Orti, regolamento pronto: nessun vincolo di residenza per assegnatari
Pronto per la discussione in Consiglio comunale (e prima in commissione) il nuovo regolamento degli orti comunali. Vengono definite le diverse tipologie, oggi inesistenti: orti didattici, ad esempio, aree verdi all’interno dei plessi scolastici o gestite attraverso convenzioni con enti o aziende agricole, destinate alla formazione degli studenti a pratiche ambientali sostenibili; orti sociali periurbani: appezzamenti di terreni agricoli nelle aree periferiche delle città, individuati quale possibile strumento di aggregazione sociale per gli anziani e di sostegno alle categorie sociali più deboli; orti urbani: tasselli verdi all’interno dell’agglomerato cittadino che contribuiscono al recupero di aree abbandonate o sottoutilizzate dalle città; orti collettivi: appezzamenti di terreni gestiti da associazioni, individuati quale luogo di pratica ortofrutticola, organizzati con la finalità di dare l’opportunità a chi non ha un orto e non ha sufficienti conoscenze tecniche di beneficiare dei prodotti di un lavoro collettivo.
Le aree ortive potranno anche essere di proprietà privata e di dimensioni di regola comprese tre i 25 e i 60 metri quadrati. L’assegnazione avverrà tramite graduatoria a seguito di bando, che il Comune emetterà a cadenza triennale e durerà per un massimo di 6 anni, rinnovabili. Viene prevista, per ciascuna area ortiva, la costituzione di un comitato di gestione per facilitare i rapporti tra assegnatari e amministrazione comunale, che sarà costituito da 3 persone in caso di appezzamenti che comprendono fino a 20 lotti e da 5 componenti per appezzamenti più numerosi. Un tema caro presso alcuni comitati di quartiere era quello di destinare gli orti solo ai residenti del quartiere, vietando arrivi da fuori. Questo per garantire un supporto alle relazioni di vicinato. Della richiesta non c’è traccia nel regolamento e d’altra parte l’assessore alla partita, Rosita Viola, ha dichiarato più volte che occorre lasciare aperta la possibilità di gestire un orto anche a chi risiede in quartieri cittadini senza aree adatte (ad esempio il centro storico).
Il regolamento specifica quali saranno le spese a carico degli utilizzatori e quelle a carico del Comune, altro tema che aveva dato adito a contestazioni: “Gli assegnatari – si legge all’articolo 11 – sono tenuti a sostenere le spese per la gestione, in particolare quelle relative ai consumi di acqua ed eventualmente di energia elettrica. Per quanto attiene le spese sostenute dal Comune per le forniture, il rimborso delle stesse sarà effettuato con conguaglio annuo dei consumi effettivi. Gli attrezzi ed i materiali da lavoro impiegati sono a carico e ad uso privato degli assegnatari degli orti.
La manutenzione straordinaria degli orti compete all’Amministrazione Comunale. A titolo esemplificativo può consistere in sostituzione di recinzioni e staccionate, interventi sulle strutture e sugli impianti, manutenzione di pompe ed impianti comuni”.