Quell'assurda pista ciclabile di porta Milano che nessuno fa Semafori lunghi e curve strette: in molti con il rosso e contromano
foto Francesco Sessa
Ci vuole qualche minuto per attraversare porta Milano in bicicletta. O meglio, ci vogliono 30 secondi se non si usa la ciclabile e molti di più se si percorre il tragitto riservato alle due ruote. Con due semafori pedonali lunghissimi e due curve a 90 gradi in mezzo al parcheggio davanti al bar San Giorgio, di certo le biciclette non sono incentivate. Se ci mettiamo anche chi non rispetta le regole, l’assurdo percorso della pista ciclabile rischia di diventare davvero pericoloso. Prendiamo l’incrocio da via Bergamo. Le bici che vogliono immettersi sulla pista ciclabile e non provengono dal sottopassaggio di via Fabio Filzi come fanno? O si mettono di lato e attraversano via Bergamo sulle strisce pedonali o tagliano la via in prossimità della curva rischiando di essere travolti dalle auto provenienti in senso contrario. Risultato? La maggior parte per andare in direzione centro procede sulla corsia delle macchine. Ma mettiamo di riuscire a prendere la ciclabile. Dopo aver attraversato diligentemente viale Trento Trieste insieme ai pedoni cosa fare? Spesso capita di vedere ciclisti immettersi in corso Garibaldi contromano percorrendo la corsia in senso contrario in mezzo alle macchine ferme allo stop. Pochi ciclisti, poi, rispettano il semaforo rosso, rischiando di essere investiti dalle auto provenienti da via Montello, nascoste dal palazzo sull’angolo.
Venendo dal centro, stessa situazione: semafori lunghissimi, pedoni in mezzo alla pista, curve strette che la maggior parte dei ciclisti taglia perché se si incontra qualcuno che viene in senso contrario diventano quasi impraticabili. E quando si arriva dall’altra parte ancora un’interruzione. Se il ciclista vuole procedere per via Bergamo deve scendere dal marciapiede in carreggiata proprio a ridosso della curva.
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