Cronaca

Cgil: "Per ripresa e occupazione Cremona si dia una mossa e metta in campo progetti"

Motivi strutturali dell’economia, ma anche  un’esasperante lentezza del territorio a progettare il proprio futuro. Sono i  due mali che rischiano di vanificare la ripresa economica che secondo il Governo è a portata di mano, ma che sul territorio cremonese si fatica ad intravedere. Il segretario generale della Cgil, Mimmo Palmieri, non si illude che i timidi segnali positivi dell’economia europea avranno nel medio termine ripercussioni positive sull’occupazione e rilancia un tema caro alla Cgil: la necessità di mettere in pratica progettualità che consentano di utilizzare sul territorio i  fondi europei, nel recente passato scandalosamente rimasti inutilizzati per il 60% dello stanziamento riservato all’Italia. “E’ necessario farsi trovare pronti – afferma Palmieri – per il 2014, quando verrà definito il riparto dei fondi alle Regioni, perchè stavolta la novità interessante è che il 5% del budget regionale dovrà essere dato direttamente ai territori. Cremona, le sue istituzioni e le categorie economiche che la rappresentano, non deve farsi trovare impreparata e priva di progettualità. Perchè è inutile piangere sul fatto che non ci sono soldi e poi non utilizzare quelli europei”. Dunque serve un tavolo di pianificazione territoriale, coordinato dalle istituzioni e con la partecipazione delle categorie economiche. “Capisco che progettare, sia per il pubblico che per il privato, non è facile, ma quella che vedo è una inspiegabile sordità. Come Cgil stiamo agendo sui nostri consiglieri regionali, per dirottare sul territorio i contributi e sulle istituzioni locali per le progettualità”.

Il sindacato spinge su iniziative europee come la Youth Guarantee, a favore dei giovani che non stanno cercando attivamente un lavoro e neppure stanno studiando, i cosiddetti “Neet”. Piaga dell’ Europa in crisi, ma soprattutto dell’Italia e la Lombardia non fa eccezione. Cremona come sempre è fanalino di coda nelle classifiche regionali in tema di occupazione e di fiducia degli imprenditori. A maggior ragione è necessario che politica e categorie si mettano insieme  per  capire, spiega Palmieri, “come il territorio  possa uscire dalla crisi dando nuove occasioni di sviluppo al mondo produttivo e di conseguenza all’occupazione. Tutti ci dicono che dopo questa crisi nulla sarà più come prima, ma non vediamo segnali circa la direzione che si vuole intraprendere”. Palmieri enumera le occasioni mancate:  il documento strategico della Provincia di qualche anno fa è rimasto lettera morta; il polo di Tencara non è mai decollato nonostante il forte impegno degli Industriali; solo il progetto di Polo tecnologico sull’area dell’ex macello, promosso dal Comune di Cremona è arrivato alla fase finale di aggiudicazione dei contributi del bando regionale Aster. Ma il progetto definitivo che porterà effettivamente a Cremona il milione promesso non è ancora stato presentato, a quanto risulta.

“Spesso poi la formazione dei futuri lavoratori non è in linea con le richieste delle aziende”, continua il segretario Cgil, che però esprime vero apprezzamento per quanto sta facendo l’Ufficio Lavoro della Provincia di Cremona con il tavolo per le politiche attive del lavoro. E i Centri per l’Impiego saranno sempre più  fondamentali per fare incontrare formazione, domanda e offerta. “Un piccolo segnale che può significare un’inversione di tendenza – spiega Palmieri – è che nelle ultime settimane si è risvegliato l’interesse degli imprenditori per i lavoratori disponibili presso i Centri per l’Impiego. Dobbiamo però vedere se oltre alle informazioni poi ci saranno anche le assunzioni”.

Non aiuta la situazione il blocco dei salari e la mancata indicizzazione delle pensioni, che frenano la ripresa del mercato interno. Ad oggi, anche in provincia di Cremona, sono sopravvissute le aziende che hanno puntato sull’ export. “Bene le iniziative sull’internazionalizzazione delle imprese della Camera di Commercio – conclude Palmieri – ma non bastano. E’ la stessa Unione Europea a chiedere tavoli territoriali che decidano insieme del proprio futuro”.

g.b.

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