Metalmeccanici in corteo contro Federmeccanica "Esclusi dalla trattativa"
foto Francesco Sessa
Presidio dei metalmeccanici Cgil cremonesi contro Federmeccanica. In città come in Lombardia, mobilitazioni in tutto il territorio contro la scelta di avviare un tavolo separato di trattativa con Fim Cisl e Uilm Uil per il rinnovo del contratto collettivo nazionale. I manifestanti in fila, con un lungo nastro rosso in mano, hanno sfilato dalla sede del sindacato in via Mantova fino all’Unione industriali. “Per la prima volta la Fiom Cgil, il sindacato più rappresentativo della categoria per numero di iscritti e voti nelle elezioni delle Rsu, non è stata convocata – dice Mirco Rota, segretario regionale Fiom Cgil Lombardia -. Federmeccanica vuole scegliersi i sindacati con cui fare i contratti e quindi ha deciso di convocare soltanto Fim e Uilm che insieme non rappresentano nemmeno la metà dei lavoratori metalmeccanici. Un atto gravissimo, che non rispetta l’Accordo interconfederale del 28 giugno 2011 e che cancella il contratto nazionale ed estende il modello Fiat ad ogni azienda metalmeccanica”.
“Federmeccanica sceglie di tener fuori i lavoratori dalla trattativa per peggiorare le loro condizioni. In modo scorretto e irrispettoso nei confronti dei lavoratori – spiega Rota – Federmeccanica vuole cancellare il pagamento dei primi tre giorni di malattia. Inoltre intende rendere l’orario di lavoro esigibile da parte delle imprese, attraverso la richiesta di straordinario obbligatorio per 200/250 ore annue e puntando ad un allungamento e a una maggiore flessibilità dell’orario. Infine pretende di cancellare gli automatismi salariali a partire dagli scatti di anzianità e il recepimento di tutti i provvedimenti legislativi, dall’articolo 8 alle norme sul mercato del lavoro, che portano a uno svuotamento del Contratto collettivo nazionale di lavoro”. La Fiom Cgil vuole ottenere un unico tavolo di trattativa che, nel rispetto dell’Accordo Interconfederale del 28 giugno, permetta di riconquistare un vero contratto nazionale sottoscritto da tutte le organizzazioni sindacali e che definisca regole certe di democrazia e di rappresentanza.
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