Calcio, patteggiamenti Ilievski 1 anno e 10 mesi Buffone 1 anno e 2 mesi
Nella foto, a sinistra Ilievski con il suo avvocato Luca Curatti, a destra Buffone
Hanno patteggiato la pena davanti al gup Francesco Sora, Hristiyan Ilievski, 38 anni, macedone, l’ex latitante che agli inquirenti, con le sue dichiarazioni, aveva reso “una ricca collaborazione”, e Giorgio Buffone, ex direttore sportivo del Ravenna. Ilievski, difeso dall’avvocato Luca Curatti, ha patteggiato un anno e dieci mesi, pena sospesa, mentre Buffone, assistito dagli avvocati Alessandro Petrillo e Patrizia Cervesi, un anno e due mesi, anche lui pena sospesa. Le pene sono state concordate con il procuratore Roberto di Martino.
Per il macedone, a cui è stata aggiunta la partita Bari Livorno di Coppa Italia del primo dicembre del 2010, match che non era stato inserito nell’originaria imputazione e per il quale Ilievski avrebbe dato 70 mila euro all’ex portiere toscano Alfonso De Lucia, è stata considerata l’attenuante prevista per la collaborazione offerta agli inquirenti. Oggi era presente solo il suo avvocato. Ilievski è infatti tornato in Macedonia. Buffone, invece, era presente insieme ai suoi due legali. Non ha rilasciato dichiarazioni.
Ilievski, ritenuto capo degli zingari, il gruppo che corrompeva giocatori di serie A e B, è stato latitante per quasi quattro anni, fino a quando si è costituito nell’aprile scorso, raccontando la sua verità, consegnando nelle mani degli investigatori partite e circostanze nuove. E’ stato lui ad aver messo nei guai l’ex calciatore Stefano Bettarini, al quale il procuratore ha contestato un nuovo reato proprio in seguito alle dichiarazioni del macedone, che aveva riferito di avergli consegnato 60mila euro in relazione a una partita del Siena, aggiungendo che l’ex calciatore agiva per conto del presidente della squadra toscana Massimo Mezzaroma, di cui è stato chiesto il rinvio a giudizio solo per l’accusa di frode sportiva. Sempre Ilievski ha inguaiato il capitano della Lazio Stefano Mauri sulla presunta combine di Lazio-Genoa del maggio del 2011.
Ha scelto la strada del patteggiamento anche Giorgio Buffone, ex direttore sportivo del Ravenna, che nell’interrogatorio di garanzia reso a suo tempo davanti al gip Guido Salvini aveva confessato di aver “agito per amore del Ravenna”. Il dirigente aveva spiegato di essere entrato in un giro più grande di lui da cui non era più riuscito ad uscire. “Mi sono comportato in questo modo solo per il bene del Ravenna”, erano state le sue parole, “perché c’erano delle difficoltà economiche che mi hanno indotto ad agire in questo modo per reperire fondi necessari per aiutare il club. Sono consapevole che non avrei dovuto agire così, ma evidenzio che non ho guadagnato soldi scommettendo, anche perché i risultati delle partite sott’inchiesta non si sono verificati”.
Il 26 giugno del 2013, sempre davanti al giudice Sora, avevano patteggiato altri due protagonisti del calcio scommesse: gli ex giocatori Carlo Gervasoni, ex Cremonese e Piacenza, e Filippo Carobbio, i ‘pentiti’ dell’indagine ‘Last bet’. I due avevano patteggiato rispettivamente un anno e 10 mesi e un anno e 6 mesi, pena sospesa.
L’indagine del calcio scommesse vede coinvolti oltre 100 imputati che il prossimo 18 febbraio compariranno nella prima udienza preliminare del maxi processo. Tra essi, anche il ct della Nazionale Antonio Conte. Saranno forse una ventina le udienze preliminari che pare si svolgeranno in tribunale in tre aule collegate tra loro con un sistema di videoconferenza: l’aula polifunzionale, l’aula dell’assise e quella dei giudici di pace. 80 i fascicoli d’indagine per un procedimento dai grandi numeri.
Sara Pizzorni
© RIPRODUZIONE RISERVATA