Lettere

Caro Presidente, non neghi che l'Italia sia collegata all'Europa Anche senza la Tav

da Ezio Corradi

Sig. Presidente, in questi giorni abbiamo sentito tutti le seriose parole con le quali ha dichiarato che: “…senza TAV in Val Susa il Paese rischia di andare alla deriva e di staccarsi dall’Europa”. Come citadini siamo rimasti prima allibiti, poi seriamente indignati da questa sconcertante e perentoria dichiarazione del Primo Ministro italiano. All’istante ci è balenata l’idea di richiamare in servizio lo staff dell’ex Ministro della Pubblica Istruzione, la Sig.ra Maria Stella Gelmini (famosa per le sue congratulazioni ai realizzatori del tunnel di 700 km dei neutrini dal CERN di Ginevra al Gran Sasso d’Italia), perchè evidentemente al Primo Ministro e al Governo serve una rapida ripassata di Geografia e di Storia.
Negare come fa il Presidente Monti che l’Italia sia scollegata dall’Europa, ci sembra un’affermazione troppo forte ed allo stesso tempo altrettanto sprezzante del lavoro fatto fra la fine del 1800 e gli inizi del 1900 da centinaia di lavoratori provenienti da tutte le regioni di quell’Italia appena unificata, che hanno scavato i tunnel ferroviari del Sempione, del Gottardo e del Frejus permettendo, già allora, al nostro Paese di affacciarsi oltre le Alpi, in Europa.
Quelli fuorono i veri pionieri del nostro “nuovo mondo”: hanno scavato con picco, pala e dinamite prima che il loro lavoro fosse agevolato dalle primordiali e sperimentali perforatrici idrauliche. Quanti lavoratori subirono malattie dovute alle pessime condizioni di lavoro! Ancora oggi è incerto il numero di coloro che pagarono con la vita il duro lavoro di minatore: molti furono portati a  morire lontano dalla zona degli scavi per non far sapere le ragioni delle loro ferite, per non avvisare i loro lontani parenti.
Ecco il 150° anniversario dell’unità d’Italia si è dimenticato di questo pezzo di storia, di quei lavoratori che si sono sacrificati per collegare l’Italia all’Europa! Il Primo Ministro Prof. Mario Monti non li può dimenticare, non li può cancellare un’altra volta dalla storia  e con loro il lavoro italiano! E allora, caro Professore, le consigliamo di informarsi.
Le consigliamo una facile comprensibilissima lettura che può trovare sui treni Frecciarossa che lei utilizza sulla linea Milano-Roma: legga e osservi bene quella pubblicità sulle “Frecce Alta Velocità”. Vi troverà rappresentati ben sette valichi ferroviari già utilizzati dalle “Frecce Alta Velocità”. Nella cartina, tuttavia, mancano altri valichi utilizzati dai normali convogli ferrovairi: 1) Ventimiglia (per Nizza); 2) Breil sur Roya (per Cuneo-Ventimiglia); 3) Luino (per Bellinzona); 4) San Candido (per Salisburgo-Linz); 5) Gorizia-Nova Gorica (per Divach-Lubiana); 7) Villa Opicina (per Divach-Lubiana).
Dunque altri sette valichi, per un totale di tredici valichi di collegamento dell’Italia con l’Europa ai quali vanno aggiunti altri due sulle linee private Domodossola-Val Vigezzo-Locarno e Tirano-St. Moritz. Siamo certi che, da persona intelligente quale certamente è, che il Prof. Mario Monti saprà rimediare presto: ci aspettiamo che si ponga piuttosto il problema di come valorizzare al meglio, nella pienezza della loro potenzialità massimizzandone l’utilizzo, tutte queste infrastrutture, compresi i recenti scali internazionali “del Roya”, vicino a Ventimiglia e di “Domo 2” vicino a Domodossola.
Allora, serve davvero una nuova linea fra Torino e Lione per non andare alla deriva e staccarci dall’Europa?
Le auguriamo, a nome dei pendolari e dei ferrovieri, buon lavoro nell’interesse di tutti i cittadini italiani, Signor Presidente!


 

Ezio Corradi
Vicepresidente Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardia

 

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