Appello degli ambientalisti alle Regioni 'Boicottate la legge sui rifiuti'
In sala Zanoni CreaFuturo, il raggruppamento di associazioni ambientaliste coordinato da Marco Pezzoni, è tornato ad illustrare la necessità di pratiche alternative all’incenerimento dei rifiuti, tema attualissimo che incrocia politica, finanza, medicina e ambiente. Mattinata con tavola rotonda sugli effetti sulla salute dell’esposizione agli inquinanti emessi da termocombustori e inceneritori; mentre nel pomeriggio a partire dalle 15 è prevista l’assemblea interregionale estesa a tutti i rappresentanti del fronte anti-inceneritori, per l’approvazione di un documento da inviare a tutti i presidenti delle regioni affinchè si oppongano allo schema di decreto legislativo (che verrà discusso in conferenza Stato Regioni il 9 settembre) sull’utilizzo degli impianti esistenti alla massima potenza per risolvere l’emergenza smaltimento rifiuti, oltre alla costruzione di impianti nuovi. Come noto, un problema che riguarda da vicino anche il termocombustore di Cremona. Un appello, questo degli ambientalisti, che in Regione Lombardia ha buone chance di venire cavalcato da un governatore di marchio politico fortemente autonomista e anticentralista, come Roberto Maroni, già in prima linea quest’estate nell’opporsi al Governo in materia di accoglienza ai migranti.
“Sappiamo bene – si legge nel documento – che formalmente, secondo la lettera dell’articolo 35, il parere che siete chiamati ad esprimere non è vincolante e che questa consultazione potrebbe ridursi a semplice gioco delle parti: le Regioni si limitano a verbalizzare la loro contrarietà, il Governo si assume la responsabilità di esautorarvi e di decidere al posto vostro. Siete e siamo tutti messi di fronte ad una forzatura centralistica già tentata con l’articolo 25 della Legge che prevedeva il ritorno del nucleare civile in Italia. Una nuova imposizione dall’alto, un modello esclusivamente discendente che trasformerebbe le Regioni e i territori in meri esecutori, senza tener conto delle reali esigenze di rinnovamento della società italiana e di innovazione della nostra economia. In molte vostre dichiarazioni pubbliche ci è sembrato di cogliere la piena consapevolezza da parte vostra che gli inceneritori non sono più la chiave di volta per la soluzione del problema rifiuti, perchè la vera priorità è il recupero di materia su cui l’intera filiera rifiuti dovrebbe ormai essere orientata per recuperare materie prime indispensabili all’industria italiana, impedire emissioni di CO2, limitare il fabbisogno di discariche per le scorie e le ceneri provenienti dal trattamento dei rifiuti. Per questo vi chiediamo un gesto di responsabilità che difenda le legittime ragioni dell’autonomia e della programmazione regionale in tema di raccolta differenziata e gestione dei rifiuti come risorsa non da “bruciare” ma da recuperare, riciclare, riutilizzare”. “Per questo – si legge in un altro passaggio – vi chiediamo di bocciare e respingere uno Schema di Decreto che ricaccia l’Italia indietro, prigioniera di una tecnologia, quella dell’incenerimento, che va superata proprio in coerenza con i nuovi paradigmi che l’Europa indica e suggerisce su questo terreno. Tenendo conto che i nuovi inceneritori potranno anche ricevere agevolazioni e finanziamenti, ma alcune autorizzazioni sono in capo alle Regioni e alle autonomie locali e che le utilty sono “partecipate” dagli Enti locali che, a loro volta, rispondono democraticamente ai cittadini dei loro territori. Quella che propone con l’articolo 35 il Ministro Galletti è una gigantesca sanatoria per tutti gli inceneritori esistenti, promossi artificiosamente ad impianti di recupero energetico (nonostante le evidenze relative alle basse efficienze energetiche, che solo fattori di correzione e calcoli artificiosi possono sanare in modo assai poco convincente), dimenticando gli impegni che come Paese siamo chiamati ad assumerci sui cambiamenti climatici”. All’appello hanno dato adesione le associazioni: AmbienteScienze, CreaFuturo, Acli, Arci, A TuttoCompost, Andiamo Oltre, l’associazione milanese “Cittadini per l’aria”, Democratici per Cremona, le sezioni cremonesi di Legambiente, ItaliaNostra, WWF, Greenpeace Italia.
Tra i relatori della mattinata, Natale Belosi, Ecoistituto di Faenza, estensore della legge di iniziativa popolare ‘Rifiuti zero’; Oreste Magni, Ecoistituto Valle del Ticino; Federico Balestreri, medicina per l’ambiente e rappresentante Isde. Proprio sulle emissioni degli inceneritori e sulla necessità di adottare il principio di precauzione (di recente confermata da una sentenza del Consiglio di Stato) si è incentrato l’intervento di Balestreri, che ha portato le evidenze di numerosi studi europei e internazionali sulla correlazione tra tumori e vicinanza agli impianti. Per tutti, vale la sintesi dell’Aie, Associazione Italiana di Epidemiologia: “Ci sono prove convincenti dell’associazione tra esposizione alle emissioni degli inceneritori e aumento di frequenza dei tumori in alcune sedi”, in riferimento agli impianti di vecchia generazione, ma senza che sugli impianti di nuova generazione vi siano prospettive migliori, afferma l’Aie. Tra l’altro l’Isde ha di recente (12 agosto) diffuso un documento contenente le linee guida per le politiche di smaltimento rifiuti in Italia che descrive gli effetti nocivi di inceneritori o impianti di recupero energetico e discariche. LEGGI QUI IL DOCUMENTO
Pochi i politici cremonesi presenti tra il pubblico ad inizio mattinata: Luca Burgazzi, Rosita Viola, Lapo Pasquetti, Alfredo Martini, Francesca Berardi per gruppi e partiti del centrosinistra; Ferruccio Giovetti di Forza Italia.
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