Il Comune: "Concorso limpido e opera di giustizia sociale" Presa di posizione dopo gli "avvisi" per danno erariale della Corte dei Conti
L’Amministrazione comunale non ci sta. E dopo la pioggia di “inviti a dedurre” della Corte dei Conti della Lombardia, equivalenti agli avvisi di garanzia nel penale, replica con una propria nota. L’Amministrazione spiega come si sia arrivati alla stabilizzazione dei precari avendo tra l’altro compiuto un’opera di “giustizia sociale nei confronti di questi lavoratori”. Ricordiamo che ogni “avvisato” di danno erariale (il sindaco Perri, il segretario generale Pasquale Criscuolo, il direttore del personale Maurilio Segalini e gli assessori Malvezzi, Zanibelli De Bona, De Micheli, Maria Vittoria Ceraso, Francesco Bordi e l’ex Zagni) ha novanta giorni di tempo per preparare e recapitare la propria memoria difensiva per la Procura contabile, dopo di che sarà la Procura a decidere se rinviarlo a giudizio o chiudere il procedimento. In caso di giudizio e di una eventuale condanna a rifondere il danno erariale, la sentenza sarà inappellabile. L’avviso di garanzia era nell’aria da quando un mese fa la Procura centrale della Corte dei Conti si era mossa, chiedendo documentazione per l’apertura di procedura per danno erariale valutabile in centinaia di migliaia di euro. Tutto nasce da un esposto giunto all’organo di controllo sulla corretta gestione delle risorse pubbliche. Il documento fa riferimento al concorso avviato nel 2010 relativo all’assunzione di 32 precari del Comune: nel mirino c’è la delibera di giunta del giugno 2010 con la quale venivano assunte trentadue persone attraverso un percorso che nell’esposto si contesta come “irregolare”.
Ecco dunque la nota dell’Amministrazione comunale:
In merito ai 32 precari stabilizzati dal Comune di Cremona a decorrere dal 1° gennaio 2011, a seguito di pubblici concorsi, l’Amministrazione, nelle sue figure coinvolte dalla richiesta di deduzioni da parte della Corte dei Conti (Giunta Comunale, Segretario Generale ed Dirigente del Personale), ritiene doveroso puntualizzare alcuni elementi fondamentali del percorso di stabilizzazione realizzato nei confronti di tali lavoratori, quale segno di trasparenza e di migliore comprensione da parte dei cittadini.
– L’11 maggio 2007 l’allora Amministrazione sottoscriveva un accordo sindacale riguardante tale procedura di stabilizzazione, condivisa da tutte le rappresentanze dei lavoratori e in più occasioni sollecitata anche in seno al Consiglio Comunale.
– La Giunta Corada, nella seduta del 30 aprile 2008, adottava il Piano del Fabbisogno 2008/2010 per la progressiva stabilizzazione del personale precario (allora 37 unità lavorative) ai sensi della legge 244/2007 “Legge finanziaria per l’anno 2008”.
– I 37 lavoratori precari venivano assunti dapprima con una selezione professionale per un triennio con contratti a tempo determinato, per poi partecipare a specifici concorsi pubblici, indispensabili per l’eventuale passaggio a tempo indeterminato, il tutto nella piena osservanza delle norme.
– La Giunta Perri, dopo essersi insediata, ha preso atto che tali lavoratori precari non solo erano presenti nella struttura comunale da un lungo periodo, compreso fra gli 8 e i 12 anni, ma ricoprivano posizioni lavorative ritenute fondamentali per i servizi offerti ai cittadini quali i Servizi Demografici, i Servizi Sociali, i Servizi Educativi, i Lavori Pubblici ed i Servizi Ambientali e di Gestione del Territorio.
– Il 13 aprile 2010 il Consiglio Comunale approvava un ordine del giorno con il quale si impegnava il Sindaco e la Giunta ad adottare ogni provvedimento atto a garantire ai suddetti lavoratori il percorso di stabilizzazione.
– La stessa Giunta Perri, il 10 giugno 2010, adottava il Piano del fabbisogno di personale per il triennio 2010/2012 deliberando, inoltre, l’apertura di cinque procedure concorsuali e occupazionali in base agli esiti delle quali avrebbero potuto essere stabilizzati i 37 precari, specificando che tali assunzioni avrebbero dovuto effettuarsi ai sensi di legge.
– Nel secondo semestre del 2010 32 dei 37 precari sono riusciti a superare i concorsi pubblici.
Tutto il percorso sopra descritto è stato profondamente condiviso non solo con la RSU aziendale, che da sempre chiedeva il completamento del percorso di stabilizzazione, ma con tutte le confederazioni sindacali territoriali.
A tutt’oggi permane il convincimento non solo di aver compiuto un’opera di giustizia sociale nei confronti di tali lavoratori, che si sono guadagnati il posto oggi occupato vincendo un concorso pubblico aperto a livello nazionale, bensì di aver garantito all’Ente e alla cittadinanza cremonese la possibilità di mantenere, anche grazie a questi lavoratori, alcuni servizi essenziali di primario bisogno.
L’Amministrazione produrrà tutti gli elementi necessari per fare in modo che gli organismi di verifica contabile preposti possano constatare i concetti di buona amministrazione intrapresi e che si sono concretizzati nel percorso di stabilizzazione completato dalla Giunta Perri, oggi messo sotto esame a seguito di un esposto presentato alla Corte dei Conti della Regione Lombardia.
RSU DEL COMUNE E SINDACATI: “CONDIVISIONE AL PERCORSO DELLE ASSUNZIONI”
Dopo la nota del Comune, l’intervento delle Rsu e dei sindacati: “La storia recente del Comune di Cremona è fortunatamente ricca di stabilizzazioni. E ‘ricca’ è il termine più appropriato, perché tali processi hanno significato e rispetto per il lavoro. Infatti il primo processo di stabilizzazione delle tante e dei tanti lavoratori impiegati con contratti di lavoro ‘precari’, è stato avviato nel 2005 ed ha visto la sua prima concretizzazione nel corso del 2007, grazie all’opportunità offerta in quell’anno dalla Manovra Economica Finanziaria. Quest’ultimo processo di stabilizzazione, per il quale la Corte dei Corti contesta un possibile danno erariale al Comune di Cremona, ha rappresentato la naturale prosecuzione del percorso avviato appunto nell’anno 2005. Un percorso lungo e complicato, ma fortemente voluto dal sindacato cremonese”.
“Un percorso – continua la nota – che ha semplicemente dato un posto fisso a chi lavorava nell’Ente da anni e che ha dato dignità al lavoro svolto al servizio dei cittadini cremonesi. Un percorso che di fatto intendeva dare sostanza all’articolo 1 della Costituzione, in un Paese che ne sta perdendo il significato. Con questi presupposti le RSU del Comune di Cremona, congiuntamente alle Segreterie Provinciali Confederali e di Categoria di CGIL, CISL e UIL, ribadiscono la propria condivisione dell’intero percorso. In un Paese dove, evidentemente, se salvi qualcuno che affoga rischi una sanzione per non aver messo la cuffia, operazioni di questo genere, che riconoscono un posto di lavoro stabile a chi da anni sta erogando un servizio ai cittadini, dovrebbero essere la normalità: se di danno si vuol parlare, un danno alla città e ai suoi cittadini sarebbe stato dare il benservito a quei lavoratori”.
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