Vitalità nonostante la crisi Alla Fiera del Bovino più di 75 mila visitatori In crescita del 20% gli operatori esteri
La vitalità di un settore nonostante le sofferenze dovute alla crisi. Si è conclusa la 66esima Fiera del Bovino di Cremona, manifestazione di punta a livello mondiale sulla zootecnia. Quattro giorni tra stand, convegni e mostre. A Cà De’ Somenziei si sono sentite parlare decine di lingue da tutto il mondo. Numeri alla mano, 75.844 visitatori, con gli operatori esteri in aumento del 20% al netto dell’edizione 2010, anno eccezionale grazie al Confronto Europeo di Razza Holstein e Red Holstein. Sempre parlando di numeri, hanno visto un’impennata anche i visitatori professionali (+15%), che ormai rappresentano l’87% del totale: un dato unico nel panorama fieristico internazionale di settore.
Certo, gli allevatori stanno ancora soffrendo una crisi che dura ormai da molti anni e che sta continuando a mettere in ginocchio gli allevamenti bovini e suini di tutto il mondo, ma non si può dire che gli operatori professionali si siano dati per vinti. A partire dagli investimenti, che nonostante il delicato momento economico non possono essere trascurati dalle aziende che si confrontano sui mercati mondiali.
E dunque tra gli stand della Fiera Internazionale del Bovino da Latte c’è stato un grande fermento, merito anche di una selezione di espositori che hanno portato a Cremona il meglio del settore da tutto il mondo. La percentuale estera degli 847 marchi presenti è infatti ormai vicina al 20%, così come in costante aumento è anche il numero dei visitatori stranieri: quest’anno sono arrivate delegazioni di operatori da tutto il mondo (spiccavano per numero i gruppi provenienti da Finlandia, Argentina, Spagna, Germania e Francia, ma non sono mancati anche numerosi visitatori dagli USA e dal Far East). “Questi dati dimostrano che non solo la Fiera Internazionale del Bovino da Latte è una manifestazione che ogni anno rafforza la sua leadership in Italia e nel mondo – ha dichiarato Antonio Piva, presidente di CremonaFiere – ma specialmente che è riconosciuta dagli operatori professionali come strumento concreto per migliorare il proprio lavoro dal punto vista tecnologico e scientifico, e soprattutto per avere nuovi spunti per affrontare i mercati. Deve essere considerata come un laboratorio di idee, in cui tutti i componenti della filiera portano il loro contributo e si arricchiscono grazie al confronto con i colleghi”.
“Ci tengo a sottolineare anche il ruolo che ha avuto Italpig in questi quattro giorni dedicati alla zootecnia – continua Piva – Abbiamo voluto proporre la manifestazione in una nuova veste, più concreta e più coinvolgente, con appuntamenti vicini ai problemi degli allevatori e alle loro istanze; devo dire che questa scommessa è stata vinta ampiamente, considerando la partecipazione e il fermento all’interno dell’area dedicata alla suinicoltura. Possiamo senza dubbio affermare che Italpig è oggi la manifestazione fieristica più rappresentativa della suinicoltura italiana”.
“La nuova veste di Italpig non è stata l’unica novità di questa edizione – ha concluso il presidente di CremonaFiere. Voglio ricordare anche l’area Expo Casearia: una sezione espositiva in grande crescita e che mette in primo piano la trasformazione del latte. Crediamo molto in questa nuova area, e siamo convinti che giocherà un ruolo importante nell’economia della manifestazione”. Quattro giorni intensi, quelli di Cremona, che hanno confermato l’appuntamento come uno dei più importanti in assoluto per lo sviluppo del business di tutto il settore zootecnico.