Gallera: 'Ospedale eccellenza del territorio'. Malvezzi: 'Cr maglia rosa nella riforma'
Plauso da parte dell’assessoreregionale al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera per la situazione dell’Ats Valpadana, quella, come ha detto, “dove meglio si è interpretata la nostra riforma sanitaria ed è all’avanguardia nella sua attuazione. Lo dimostra il 78% dei medici di Medicina generale candidati come gestori della presa in carico e la grande adesione di tutti gli attori del sistema sociosanitario del territorio. Per noi quindi sarà laboratorio per intera regione”.
Durante la giornata, Gallera ha visitato prima l’Ats Valpadana a Mantova e successivamente l’ospedale di Cremona, insieme al Consigliere Regionale Carlo Malvezzi, al direttore Generale dell’Asst di Cremona Camillo Rossi e del direttore generale dell’Ats Val Padana Salvatore Mannino. Qui ha incontrato gli operatori sanitari, i rappresentanti del terzo settore e gli studenti dei corsi di laurea delle professioni sanitarie. L’Assessore ha visitato anche l’Area Donna e inaugurato l’Elisuperficie da poco abilitata anche al volo notturno.
“La forza della Sanità Lombarda è avere ospedali d’eccellenza sul territorio e l’Ospedale di Cremona è uno di questi” ha affermato l’Assessore Gallera in un’Aula Magna gremita, dove Camillo Rossi, (Direttore Generale ASST di Cremona) ha illustrato quanto è stato fatto dal 2016 ad oggi e quanto si sta facendo in applicazione della riforma sanitaria regionale (legge 23/2015).
Fra le azioni principali messe in atto dall’Asst di Cremona – ha spiegato Rossi – ci sono l’attivazione del Pot di Soresina, l’apertura dei punti accoglienza e accettazione in ospedale, la riorganizzazione delle dimissioni protette, la costituzione dell’area interaziendale casalasco viadanese. Non solo. L’Asst ha già attivato percorsi di presa in carico per alcune malattie croniche fra le più diffuse, come ad esempio cardiopatie, ipertensione, diabete, dialisi, broncopatie e patologie oncologiche. Si sta lavorando serratamente alla costruzione del centro servizi che sarà un riferimento operativo fatto di professionisti che accompagnano i pazienti. Fondamentali sono anche gli accordi tecnico operativi con i servizi sociali dei comuni, le Fondazioni, gli enti erogatori, il terzo settore a cui sta lavorando la direzione socio sanitaria dell’Asst. Accordi finalizzati alla costruzione di percorsi assistenziali per le persone fragili.
La visita di oggi è stata caratterizzata da una tappa saliente nell’Area Donna, dove l’assessoreha incontrato parte dell’equipe multidisciplinare: Daniele Generali (direttore della UO Multidisciplinare di Patologia Mammaria), Aldo Riccardi (Direttore UO di Ginecologia e Ostetricia), Luigi Meroni (Vicario Radiologia), i senologi, i coordinatori infermieristici Marzia Alberio, Paola Parma, Manuela Denti e Dermille Pianta, Susi Moioli, le ostetriche e le operatrici del punto accoglienza accettazione.
“L’Area donna dell’Ospedale di Cremona, che riunisce i servizi di prevenzione, diagnosi e cura della patologia mammaria e ginecologica, consente una presa in carico multidisciplinare efficace delle pazienti, che è proprio l’anima della nostra riforma sanitaria”. ha dichiarato Gallera. “Per questo sono molto orgoglioso che abbia ottenuto la certificazione europea Eusoma (European Society of Breast Cancer Specialist), che in Italia contraddistingue solo 16 strutture senologiche. Un riconoscimento importante che fa dell’Unità Operativa Multidisciplinare di patologia mammaria e ricerca traslazionale un punto di riferimento nazionale per la diagnosi e il trattamento del tumore alla mammella, che ogni anno registra 240 nuovi casi e che contribuisce ad infoltire il numero delle strutture di eccellenza della sanità lombarda distribuite su tutto il territorio”.
“Ciò che abbiamo visto oggi in Area Donna è un piccolo miracolo, paradigmatico di ciò che sta accadendo in questo tempo: mettersi insieme per prendersi cura della persona” ha aggiunto Carlo Malvezzi. “Storicamente il territorio cremonese ha sempre curato bene le persone e si è prodigato per sostenere tutte le iniziative sorte per aiutare i cittadini più fragili e bisognosi di assistenza, ma la riforma oggi chiede un cambio di approccio alla cura della persona”.
“Area donna significa innovazione, affidabilità e centralità della paziente” ha sottolineato Rossi. “La filosofia della struttura è caratterizzata da una nuova modalità di presa in cura multidisciplinare, tesa a dare rilievo e potenziare le opportunità diagnostico-terapeutiche già presenti in ospedale con certezza di tempi, metodi e approcci terapeutici. L’area donna si inserisce nella logica di ripensare l’ospedale per aree assistenziali omogenee e contigue, a garanzia di maggior efficienza nell’organizzazione di spazi e risorse a favore del paziente”.
L’Area donna si ispira al concetto anglosassone ‘All in One’, ossia tutto in unico spazio” ha evidenziato Generali. “Questo consente di accorciare il fattore tempo, di avere interlocutori allineati, che interagiscono all’interno di un percorso di salute integrato. Tale modalità facilita l’accesso ai servizi e offre risposte sempre più rapide alle necessità della donna”.
“Nel lavoro di attuazione della riforma sono state rimesse a tema le ragioni per cui ci prendiamo cura delle persone e le modalità con cui lo facciamo” ha concluso Malvezzi. “Con Legge 23, Regione Lombardia ha voluto valorizzare il contributo di tutti: associazioni, strutture private, medici di medicina generale e tutto il personale sanitario sono la ‘squadra’ da cui partire per curare le persone e migliorare la loro qualità della vita. Si è conclusa la prima tappa dell’attuazione della riforma e i numeri attestano che Cremona è la ‘maglia rosa’, perché in questo anno, attraverso un grande lavoro di informazione e programmazione, abbiamo costruito una vera rete di cura attraverso la collaborazione tra strutture private e pubbliche, associazioni del territorio e medici di medicina generale”.