Cronaca

Matteo Renzi si sta facendo troppi nemici?

Matteo Renzi è uscito indenne lunedi sera dall’agguato che la minoranza gli ha teso in direzione del  partito che un tempo (lontano)  fu di Togliatti .Avrebbero voluto sbranarlo ma non ci sono riusciti. La direzione Pd ha approvato il documento sulla delega lavoro che include l’abolizione dell’art.18.Punto.  D’Alema e Bersani sono tornati a casa con le pive nel sacco,più neri di un prete del Gabon in una notte illune. Baffino ha tentato l’assalto con un rosario di “cattiverie” come quando ha consigliato al Narciso di Firenze “meno spot e meno slogan” ma non ha incantato nessuno.  Lo statista piacentino ha fatto ancor peggio. Ha detto:  “Noi sull’orlo del baratro non ci andiamo per l’art.18 ma per il metodo Boffo perché se uno dice la sua deve poterla dire senza che gli venga tolta la dignità”. Esagerato.  Morale: la Direzione del Pd non li ha seguiti. I vecchi leoni cresciuti nel Pci – gli ultimi due uomini simbolo della “ditta” –  hanno perso. E se ne sono andati con quell’aria da martiri che ha stonato parecchio.
Ora è bene ricordare che lorsignori sono stati al governo migliaia di giorni ed ancora pontificano nonostante i guai in cui siamo finiti. Il famoso “ventennio berlusconiano” è un mito che va sfatato. Il 3 settembre scorso c’è stato anzi il “sorpasso” storico:tra il 1994 e oggi,Prodi,D’Alema & Co.hanno passato più giorni a Palazzo Chigi rispetto al Cavaliere.Tre giorni fa lo ha ricordato pure Roberto Giachetti,vice presidente della Camera.Il solo governo Bersani ha infilato 2.571 giorni,la Bindi 2.158,D’Alema 1.271 ma ha fatto il premier per 552 giorni tra l’ottobre 1998 e l’aprile 2000. Voglio dire: Ulivo,Unione e Pd hanno governato 3.366 giorni,una trentina in più di Pdl e Fi. Renzi di fatto vuole rottamare la vecchia ditta proprio perché non ha combinato granchè.Non a caso pure le truppe di Baffino e Bersani ora vacillano.
E questo,a mio avviso,vuol dire due cose: che la scissione del Pd è solo questione di tempo e che le elezioni non sono lontane. La frattura in casa Pd è profonda,umana,rugginosa. Tra i vecchi e il nuovo c’è una antipatia viscerale evidente.Direi insanabile. E senza sbocchi.D’Alema ha 65 anni,Bersani 63. I loro eserciti si stanno squagliando. L’ala post-comunista,dopo aver governato per vent’anni tutti i partiti eredi del Pci (Pds-Ds-Pd) ha cominciato a sgretolarsi con le Primarie (perse da Gianni Cuperlo).Poi sono arrivati Letta e  Renzi. Fine della storia.
Tutti ora si chiedono. Durerà Renzi? E quanto durerà? Il premier ha nemici dappertutto a cominciare dai dissidenti.Le botte da orbi di lunedi hanno lasciato pericolosi bernoccoli. Eppoi ci sono i vecchi sindacati che,benché divisi,sono tignosi e non gradiscono il “labbro di Firenze”. Cgil e Uil sono scettiche sulle aperture del premier,la Cisl no.Eppoi Renzi non ha i numeri al Senato per la sua riforma del lavoro.
E’ vero,il Paese non ha bisogno di elezioni anticipate ma di riforme. Epperò è improbabile che passi una riforma radicale del mercato del lavoro. Ergo è notte fonda. Delle due l’una: o Matteo cerca una intesa con Berlusconi ( pure su Lavoro e Giustizia)  o si va al voto anticipato nel 2015. Ovviamente con una nuova legge elettorale. La gente è stufa di bla-bla (visto che flop i nuovi talk show?), chiede occupazione,pace sociale,dignità, regole condivise.E le chiede con urgenza. Prima che sia troppo tardi.

Enrico Pirondini

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