Cronaca

Cane morto di stenti, ma non c'è la prova: padrone assolto

Il pm onorario Tagliafierro

Era accusato di uccisione di animali per aver lasciato per giorni il suo cane privo di acqua e cibo, ma a processo l’accusa non è stata in grado di provare la colpevolezza dell’imputato, che quindi è stato assolto “perché il fatto non sussiste”. E’ mancata la prova che Nicola, 57 anni, di origini foggiane, avesse, “per crudeltà, o comunque senza necessità”, lasciato “per giorni in un cortile recintato privo di acqua e cibo un cane di piccola taglia di colore nero, cagionandone la morte”. I fatti si riferiscono al marzo del 2011, quando presso gli uffici della polizia locale si era presentata una persona che aveva segnalato la presenza di un cane morto nel cortile della casa dell’imputato. Dopo la segnalazione, i vigili avevano raggiunto l’abitazione e da fuori avevano visto che in cortile, sulla pavimentazione di cemento c’erano sporcizia ed escrementi dell’animale. All’interno di un piccolo recinto, invece, c’era un ciotola vuota. In casa non c’era nessuno. Inutili le chiamate all’Asl dei servizi veterinari e all’Istituto zooprofilattico. Era sabato e nelle rispettive sedi rispondeva la segreteria telefonica. Il lunedì successivo il padrone di casa era tornato, ma tutto era già stato ripulito.

L'avvocato Ferrari

Ciuffreda aveva dichiarato di essere stato fuori città per lavoro cinque giorni. Per l’imputato, vista la mancanza della prova oggettiva, la stessa accusa, rappresentata dal pm onorario Barbara Tagliafierro, ha chiesto l’assoluzione, così come, ovviamente, ha fatto l’avvocato difensore Stefano Ferrari. “Al cane non è stata fatta l’autopsia”, ha detto Ferrari nella sua arringa, “non sappiamo quindi se la morte sia avvenuta per gli stenti, oppure se il cane sia forse stato avvelenato in qualche modo da qualcun altro o se invece sia stato attaccato da un altro cane riuscito ad entrare nel recinto”. “Lo spazio dove era stato lasciato l’animale era abbastanza grande”, ha concluso il legale, “ed in più il mio cliente gli aveva lasciato le ciotole con acqua e cibo”. La sentenza di assoluzione è stata pronunciata dal giudice onorario Cristina Pavarani.

Sara Pizzorni

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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