Pretendeva il doppio della somma prestata Così è scattata la trappola della Finanza
foto Francesco Sessa
E’ finito in manette con l’accusa di usura, Francesco Frontese, 49 anni, pregiudicato di origini calabresi residente in provincia di Piacenza, arrestato il 6 maggio scorso dagli uomini della guardia di finanza di Cremona. L’uomo, che lavora nel settore edile, in poco più di un anno si è fatto restituire da un piccolo imprenditore cremonese in difficoltà economiche, solo come interessi, il doppio della somma prestata. Le indagini, avviate nello scorso mese di febbraio, hanno consentito di accertare che nel gennaio del 2011 il proprietario di un bar nel centro di Cremona, trovandosi in ristrettezze finanziarie, si è rivolto a Frontese per ottenere un prestito di 15.000 euro. L’accordo prevedeva il pagamento di interessi per 3.200 euro al mese con un tasso usuraio di circa il 260% su base annua. Non riuscendo ad onorare il debito, l’imprenditore, 61 anni, si è visto costretto a richiedere nei mesi successivi un ulteriore prestito di 10.000 euro che questa volta gli è stato concesso ad un tasso di interesse pari al 162%. In poco più di un anno l’imprenditore è arrivato a pagare, solo per gli interessi, oltre 50.000 euro, scontando un tasso superiore al 210% su base annua.
Dalle indagini si è appreso che l’imprenditore si stava apprestando a consegnare all’arrestato un’ulteriore somma di denaro, per cui domenica scorsa i finanzieri si sono appostati nel luogo prefissato per l’appuntamento, una strada del centro di Cremona. Avvenuto il passaggio di mano del denaro, i militari sono intervenuti bloccando il calabrese e recuperando le somme che la vittima gli aveva appena consegnato, pari a 18.300 euro tra cambiali, assegni e contanti. Sono state effettuate anche perquisizioni domiciliari presso l’abitazione dell’arrestato e di un altro complice individuato nel corso delle indagini, Giuliano F.V., 40 anni, cutrese residente in provincia di Reggio Emilia, denunciato a piede libero in concorso. Nelle perquisizioni è stata trovata anche una busta piena di assegni e cambiali, ora al vaglio degli investigatori. Le indagini non sono finite. Il giro di usura, infatti, potrebbe presto allargarsi. “Il numero delle persone coinvolte”, secondo il tenente colonnello Nicola De Santis, “è significativo”.
Durante la conferenza stampa, De Santis ha ringraziato il pm Francesco Messina e il gip Guido Salvini, “molto vicini alle indagini, tutt’altro che semplici”, ed ha lanciato un appello, pregando chiunque avesse avuto problemi della stessa natura con l’arrestato di rivolgersi al comando. “L’usura è un reato odioso”, l’ha definito il comandante provinciale, il colonnello Alfonso Ghiraldini, “soprattutto in momenti di ristrettezza finanziaria come questi. E’ un reato che cattura l’anima della vittima che non sempre riesce a liberarsi di questa trappola”. Il comandante ha anche evidenziato il momento particolare che “vede la finanza impegnata su tanti fronti, non ultimo quello dell’evasione fiscale”. “Ci sono cittadini che hanno serie difficoltà e quando interveniamo se abbiamo consapevolezza, anche se sempre nel rispetto della legge”.
Sara Pizzorni
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