Cronaca

Per il Ministero in Tribunale solo due posti vacanti e no priorità per dipendenti Province

Per il Ministero della Giustizia sono soltanto due i posti vacanti al Tribunale di Cremona, precisamente un assistente giudiziario e un direttore amministrativo. E’ stato pubblicato il 20 gennaio in Gazzetta Ufficiale il bando di mobilità riservato ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni per fare domanda di trasferimento nel comparto Giustizia, 1031 posti in tutta Italia. Ma a Cremona le necessità degli uffici giudiziari più volte sottolineate dalla presidente del Tribunale Ines Marini e dal procuratore Roberto di Martino, sono ben altre. 14 amministrativi infatti, in maggioranza coloro che sono arrivati a Cremona dopo l’accorpamento di Crema, hanno chiesto ed ottenuto il trasferimento a Lodi (in maggior parte) e in altre sedi quali Roma, Latina, Fermo e Napoli. Stando ai conteggi effettuati lo scorso agosto, nel Tribunale di Cremona si contano 28 giudici effettivi, di cui 18 togati e 10 onorari, mentre per quanto riguarda il personale, dei 54 previsti in organico ne sono effettivi solo 45, di cui 8 sono commessi e 4 autisti. In altre parole gli effettivi sono 33, che potrebbero ridursi di 14 unità con l’attuazione dei  trasferimenti autorizzati.

Inoltre, il bando pubblicato non prevede alcuna priorità per  dipendenti delle Province (20mila in tutta Italia, circa 200 a Cremona) che saranno dichiarati in soprannumero a causa dei tagli imposti dalla Legge di Stabilità. Non a caso il presidente dell’Upi (unione provinciìe italiane) Alessandro Pastacci, ha scritto una lettera al Ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia: “La Legge di stabilità – ricorda  Pastacci  – prevede che le Regioni, i Comuni e le Amministrazioni centrali debbano prioritariamente assorbire il personale delle Province e delle Città metropolitane dichiarato in soprannumero, senza che gli stessi enti siano obbligati a versare alle amministrazioni che ricevono il personale il 50% della spesa annua per questi dipendenti.  Eppure molte amministrazioni in questi giorni stanno emanando avvisi di mobilità che non tengono conto di queste norme:  uno degli esempi più lampanti è il bando di mobilità per la copertura di 1.031 posti presso gli uffici giudiziari che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 20 gennaio 2015, che non considera né il criterio di priorità né quello della non onerosità, non dando alcun seguito alle scelte operate nella Legge di stabilità proprio per favorire un passaggio il più possibile semplificato di questi dipendenti. Eppure proprio gli uffici giudiziari sono in questi giorni da più parti richiamati, quasi fossero il naturale luogo di ricollocazione del personale delle Province.  Per questo – afferma il presidente Pastacci – chiediamo al Ministro Madia di ribadire espressamente, anche attraverso una circolare a tutte le amministrazioni pubbliche, la previsione della non onerosità del processo di mobilità per le Province e le Città metropolitane e l’obbligo a dare priorità nei bandi di mobilità al personale in uscita delle Province e delle Città metropolitane. Solo in questo modo – conclude il Presidente dell’Upi – riusciremo a raggiungere l’obiettivo che è comune a Governo e Province: ricollocare tutto il personale, valorizzando le professionalità, senza che un solo esubero sia determinato da questo processo così complesso”.

Via Tweet e per questo molto fumosa la risposta della ministra Madia: “Mobilità sbloccata: 1071 dipendenti pubblici verso uffici giudiziari dove c’era carenza di personale. Priorità a quelli delle province”.

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