Arcigay ai Comuni: 'Aderite a rete contro le discriminazioni'
A un anno dalla fuoriuscita della Provincia di Cremona (sul finire dell’amministrazione Salini) dalla rete nazionale Re.A.Dy – enti locali contro le discriminazioni di genere – l’Arcigay provinciale lancia una campagna sensibilizzando in particolare le piccole amministrazioni comunali, espressione di comunità dove discriminazione e bullismo agiscono più subdolamente. “Vogliamo lanciare questa campagna – spiega Gabriele Piazzoni, presidente Arcigay provinciale – in concomitanza con la giornata internazionale contro le discriminazioni su base sessuale, data che ricorda la dichiarazione del 17 maggio 1991 da parte dell’Oms circa l’omosessualità quale ‘variante naturale del comportamento umano’, quindi non una malattia. In provincia di Cremona ci sono solo tre comuni, i tre maggiori, che aderiscono alla rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale (Re.A.Dy). Vorremo che anche gli altri 112, minori, vi aderissero in modo da diffondere uno strumento di riflessione e di buone pratiche per consentire pieni diritti di cittadinanza agli omosessuali”. Presso i consiglieri comunali verrà diffusa una bozza di mozione con cui il Comune potrà aderire alla rete, facilitandole così nel promuovere iniziative di sensibilizzazione presso l’opinione pubblica, volte alla condanna degli atteggiamenti discriminatori e promuovendo interventi nelle scuole in collaborazione con gli organismi di competenza.
“L’adesione alla rete non comporta alcuna spesa e alcun obbligo – precisa Ilaria Giani, del direttivo provinciale Arcigay – Non ne deriva nemmeno l’obbligo di seguire le linee guida della segreteria nazionale, ma è semplicemente uno strumento di promozione dell’inclusione sociale”. “Ed è una maniera – precisa Aurora Diotti, del direttivo Arci – per aiutare gli amministratori a documentarsi e acquisire formazione”.
Cremona e Crema aderirono alla rete verso il 2007 – 2008, sul finire dei mandati amministrativi dei rispettivi governi di centrosinistra. Poi il quinquennio successivo vide la vittoria del centrodestra e questi temi – sostiene Piazzoni – non furono particolarmente seguiti “anche se nessuna amministrazione, tranne la Provincia di Cremona, ha mai pensato di uscirne, cosa che ho sempre ritenuto assurda”.
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