Bach e gli strumenti contemporanei, nuova sfida per Enrico Dindo
Il concerto di Enrico Dindo – domenica 25 settembre, alle 11, al Museo Civico di Cremona, nell’ambito della rassegna “Audizioni al Museo” ed il concomitanza con la mostra “Antonio Stradivari, l’estetica sublime” riscopre, intervallandole ad una pagina di Reger, le celebri Suite per violoncello solo di Bach. Nella storia della musica questi brani hanno un posto molto particolare, perché per primi sanciscono l’emancipazione dello strumento dalla funzione di basso continuo.
La suite è una forma comune nel barocco musicale, essenzialmente composta da movimenti di danza assai stilizzati. Ma qui Bach affida al violoncello, dando voce al suo carattere tipicamente melodico, un serrato intreccio polifonico che assolutizza i cardini della struttura compositiva togliendo tutto il superfluo.
Accostarsi a queste pagine è, dunque, ogni volta un’esperienza molto complessa: all’ammirazione per la grandezza e la maestosità delle sue suites, vere e proprie “cattedrali” barocche, si affianca sempre una sensazione di soggezione, perché un’aura di profonda spiritualità è espressa con semplicità e naturalezza.
“Ogni interprete – osserva Enrico Dindo, che eseguirà la seconda e la quarta – le porta con se un po’ dovunque, nel cuore, e sogna di suonarle tutte prima o poi. Ho eseguito il ciclo completo pochissime volte, ma le ho studiate a fondo: nel 2010 la Carisch ha pubblicato l’edizione curata da me, basata sul manoscritto di Anna Magdalena Bach, al termine d’un lavoro durato circa otto anni”.
Ora una nuova sfida interpretativa attende Enrico Dindo. Sottoporrà, infatti, alla prova bachiana due violoncelli contemporanei, due capolavori dei maestri liutai cremonesi Primo Pistoni ed Alessandro Voltini premiati con medaglia d’oro al Concorso Internazionale Triennale “Antonio Stradivari”. Come nelle recenti incisioni, infatti, il solista proporrà una lettura equilibrata e analitica, armonizzando i suggerimenti originali di Bach con l’uso di violoncelli moderni. “Cercando di rispettare le linee originali del fraseggio – spiega – la velocità di scorrimento delle varie danze emerge naturalmente”. E per meglio comprendere ogni sfumatura l’ascolto sarà guidato da Oreste Bossini, musicologo, giornalista, ideatore e conduttore di Radio3 Suite.
Proprio grazie all’impiego di strumenti così timbricamente diversi, lo spettatore ha la possibilità di venire trasportato ogni volta in un ambiente sonoro diverso, fatto di slanci e tenerezze e di qui ripartire attraverso nuovi percorsi musicali e sensibili. “Con Bach – sottolinea Dindo – non esistono risultati definitivi. Ogni volta le mie interpretazioni subiscono variazioni sostanziali, cambiamenti di colore, di tempi e soprattutto di articolazioni. Ho l’impressione di non arrivare mai a una soluzione davvero convincente e definitiva, ma forse è proprio questa magia delle Suites: l’eterna ricerca».
Ed a Bach allude anche la Suite n.1 op 131 di Max Reger, quasi un compendio tra il rigoroso contrappunto del Kantor e la letteratura tardo-romantica e postwagneriana. Nel brano, infatti, emergono in maniera molto evidente l’amore del compositore per il Romanticismo tedesco e il profondo legame con il Neoclassicismo, l’iniziale influenza brahmsiana e il suo successivo superamento in una singolare ed interessante evoluzione stilistica. Così la pagina, tra momenti di distesa contabilità e citazioni giocose, e accende un fitto percorso cromatismo, disinibito e diretto nella sua espressività vivace e lirica.
DOMENICA 25 SETTEMBRE 2011 – ORE 11.00
Sala San Domenico, Museo Civico
Enrico Dindo violoncello
Primo Pistoni
violoncello vincitore del IV Concorso Internazionale Triennale “Antonio Stradivari”, 1985
Alessandro Voltini
violoncello vincitore del VII Concorso Internazionale Triennale “Antonio Stradivari”, 1994
guida all’ascolto a cura di Oreste Bossini
musicologo, giornalista e conduttore radiofonico
Enrico Dindo, nato a Torino, diplomato al Conservatorio della sua città, a soli 22 anni diventa primo violoncello del Teatro alla Scala. La sua definitiva affermazione è suggellata dalla vittoria, nel 1997, del Primo Premio al Concorso “Rostropovi?” di Parigi: il grande maestro russo scrive di lui: ‘… è un violoncellista di straordinarie qualità, artista compiuto e musicista formato e possiede un suono eccezionale che fluisce come una splendida voce italiana’. Da allora inizia una fulgida carriera solistica che lo porta a suonare in tutto il mondo, collaborando con i direttori importanti le orchestre più prestigiose. Tra gli autori che hanno scritto per lui Giulio Castagnoli, Carlo Boccadoro, Carlo Galante e Roberto Molinelli. Direttore stabile dell’Orchestra da camera “I Solisti di Pavia”, ensemble da lui creato, affianca all’attività concertistica un intenso impegno didattico. Incide per Decca e abitualmente suona un violoncello Pietro Giacomo Rogeri (ex Piatti) del 1717 della Fondazione Pro Canale.