Non furono loro a dar fuoco ad un'auto in una cascina Erano ad una festa, assolti
Erano accusati di aver incendiato una Chrysler Voyager di proprietà di un indiano residente in una cascina di Genivolta, ma a processo sono stati entrambi assolti. L’episodio risale alle 3 di notte dell’11 agosto del 2013, quando il proprietario dell’auto, residente in una corte con la sua convivente, aveva visto la sua Chrysler Voyager prendere fuoco e tre persone fuggire. Nei pressi della macchina erano state ritrovate due taniche di gasolio agricolo, forse proprio il carburante utilizzato per appiccare l’incendio.
Nonostante l’oscurità, il proprietario dell’auto aveva fornito ai carabinieri nomi e cognomi di tre connazionali che in passato avevano vissuto in altre abitazioni di quella stessa cascina. Si trattava di tre connazionali di 29, 35 e 36 anni. Per quest’ultimo, irreperibile e senza fissa dimora, il procedimento è stato sospeso, mentre gli altri due, uno residente a Robecco d’Oglio e l’altro a Cremona, sono finiti davanti al giudice Francesco Beraglia.
Tra le persone sentite durante le indagini, anche alcuni frequentatori di un esercizio pubblico del paese. Agli investigatori, un testimone aveva raccontato di aver visto la notte dell’incendio scappare e salire a bordo di un’Audi due persone, forse attese da una terza che era rimasta in macchina.
Di fatto, però, come ha sottolineato a processo l’avvocato Marilena Gigliotti, legale dell’indiano di 35 anni, nessun altro, a parte la persona offesa, ha visto qualcuno uscire dalla corte al momento dell’incendio, così come nessuno è mai stato in grado di identificare le persone che erano state viste fuggire a bordo dell’Audi. Ma c’è di più: l’avvocato Gigliotti è riuscita a smontare l’accusa, dimostrando che quella notte i due imputati avevano partecipato tutta la notte ad una festa organizzata a Vescovato per festeggiare il rilascio del primo permesso di soggiorno del 35enne indiano. A documentarlo, anche una foto pubblicata su Facebook. Sulla foto è riportata la data e non l’orario, ma numerosi testimoni hanno confermato che i due connazionali erano rimasti alla festa fino alle 6 del mattino.
Per ciascuno degli imputati, l’accusa aveva chiesto una pena di tre anni, ma il giudice ha accolto le tesi difensive e li ha assolti entrambi ‘per non aver commesso il fatto’. La motivazione sarà depositata entro 60 giorni.
Sara Pizzorni