Acqua, nelle linee guida dell'Ato non c'è il modello pubblico Salini: 'Votato dalla Giunta all'unanimità'
Nell’atto di indirizzo della Giunta per l’Azienda Speciale Ufficio d’Ambito che si occupa del servizio idrico provinciale non c’è alcun riferimento al modello gestionale da adottare, soprattutto alla mozione della Lega – approvata il 21 dicembre dal Consiglio provinciale – che spingeva verso la creazione di una società pubblica partecipata direttamente dai comuni per la gestione dell’acqua (leggi l’articolo). Nel documento, dunque, nessun passaggio, di natura politica che faccia riferimento al dibattito di quattro mesi fa dal quale l’idea del presidente Salini di una società mista pubblico-privata è uscita sostanzialmente sconfitta. L’argomento è stato oggetto di una discussione accesa in commissione consiliare Affari Istituzionali e Bilancio convocata nel pomeriggio in Provincia. Consiglieri di opposizione particolarmente infervorati sul tema e presidente Salini chiamato – ad un certo punto dell’incontro – a motivare le scelte della Giunta che all’unanimità (con anche il sì dei quattro assessori leghisti) ha approvato un atto di indirizzo mancante del mandato consiliare. Nelle linee di indirizzo all’Ufficio d’Ambito, interventi di programmazione con la priorità di evitare sanzioni per i comuni, mantenimento degli investimenti e preparazione in attesa dell’individuazione del gestore unico a cui affidare il servizio, accompagnamento delle società nella restituzione del canone di depurazione in assenza del servizio, affiancamento alle associazioni di categoria e ai gruppi d’impresa per le pratiche sugli scarichi industriali. Un solo passaggio sulle modalità di gestione: “Si chiede all’Ufficio d’Ambito di porre mano ad un’ulteriore variante generale del Piano che ricomprenda il recepimento dell’avvenuto processo di integrazione dei vari rami d’azienda che operano sul servizio idrico dei gestori di fatto attivi sul territorio cremonese”. Passaggio contestato da Giovanni Biondi (consigliere indipendente), d’accordo Giuseppe Torchio (Lista Torchio), Massimo Araldi (Api), Andrea Virgilio (Pd) e Giampaolo Dusi (Rifondazione): “L’atto di indirizzo è un fatto politico molto grave – ha detto Biondi – Le modifiche del Piano devono partire dall’indirizzo dato dal consiglio a dicembre, non dal recepimento della società che riunisce le cosiddette ‘sette sorelle’ (le municipalizzate), strumento che fa parte del percorso precedente di Salini verso la società mista pubblico-privata e alla quale non può essere affidato il servizio idrico. Dopo il voto del consiglio sull’acqua pubblica si doveva andare dalle aziende e dire che l’iter da fare era un altro, non la “società delle società”, ma una nuova entità partecipata direttamente dai comuni”. “Non inserire il modello gestionale nell’atto di indirizzo – è intervenuto il presidente Salini – è stata una scelta condivisa dalla Giunta e quindi anche dalla Lega. Non ci sono le condizioni, anche normative, per un atto di indirizzo politico. Quello approvato dalla Giunta non include e non esclude la scelta del consiglio. Comunque, assicuro che a dicembre, dopo che il consiglio ha votato, la mozione è stata immediatamente inviata all’Ato e io mi sono fatto portavoce all’interno di Padania Acque del mandato consiliare. Sul processo di aggregazione delle municipalizzate sono d’accordo, e non l’ho mai nascosto, che sono stati fatti degli errori soprattutto dal punto di vista economico-finanziario. A questo punto, togliamo il passaggio incriminato delle linee di indirizzo. Poi, il dibattito sul modello di gestione è aperto”. “Se riterremo opportuno – ha detto Manuel Gelmini della Lega – dopo un approfondimento, proporremo di integrare le linee guida con il modello gestionale pubblico. La nostra priorità rimane quella espressa a dicembre della società in house a partecipazione diretta dei comuni”. Alla fine della discussione, il passaggio sul recepimento del processo di integrazione è stato tolto. “Sapete perché il Piano d’Ambito che ha ottenuto l’ok della Regione – ha concluso Salini – non è stato più portato in consiglio? Perché l’Authority ci ha detto di stare fermi in attesa della decisione sulle tariffe. Il dibattito, dunque, è aperto e assicurato. La vera partita è la posizione della Provincia in Padania Acque in cui continuerò a sostenere la partecipazione diretta dei comuni”.
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