegazioni che mi venivano fornite sulla base dei referti ospedalieri.
Oggi quel lavoro, quell’attenzione, quella cura per il paziente e per i genitori sembra venir messo in secondo piano rispetto a quelle analisi di bilancio che, di solito, hanno il fine ultimo di giustificare chiusure o tagli senza alcuna logica. Lo sguardo del dott. Poggiani nove anni fa racchiudeva il lavoro di tutto il reparto, uno sguardo che, per un cittadino comune come me, rappresentava un passo enorme nella propria vita, uno sguardo che, invece, dovrebbe far riflettere coloro che decidono sulla base degli indici di bilancio.
17 – Alessandro. Ciao sono Alessandro, voglio dare questa testimonianza a favore dell’Utin. La mia bimba Milena è nata all’ospedale di Casalmaggiore, sotto peso, con una abbastanza grave insufficienza respiratoria e con problemi di glicemia, a causa di una forte gestosi con pressione alta che mia moglie ha iniziato ad manifestare negli ultimi mesi della gravidanza con pressione molto alta.
Gli angeli dell’Utin subito chiamati d’urgenza hanno trasportato la piccola nel loro centro … e che dire, nelle tre settimane che l’hanno curata e accudita l’hanno salvata e resa la bimba di quasi 3 anni che ora è diventata! Anche noi non potremmo mai smettere di ringraziarli. Isolare così il nostro territorio non farà altro che peggiorare ancor di più il futuro delle nostre generazioni di giovani, che come noi vogliono una famiglia. L’aiuto di questo centro è indispensabile per la sopravvivenza dei nostri piccoli.
18 – Elisa. Mi chiamo Elisa e ho un figlio di quasi 4 mesi. Faccio una premessa: se posso raccontare ora la mia storia lo devo all ospedale di Cremona che mi ha seguito ogni giorno salvando la mia vita e quella del mio piccolo.
Ho avuto un parto difficile: cesario urgente con delle complicanze sia per me sia per il mio piccolo: Mio figlio, appena nato, ha avuto problemi respiratori ed è stato trasferito per circa 5 giorni nel reparto terapia intensiva di Cremona, dove tante persone di cuore si sono prese cura di lui, dove hanno saputo confortare me e il mio compagno, dove ogni giorno sembrava un incubo ma con i loro consigli e il loro grande lavoro hanno salvato mio figlio. Un reparto dove vorrei che tante mamme e tanti bambini bisognosi avessero la fortuna di essere seguiti. Grazie di cuore a tutti.
19 – Stefania. Maggio 2011, stavo portando avanti una gravidanza non facile, gestosi e preeclampsia. Dopo un precedente ricovero alla 29ª settimana, il 12 maggio vengo portata d’urgenza in ostetricia e il 20 maggio nasce Elisabetta, kg 1,390. Da quel momento, con un coordinamento eccellente tra ostetricia e Utin, mia figlia è stata curata in modo impeccabile. Nel mese di degenza in Utin io e mio marito abbiamo avuto modo di toccare con mano la professionalità e soprattutto la grande umanità di tutto il personale. Dopo 8 anni mi commuovo ancora pensando al reparto, che per noi, è stato una casa accogliente e rassicurante. Non permettiamo che Cremona perda questa grande eccellenza.
20 – Elena e Luca. Siamo Elena e Luca, abitiamo in provincia di Cremona, genitori di Davide, fortunatamente nato il 14 maggio 2010, all’UTIN di Cremona. Davide è nato prematuro, a 31 settimane, pesava 1.600 gr per 41 cm di lunghezza. Mi hanno riscontrato un problema di flussimetria al cordone ombelicale e lui non riceveva più né nutrimento né ossigeno, era una corsa contro il tempo, Davide rischiava di non farcela! Cesareo d’urgenza e nostro figlio è vivo grazie agli angeli che lavorano in quel reparto.
Davide è rimasto in Terapia intensiva per 21 giorni, curato e coccolato, noi genitori, spaventati e persi, siam stai assistiti psicologicamente ed emotivamente giorno e notte, per far si che alle nostre paure, si sostituisse la gioia, perché è quello che porta la nascita di un figlio. E’ solo grazie a questo reparto ed alla professionalità e amore che mettono in quello che fanno, che oggi possiamo testimoniare il lieto fine della nostra storia e quella del nostro splendido Davide. Grazie!
21 – Adriana. Sono Adriana, la mamma di Christian nato presso l’ospedale di Cremona. Il mio piccolo oggi ha 10 mesi, dopo venti giorni dalla nascita è stato ricoverato d’urgenza all’Utin di Cremona per bronchite e vrs. Siamo stati ricoverati otto giorni, io andavo e venivo da casa ogni tre ore per allattarlo, quindi non oso immaginare come sarebbe stato se dovevano trasferirci a Brescia, avendo anche un altro bimbo piccolo. Il reparto è all’avanguardia!
22 – Fulvia. Sono Fulvia mamma di Francesca, nata il 18 ottobre 1991, alla 26esima settimana: pesava 900 grammi. Nata in una clinica cremonese, Franesca è stata trasportata poi all ospedale di Cremona in condizioni più che critiche. Sarò riconoscente per sempre al prof. Rossoni che allora era il primario del reparto e a tutti i medici e infermieri per la professionalità e sensibilità con cui si sono presi cura della bambina e di noi genitori. Mia figlia ha superato una broncopolmonite, con un assistenza 24 ore su 24 quando le è stato tolto il respiratore e doveva respirare da sola. È stata dimessa dopo 3 mesi, poi fisioterapia e logopedia per alcuni anni: adesso è una splendida donna di 28 anni senza nessun segno del suo percorso con un inizio così difficile. Tutto ciò grazie al reparto Utin.