Piano antismog della Regione Nuovi limiti ai diesel, i Comuni chiedono aiuti per i controlli
Presentato questa mattina in Regione il Piano per la tutela della qualità dell’aria. Si tratta di provvedimenti decisi a livello di bacino lombardo, tra le regioni Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, e Veneto: tra le novità positive, spiega l’assessore all’Ambiente Alessia Manfredini, che era presente all’incontro, “c’è l’anticipazione dei provvedimenti di blocco della circolazione ad alcuni tipi di veicoli da 15 al 1° ottobre; inoltre il blocco viene reso obbligatorio per i comuni sopra i 30mila abitanti mentre finora era stato facoltativo. Per quanto riguarda le categorie di auto da limitare, si parla di veicoli commerciali ed autovetture diesel, che progressivamente andranno eliminate: gli Euro 3 entro il 1 ottobre 2018, gli euro 4 entro il 1 ottobre 2020; gli euro 5 entro il 1 ottobre 2025.
Critica Legambiente, attraverso la sua presidente regionale Barbara Meggetto: “La fine dei motori diesel si avvicina anche per l’Italia, ma a rilento, dopo l’annuncio del governo francese (2040), di quello olandese (2035) e delle grandi città del mondo, come New York, Londra e Parigi (addirittura per il 2025). Non è previsto nulla, invece, sulla messa al bando totale degli Euro3, come invece in altri Stati europei. Si tratta di ben 450mila autovetture e furgoni in tutta la Lombardia, che hanno ormai tra gli 11 e i 17 anni, inquinanti e non dotati dei dispositivi di sicurezza delle auto più moderne”.
“È un regalo inutile ai petrolieri e un danno ai nostri polmoni – continua Meggetto – Forse, chi governa la Lombardia, vuole evitare di perdere i voti di una minoranza di proprietari di vecchi diesel. Proprio a causa di questi ritardi nelle politiche antinquinamento, però, i cittadini italiani rischiano di dover pagare la multa milionaria all’Europa per i superamenti dei limiti di polveri sottili nell’aria ammessi dalla direttiva comunitaria. Il tempo delle attese è finito, ma il prossimo inverno non ci sarà alcun miglioramento nel contrasto all’inquinamento. Sarebbe stato utile, invece, che la Regione avesse giocato d’anticipo introducendo fin da subito gli stessi obblighi e gli stessi divieti previsti a partire dal 2018”.
“In assenza di disposizioni funzionali alla riduzione dell’inquinamento dell’aria, diventa doveroso intensificare i controlli – prosegue l’ambientalista – . Basterebbe che tutti i corpi di polizia urbana dei comuni avessero accesso all’uso gratuito di un’applicazione, per altro già pronta e funzionante, che dal numero di targa risalga alla classe di inquinamento (“Euro”), ma che al momento il Ministero dei Trasporti ha reso a pagamento. Inoltre si potrebbe facilmente impiegare per il controllo dei veicoli le telecamere presenti lungo le strade per il controllo della velocità, dei passaggi col rosso, degli accessi alle ztl o quelle dei varchi delle autostrade e dei parcheggi, come già succede per le telecamere dei varchi dell’AreaC in uso del Comune di Milano. Una richiesta di utilizzo che Regione Lombardia ha già avanzato al Ministero, ma che è rimasta disattesa”.
Critici anche i consiglieri regionali Pd Giuseppe Villani e Laura Barzaghi, membri della commissione Ambiente. “Il Tavolo sull’aria con gli amministratori lombardi è un primo importante passo, ma non basta. Perché Regione Lombardia è in ritardo e perché si possono prendere molti altri provvedimenti, che dovevano già essere applicati. Regione Lombardia ci deve mettere la testa e decidersi a fare da cabina di regia, per quanto riguarda gli interventi da attuare all’interno dei suoi confini. Invece, demanda tutto agli amministratori locali, che è un modo per scaricare sui Comuni le responsabilità delle loro scelte. E in questo modo poi i provvedimenti vengono applicati a macchia di leopardo”.
