Controlli alla discarica di Malagnino, nei piezometri eccesso di sostanza organica
Nuovi guai per la discarica di Malagnino, dove per anni sono finiti i rifiuti solidi urbani di Cremona ed attualmente esaurita. Aem, gestore dell’impianto, sta perfezionando l’iter progettuale per la risagomatura della discarica, propedeutica alla sua definitiva chiusura. Durante un controllo di routine, nei giorni scorsi è stata appurata la presenza di sostanza organica in misura superiore ai parametri in alcuni piezometri posti lungo il perimetro del sito e finalizzati a monitorare le eventuali perdite dai teloni che costituiscono il fondo della discarica. Piezometri che misurano la presenza di inquinanti nella falda superficiale. Non sono scattati allarmi particolari, in quanto le discrepanze tra valori accertati e valori soglia sono minime. I piezometri in questione sono collocati a monte della discarica, quindi c’è anche la possibilità che le sostanze rinvenute provengano da altre fonti e non siano imputabili al percolato. Ad esempio da una o più delle numerose attività zootecniche della zona.
Il Tar ha da poco accolto la richiesta dei proprietari dei terreni di Vescovato, su cui Aem Spa avrebbe voluto realizzare l’ampliamento della discarica, e che si erano opposti agli espropri. Una doccia fredda per Aem e Regione che non si aspettavano una bocciatura. Contro l’ampliamento è inoltre in corso una petizione da parte del gruppo di minoranza ‘Vescovato, insieme si cambia’. L’ampliamento della discarica, per il quale Aem aveva invocato la pubblica utilità, si inserisce in un contesto ancora indefinito di gestione rifiuti in provincia di Cremona, con un Piano provinciale ormai scaduto e non ancora rinnovato.
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