Cronaca

La Regione: siluri sulle tavole dei milanesi Da Cremona l'allarme: "Sono pesci inquinati come il Grande Fiume"

Il siluro sulle tavole dei lombardi. La novità è contenuta nel protocollo d’intesa firmato dalle associazioni dei pescatori lombardi con Regione Lombardia, Sogemi (Società per l’Impianto e l’Esercizio dei Mercati Annonari all’Ingrosso di Milano S.p.A), Province di Como, Varese, Lecco e Sondrio: il grosso pesce di acqua dolce, apprezzatissimo da romeni, bulgari, ungheresi ed extraeuropei, potrà essere commercializzato al mercato ittico di Milano. “La possibilità di commercializzare queste specie – ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura Giulio De Capitani – può trasformarsi in una opportunità ecologica, vista la loro pericolosità per l’equilibrio ambientale ambientale, e di reddito per i pescatori lombardi”.
Stupore e preoccupazione, invece, giungono dalle rive cremonesi del Po. “Vogliono mettere il siluro sulla tavola prima di verificare se dove vive ci sono le condizioni per l’uso alimentare? – esordisce Vitaliano D’Aolio, responsabile dell’acquario del Po – Il Cnr, istituti scientifici e università dichiarano che il fiume Po è malato, che è come una farmacia, che i pesci nuotano in acque contenenti diossina, e loro dicono che si possono mangiare? Non dovrebbero essere i pescatori o le istituzioni a dire che il siluro si può commercializzare, ma l’Asl”.
“Questa decisione – continua D’Aolio – non farà che peggiorare la situazione di questo Grande Fiume già tanto devastato da braconieri che portano via tonnellate di pesce non si sa dove, da campeggiatori abusivi, da furti continui di motori. Sul Po non ci sono controlli, né sulle attività, né tantomeno sulle acque. In altri paesi il siluro è commercializzato, ma è anche protetto e le istituzioni garantiscono sulla salute delle acque e quindi dei pesci. Non è così qui, per il fiume più importante d’Italia. L’obiettivo non dovrebbe essere quello di mettere in commercio il siluro, ma di mettere in salvo questo fiume”.

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