Cronaca

Fondo Eridano, il Comune vuole approfondire Per ora nessuna adesione

La tentazione è forte, da parte di alcuni esponenti della giunta Perri, ma non è imminente l’adesione del Comune al Fondo Immobiliare Eridano, fortemente voluto dal presidente della Provincia che ha conferito al suo interno beni patrimoniali (immobili) per circa 40 milioni di euro. Salini ne ha tratto già dei vantaggi, in quanto molte spese per investimento (soprattutto manutenzione immobili e strade) previsti nel bilancio 2013 saranno finanziate con i proventi di questi conferimenti.

Il Comune per ora sta alla finestra. Il vicesindaco Roberto Nolli ricorda che gli uffici comunali hanno ricevuto un mandato ‘esplorativo’ allo scopo di capire come funziona e cosa potrebbe rendere l’adesione al Fondo, per poi relazionare alla Giunta sulle implicazioni economiche, finanziarie e patrimoniali che comporterebbe l’operazione.  Alla fine però sarà il Consiglio Comunale a dover decidere se aderire o no. ‘Si tratta innanzitutto di capire quali immobili si intende valorizzare’, spiega il vicesindaco. ‘Quindi definire quali immobili non sono funzionali al Comune e pertanto possono essere alienati. Tecnicamente l’operazione consiste infatti nell’inserimento di questi beni nell’elenco delle alienazioni. I nostri tecnici sono al lavoro, con il coordinamento del Direttore generale e hanno incontrato alcune volte i gestori del Fondo qui a Palazzo Comunale. Credo che a giugno potremo avere gli elementi tecnici per poter illustrare a Giunta, maggioranza e Consiglio com’è la struttura del Fondo. Ripeto però che prima di tutto è necessario che l’amministrazione capisca qual’è lo scopo del Fondo: valorizzare i beni che ha, affittandoli o vendendoli ad un terzo che, operando sul mercato mondiale,  ha maggiori chance di realizzare un utile. E’ appunto questo che gli uffici stanno verificando’.  Il Comune ha già cercato di mettere sul mercato beni prestigiosi ma ‘pesanti’ da gestire come palazzo Grasselli (valore 5 milioni, bloccato dalla sovrintendenza) o il vasto comparto dell’ex ospedale di via Radaelli (finora non inserito nel piano delle alienazioni). Ma prima di farlo alienandoli ad un soggetto terzo c’è bisogno di un ‘informazioni chiare e trasparenti’. Non c’è una gran fretta, insomma, anche perchè, ricorda Nolli, ‘il Comune di Cremona non presenta una situazione debitoria pesante, tutt’altro, potrebbe contrarre mutui per 100 milioni di euro, essendo un ente virtuoso. Da quando siamo in amministrazione, il Comune non ha più contratto un mutuo, contrariamente a quanto abbondantemente fatto in passato. Qual è il problema? E’ che per  paradosso, la legge di stabilità ci impedisce di spendere’.

Diversa la posizione della Provincia, che per poter stilare il bilancio preventivo e il piano triennale delle opere pubbliche ha inserito già da quest’anno i proventi del Fondo Eridano. Ad esempio l’intervento da 1 milione di euro per il raddoppio della tratta ferroviaria Cremona-Cavatigozzi con spostamento dello scalo merci, viene finanziato così. Il fondo Eridano viene considerato – si legge nella relazione al Bilancio 2013 – ‘in questa congiuntura economica, lo strumento finanziario maggiormente idoneo ad assicurare una corretta gestione del proprio patrimonio immobiliare e a garantirne la redditività, in un quadro complessivo di razionalizzazione della spesa. Il fondo Eridano – si legge ancora – al quale si sono apportati e/o compravenduti alcuni immobili provinciali per un valore complessivo di euro 39.362.000,00 ha le seguenti caratteristiche: si configura come fondo di investimento immobiliare “chiuso”, in quanto il diritto al rimborso delle quote sottoscritte verrà riconosciuto solo alle scadenze predeterminate; è deputato alla valorizzazione del patrimonio immobiliare prevalentemente pubblico, e garantisce il mantenimento della proprietà e della funzione pubblica dei beni seppur gestiti attraverso uno strumento tipico della finanzia privata; ha un periodo di sottoscrizione adeguato a consentire l’adesione successiva da parte di altri soggetti, e pertanto classificabile come fondo “aperto” a enti e istituzioni del territorio; ha una durata non inferiore a 15 anni. Di recente si sono chiusi i termini per la presentazione delle candidature a rappresentante della provincia nel Comitato di gestione del Fondo. Il candidato più papabile è l’ex assessore Giuseppe Fontanella.

g.b.

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