Cronaca

Bimbo ferito alla testa dopo parto, 4 richieste di rinvio a giudizio

Ci sono già quattro richieste di rinvio a giudizio nell’inchiesta della procura sulla vicenda della mamma che ha partorito da sola nel bagno della sua stanza in ospedale senza l’intervento del personale medico che era stato chiamato con il campanello. La donna, una 37enne cremonese, ha quindi partorito da sola e in piedi, e in quelle condizioni, il bimbo, uscendo, è caduto a terra, procurandosi un ematoma alla testa.

Il pm Fabio Saponara ha chiesto il rinvio a giudizio per un ginecologo, due ostetriche e una tirocinante ostetrica del reparto di Ostetricia dove la cremonese, alla 37esima settimana di gravidanza, aveva partorito il 13 ottobre del 2012. Per tutti le ipotesi di reato sono quelle di lesioni colpose, mentre per una delle ostetriche e per la tirocinante è contestato anche un falso nella cartella clinica dove ci sarebbe stato scritto che era stata l’ostetrica ad eseguire il monitoraggio, mentre invece secondo l’accusa lo avrebbe compiuto la tirocinante.

Quando è stato il momento di partorire, la 37enne ha suonato il campanello per chiedere aiuto, ma nessuno del personale medico si è presentato. Neppure il marito, che su richiesta della moglie, che accusava dei dolori, era uscito dalla stanza a cercare il personale paramedico, aveva trovato nessuno.
A sporgere denuncia e a rivolgersi al legale Alessandro De Nittis è stato proprio il marito della donna, già a suo tempo sentito dai carabinieri. Nel verbale di denuncia l’uomo ha spiegato di essere rientrato nella stanza e di aver trovato la moglie in piedi, di fronte alla porta del bagno, e il bambino a terra, appena partorito, col cordone ombelicale ancora attaccato. Il personale medico, secondo il racconto dell’uomo, sarebbe arrivato “solo dopo almeno 15/20 secondi” dalle grida di aiuto della paziente. “Il piccolo”, si legge nel verbale rilasciato dal padre, “aveva un evidente ematoma di circa 3 centimetri sulla testa”, tanto che era stato ricoverato nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale per accertamenti.

Lunedì 15 ottobre il bambino era stato trasferito d’urgenza all’ospedale di Bergamo per cure specialistiche ed esami. Secondo il chirurgo, “se l’incidente fosse accaduto all’ospedale di Bergamo si sarebbe provveduto all’immediata asportazione della macchia emorragica senza intervento, ma essendo trascorsi quattro giorni, ciò non era più possibile ed era necessario un intervento chirurgico”.

La famiglia ha fatto fare una perizia per valutare le lesioni riportate dal piccolo e gli eventuali postumi permanenti.

Sul fronte giudiziario, ora si attende la fissazione dell’udienza preliminare al termine della quale il giudice deciderà se rinviare o meno a giudizio gli imputati.

Sara Pizzorni

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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