Cronaca

Anno Giudiziario: Accorpamento 'necessario' Impennata dello stalking

Cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2014 presso la corte d’appello di Brescia. Nella sua relazione,  la presidente Graziana Campanato ha parlato della revisione geografica dei tribunali e delle procure e quindi dell’accorpamento  del tribunale di Crema a quello di Cremona. “Tutti i capi  uffici giudiziari e le amministrazioni locali”, ha detto la presidente, “si sono attivati nei tempi previsti e a costo di un impegno costante e gravoso che si è protratto anche nel periodo feriale sono riusciti a rispettare i tempi previsti dalla legge”. “Naturalmente”, ha aggiunto la Campanato, “la concentrazione logistica ha comportato sacrifici di spazi che in particolare il tribunale di Cremona sta cercando di eliminare con nuove soluzioni”.

Rimane, in ogni caso, la grave carenza di organico, come ha sottolineato il procuratore generale Raimondo Giustozzi, che ha aggiunto che “la procura di Cremona, dopo l’accorpamento, ha visto aumentare le notizie di reato del 60% a fronte di una diminuzione di sostituti procuratori, passati da sei a tre. Non si riesce a coprire le udienze, tanto che è stato necessario applicare pm provenienti da altre sedi per le udienze stesse”.

L'avvocato Ermete Aiello

Significativo e molto applaudito è stato il discorso dell’avvocato Ermete Aiello, presidente dell’Ordine degli avvocati di Crema (il prossimo dicembre l’Ordine degli avvocati di Crema e Cremona arriverà ad una fusione). “Sono stato testimone diretto dell’accorpamento”, ha esordito, “così come sono stato testimone diretto dell’impegno, della tenacia e dello sforzo della presidente Ines Marini nel tappare i buchi che ogni giorni si aprono”. “La preoccupante carenza del personale amministrativo, di spazi adeguati, e un incremento del lavoro del 70/75% hanno provocato un gravissimo disagio agli utenti con ritardi e rinvii e una conseguente sfiducia dell’attività giudiziaria”. “Nonostante i problemi dovuti all’accorpamento”, ha proseguito l’avvocato Aiello, che ha aggiunto che sui 30 i tribunali soppressi chi ha avuto le maggiori difficoltà sono state la Lombardia, con Crema, e la Campania, “noi non verremo mai meno al nostro compito, perchè senza i diritti non c’è democrazia”. Aiello ha ammesso di aver pensato di togliere la toga “per rabbia e amarezza per la soppressione del mio tribunale”. “Non mi trovavo più in questo perverso meccanismo”, ha detto, “ma poi ho pensato alla mia famiglia, per cui ho il dovere di continuare ad essere un esempio”. “Se si è avvocati e si indossa la toga come missione di vita, non si può rinunciare a lottare e a battersi conto le ingiustizie. Battersi, costi quel che costi”. “Lo ricordava anche Mandela”, ha concluso Aiello, “anche lui avvocato, un sognatore che non si arrende mai”. “E’ un diritto inteso come forza della coscienza e un riscatto per il nostro sgangheratissimo paese”.

Situazione carceri. “Molto pesante”, come l’ha definita la presidente Campanato, “è la situazione dell’edilizia carceraria. Il sovraffollamento impedisce di svolgere la stessa opera rieducativa, anche se l’impegno non manca”. Nel carcere di Cremona, a fronte di una capienza di 353 persone, sono presenti 414 detenuti così suddivisi: 281 condannati definitivi, 65 imputati e 78 appellanti e ricorrenti. “Dal carcere di Canton Mombello di Brescia”, ha spiegato il procuratore generale Giustozzi, “sono stati trasferiti 140 detenuti. Non si capisce perché questa soluzione non sia stata pensata prima”. Giustozzi ha anche ricordato la scadenza del 28 maggio 2014. Entro questa data, infatti, scade l’ultimatum della Corte di Strasburgo all’Italia: bisogna garantire ad ogni persona rinchiusa in cella uno spazio minimo vitale non inferiore ai tre metri quadrati, sufficientemente illuminato e pulito; bisogna inoltre assicurare, tramite le attività sociali all’interno del carcere, che il detenuto passi un buon numero di ore fuori dalla cella.

I reati: A Cremona, in particolare, è in aumento il reato di stalking: 40 i casi nel periodo  compreso tra il 1 luglio 2012 e il 30 giugno 2013 contro i 22 del periodo precedente (a Crema, invece, il reato è in diminuzione – da 39 a 33). In aumento, sia a Cremona che a Crema, i furti: a Cremona da 634 a 638 come procedimenti a carico di ignoti; da 261 a 332 a carico di noti (a Crema, a carico di ignoti si è passati da 2.203 a 2.639, mentre per i procedimenti a carico di persone note si è saliti da 177 a 190). In aumento a Cremona anche il numero di rapine (da 36 a 45 a carico di noti; da 37 a 49 a carico di ignoti), mentre a Crema si è registrato un aumento delle rapine a carico di ignoti (da 30 a 35) e una diminuzione per i procedimenti a carico di noti da 34 a 31. In salita anche le estorsioni: da 16 a 22 a Cremona per procedimenti a carico di noti, mentre da 4 a 5 casi a carico di ignoti. Impennata anche a Crema: da 9 a 12 casi per i noti, mentre da 4 a 6 per gli ignoti.

Tutta la Lombardia, si legge nella relazione della presidente Campanato, “è ormai in mano a tutti i gruppi mafiosi, e in modo particolare Brescia. Sono reati che vengono percepiti meno dalla cittadinanza, ma che sono sintomatici di un malessere del vivere civile, quelli che vengono ‘governati’ proprio dalla criminalità organizzata”. Anche a Crema, in questi ultimi giorni, come ha ricordato il presidente dell’Ordine degli avvocati Aiello, è stata toccata da una grossa operazione contro la mafia siciliana portata a termine dalla Dda di Caltanissetta e dalla polizia. Un’operazione denominata “Fenice” nella quale sono stati fermati quello che gli investigatori ritengono il capo di Cosa Nostra nella provincia nissena, Alessandro Barberi, gelese di 62 anni, e Salvatore Blanco, 49enne originario di Niscemi ma residente a Crema.

Gino Ruggeri (a sinistra) e Sergio Ravelli

Per Cremona, alla cerimonia dell’anno giudiziario erano presenti la presidente del tribunale Ines Marini, il presidente della sezione penale Pio Massa, la dirigente del tribunale Laura Poli, il giudice Maria Stella Leone, il giudice di pace Luciano De Vita, il vice questore vicario Gerardo Acquaviva, il tenente colonnello dei carabinieri Cesare Lenti e i due presidenti dell’Ordine degli avvocati di Cremona e Crema, Anna Salvalaggio ed Ermete Aiello.

Presenti all’annuale appuntamento anche  Sergio Ravelli, presidente dell’associazione radicale Piero Welby, il radicale Gino Ruggeri e i militanti che fuori dalla sede della corte d’appello hanno esposto striscioni per la loro campagna ’”Amnistia per la Repubblica” sui diritti umani relativi al “divieto di tortura e trattamenti inumani e degradanti e all’irragionevole durata dei processi”.

Da sinistra, Poli, De Vita, Massa, Marini

Sara Pizzorni

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