Per il Pd è “fondamentale e imprescindibile che la Regione ci metta pure i soldi: deve stanziare risorse per incentivare sia il privato cittadino che l’impresa a sostituire il parco auto e a fare interventi sui sistemi di riscaldamento. E non accettiamo scuse del tipo che i soldi sono finiti: piuttosto che metterli in altri capitoli o buttarli in inutili referendum, possono essere impiegati per gli incentivi e gli interventi antinquinamento”, aggiungono Villani e Barzaghi.
Ecco allora le prime proposte: “Meno tasse a chi riduce l’inquinamento. Nel concreto, chi compra un ibrido non paga il bollo. Maggiori trasferimenti ai Comuni che riducono la quantità di rifiuti prodotta pro-capite. Le aziende virtuose premiate con la riduzione della quota regionale Irap e meno controlli ambientali”.
I due consiglieri ricordano che “la Lombardia è la regione più popolosa d’Italia, con i suoi oltre 10milioni di abitanti; è quella con più imprese (886mila nel 2011) e soprattutto con più imprese a rischio di incidente rilevante (286 nel 2010); ha 5 siti contaminati di interesse nazionale, 840 siti contaminati, 800 potenzialmente contaminati e 1888 bonificati al 2016; ha il più alto numero di Comuni con rischio idrogeologico elevato e molto elevato (687 nel 2006)”.
Per Villani e Barzaghi “è il momento di prendere decisioni drastiche: i dati epidemiologici sulla mortalità evitabile evidenziano una situazione mediamente peggiore che nelle altre regioni italiane e rispetto a tutto il resto del Paese. L’inquinamento è una delle principali cause correlate”.
“Il Piano presentato oggi in Regione Lombardia dall’assessore all’Ambiente Claudia Terzi, centra tre obiettivi” – dice invece Bruno Simini, presidente di Arpa Lombardia – . Colpisce infatti le principali fonti di emissioni, ovvero il traffico e il riscaldamento a legna e lo fa con un cronoprogramma preciso. Terzo punto: opera in modo aggregato, trovando la convergenza delle altre regioni del Bacino Padano sulla proposta lombarda in un’ottica di Macroregione. Questo nuovo accordo, che porterà ulteriori azioni di tipo strutturale, potrà confermare e rafforzare il trend di miglioramento della qualità dell’aria. In base alle nostre analisi valutiamo significative possibili riduzioni delle emissioni – quando il piano sarà a regime – anche pari al 27, 5 per cento di ammoniaca, 32.7 degli ossidi di azoto e 33.7 di Pm10”.
“Pur in un quadro generale di complessivo miglioramento, quest’anno a causa di un mese di gennaio particolarmente sfavorevole alla dispersione degli inquinanti atmosferici – spiega Simini – è già stata superata la soglia di 35 giorni con concentrazioni superiori a 50 µg/m3 (previsti dalla normativa europea) di Pm10 in diverse città della Lombardia. Per quanto riguarda l’ozono abbiamo avuto un periodo particolarmente critico a fine giugno, con diversi episodi acuti. Evidente che la battaglia è ancora lunga – conclude Simini- ma grazie anche alle misure messe in campo da Regione Lombardia si può sicuramente affermare che i risultati positivi arrivano».
Il nuovo protocollo entrerà in vigore il prossimo inverno, tra le criticità fatte emergere dagli amministratori c’è la difficoltà dei controlli, la necessità di sostegni economici per garantire maggiore controllo da parte degli agenti della PM, ma anche l’urgenza di migliorare la comunicazione ai cittadini anche attraverso una cartellonistica univoca e capillare in tutta la Regione.
Su quest’ultimo aspetto, fatto presente dell’assessore Manfredini, l’assessore regionale Terzi ha mostrato disponibilità e ha rimandato ad un lavoro da fare congiuntamente con le altre tre Regioni e il governo e concordare con i Comuni i dettagli. Proprio su questo aspetto gli assessori all’ambiente dell’est Lombardy si incontreranno a Bergamo, e a fine mese con Anci Lombardia e Regione, per essere pronti per la stagione invernale.